Domani apriranno i battenti della 78esima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Venezia. I preparativi sono frenetici e l’attesa è trepidante. Ad aumentare l’agitazione da sala si aggiunge qualche inconveniente tecnico con il sistema di prenotazione posti, implementato l’edizione scorsa per far fronte all’emergenza coronavirus. Un sistema che ci era piaciuto (vista anche l’assenza di precedenti), ma che non sembra essere stato migliorato. Anzi.
Boxol: cos’è e come funziona
Boxol è la piattaforma a cui si appoggia la Biennale per consentire la riservazione di posti a sedere nelle sale di proiezione. Con un anticipo di 72/74 ore vengono “sbloccate” una dopo l’altra le varie proiezioni in programma, rendendo possibile prenotare un posto in sala per la visione. Servono dunque un occhio attento, dita velocissime e qualche sveglia per aggiudicarsi le poltrone migliori (o in alcuni casi una poltrona qualunque).
Perché un sistema di prenotazione
Questo sistema è stato introdotto a partire dalla scorsa edizione a causa delle norme anti-covid su distanziamento e assembramenti. Durante le edizioni precedenti al 2020 non era presente alcun sistema di prenotazione per i posti a sedere, ma semplicemente si rimaneva in attesa della propria sorte all’esterno delle sale. Sotto molti punti di vista, quindi, avere un sistema che consente di bloccare il proprio posto in sala ha snellito i tempi di attesa e le lunghe file. Ma dall’altra parte ha trasferito la coda online rendendo la ricerca di una poltrona una battaglia da cardiopalma all’ultimo click.
Caos e malfunzionamenti sulla piattaforma di prenotazione: cosa non va
A creare scompiglio sembrerebbe essere la suddivisione degli accreditati stampa tra “rossi” e “blu“. I primi infatti sono accrediti daily, ovvero destinati ai collaboratori di quotidiani, mentre rientrano nella seconda categoria tutti i giornalisti dei periodici. La scelta di dare una specie di precedenza a coloro che hanno ritmi di lavoro più serrati è stata sicuramente saggia, ma purtroppo sta interferendo con la presenza in sala dei restanti accreditati delle testate che – in teoria – non hanno necessità di pubblicare giorno per giorno. In particolare sembrerebbe che circa l’80% della sala sia riservata agli accrediti “rossi”, mentre il restante 20% è da spartirsi tra tutte le testate periodiche.
Un esempio? Abbiamo provato a prenotare un posto a sedere per una delle proiezioni più attese, Dune. Dopo alcuni minuti di attesa nella “coda” virtuale non è stato possibile accedere alla pagina di riservazione a causa di alcuni problemi, probabilmente riconducibili ai server. È capitato invece in altri casi, e sicuramente non solo a noi, di essere rigettati dal sistema di prenotazione stesso, rimanendo, entrambe le volte, esclusi dalla visione del film. In poche parole: così non si può lavorare.
Verso una risoluzione
A tal proposito è stata inviata una lettera dal critico cinematografico Raffaele Meale, firmata da giornalisti e collaboratori di varie testate, per evidenziare le sopra citate problematiche. È stata anche sottolineata una suddivisione ineguale dei posti presenti in sala prenotabili dalle varie tipologie di accreditati. I posti migliori, come per esempio quelli centrali, spesso sono riservati ai “rossi”, lasciando quindi ai “blu” solamente i settori ai lati, sicuramente più scomodi. È arrivata fulminea la risposta di Paolo Lughi dall’ufficio stampa della Mostra, che si impegnerà per cercare di risolvere, laddove possibile, il disguido.
Rispetto alla scorsa edizione sono molti di più gli accreditati che saranno presenti al Festival quest’anno e dovranno ovviamente essere rispettate comunque tutte le norme anti-contagio necessarie. Ciò comporta piccoli disguidi che saranno corretti in corso d’opera, anche se con l’esperienza dell’anno precedente e degli altri Festival che si sono svolti in questi ultimi dodici mesi forse una maggiore organizzazione sarebbe stata possibile.
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