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Asakusa Kid

Asakusa Kid, il particolare biopic su Takeshi Kitano

Un film che ripercorre le origini di uno degli artisti più influenti e poliedrici del Giappone

6 minuti di lettura

Takeshi Kitano è uno degli artisti più influenti e poliedrici del Giappone moderno. Comico di successo, creatore del famosissimo gioco surreale Takeshi’s Castlepoeta, pittore, attore e regista di lungometraggi come Sonatine, Brother Hana-Bi, con cui nel 1997 ha vinto il Leone d’Oro a Venezia.

Una personalità spiccata e determinata, un uomo fermamente convinto delle sue idee, un artista che con un impareggiabile sensibilità è riuscito ad abbracciare i due poli dell’arte: la risata e il pianto, il divertimento e la malinconia, la commedia e la tragedia.

Oggi Kitano ha recitato, girato e sceneggiato decine di film, costruito e ideato game show e spettacoli comici che hanno influenzato l’intero Giappone e non solo, ma è soprattutto interessante scoprire come Kitano sia riuscito a raggiungere questi traguardi, come un giovane senza talento sia arrivato a lasciare un’impronta permanente nella storia della comicità e del cinema.

A far scoprire finalmente questa storia al grande pubblico è Netflix, che ha prodotto e distribuito dal 9 dicembre il film Asakusa Kid, basato proprio sull’omonima autobiografia scritta dall’artista giapponese e diretto da Gekidan Hitori.

La storia di Asakusa Kid

Asakusa Kid film

Un giovane ragazzo di nome Takeshi abbandona l’università nel 1972 per trasferirsi nel quartiere Asakusa di Tokyo per cercare di diventare un comico. Viene assunto come ascensorista al Français, un locale dove si esibiscono comici e spogliarelliste.

Vive in uno dei camerini vuoti e assiste agli spettacoli di Senzaburo Fukami, uno dei comici più famosi di Tokyo da cui cerca di imparare tutti i suoi sketch e ogni suo movimento. L’inesperto Take, che apparentemente non ha nessun talento, impara così il ballo del tip tap e una comicità nera, sporca, che dissacra ciò che non può essere dissacrato e questo lo spinge a diventare un comico, una persona capace di far ridere le altre persone.

L’occasione arriva quando una comparsa dello sketch di Fukami non si presenta e il comico sceglie lui per il ruolo e la sua performance convince il pubblico presente. Tra Fukami e Takeshi si instaura un rapporto speciale, un legame allievo-maestro molto sincero e schietto che permette al giovane Take di evolvere e avere un proprio show sul palco, ma se da un lato la gioventù inizia l’ascesa verso il successo e l’apprezzamento, dall’altro l’esperienza di Fukami e la comicità del locale vengono messi in discussione dall’arrivo sempre più incombente della televisione e da un pubblico che riempie la sala solo per vedere gli spogliarelli. Kitano dovrà decidere se restare nel luogo che lo ha visto sbocciare come persone e come artista o se lasciarsi il passato alle spalle per inseguire un futuro roseo e prosperoso, ma lasciando le persone e gli affetti che lo hanno sollevato nei momenti dove non aveva niente. 

Tra satira sferzante e malinconia bruciante

Asakusa Kid Netflix

La storia di Takeshi Kitano è nota, è conosciuta dagli appassionati e il suo nome risuona anche solo a chi ha visto i suoi game show o la sua stravagante imitazione di Donald Trump e Asakusa Kid è un film che funziona perché non racconta una storia di successo, ma una storia di origini, come la figura di Kitano si sia costruita ed evoluta prima di essere una delle persone più conosciute nel mondo del cinema e dell’intrattenimento.

Asakusa Kid non è privo di difetti, è un biopic classico che spesso risulta prevedibile, senza una vera tensione capace di reggere il peso della storia e a tratti è un film con un’impronta molto americana che racconta la classica storia di ribalta, di un risorgimento dalle ceneri, ma riesce a non snaturarsi mai e ad avere un’identità precisa grazie un montaggio alternato che esplora contemporaneamente più linee temporali e una sensibilità che solo i film orientali riescono ad avere.

Gli aspetti più aspetti più interessanti di Asakusa Kid sono le ottime interpretazioni attoriali, un focus molto approfondito sulla psiche del protagonista e l’analisi della comicità giapponese dell’epoca. Yuya Yagira e Yo Oizumi, rispettivamente Kitano e Fukami, sono stati bravi ad assorbire e trasmettere tutte le particolarità dei loro personaggi come i tic facciali di Kitano e la lenta decadenza artistica di Fukami.

Molto spazio è dedicato agli sketch comici e alla particolare comicità che ha imparato Kitano proprio per capire le sue influenze e i motivi per cui è diventato anche un artista al di fuori della comicità. Asakusa Kid permette di capire come un comico tagliente e satirico sia riuscito a diventare un regista di film Yakuza e drammi esistenziali, come la capacità di far ridere è spesso il tassello fondamentale per riuscire a far piangere, come non possa esistere la tragedia senza la commedia. 


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Il cinema e la letteratura sono gli unici fili su cui riesco a stare in equilibrio. I film di Malick, Wong Kar Wai, Jia Zhangke e Tarkovskij mi hanno lasciato dentro qualcosa che difficilmente riesco ad esprimere, Lost è la serie che mi ha cambiato la vita, il cinema orientale mi ha aperto gli occhi e mostrato l’esistenza di altre prospettive con cui interpretare la realtà. David Foster Wallace, Eco, Zafón, Cortázar e Dostoevskij mi hanno fatto capire come la scrittura sia il perfetto strumento per raccontare e trasmettere ciò che si ha dentro.

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