Dopo il disastro The Flash, presentato da James Gunn come uno dei cinecomic migliori che avesse mai visto, atteso come uno degli eventi cinematografici più rilevanti dell’anno e poi finito immancabilmente per diventare un sonoro fallimento al botteghino, la DC sbarca nuovamente nelle sale di tutto il mondo, dal 17 Agosto, con Blue Beetle. Lo fa sicuramente con una risonanza mediatica ben diversa, ma anche con un’importante incognita, purtroppo, riguardo quello che sarà il ruolo del film diretto da Ángel Manuel Soto nell’economia generale dell’imminente e completamente rivoluzionato DCU.
Sì, perché inizialmente Blue Beetle sembrava – passateci il termine – una pellicola completamente “inutile” per il futuro dell’universo DC, già ampiamente programmato da James Gunn e Peter Safran. Adesso sembra che, se il film con protagonista Xolo Maridueña dovesse essere un successo, il suo Blue Beetle potrebbe anche conquistarsi un posto nel DCU, senza però – e questa è la questione abbastanza incomprensibile – che gli eventi del film condizionino il futuro.
Insomma, intorno alle pellicola regna una preoccupante confusione, ma la verità è che quello di Ángel Manuel Soto è uno dei cinecomic più riusciti in casa DC da molti anni a questa parte – e questo dovrebbe far riflettere. Niente di eccezionale sia chiaro, ma quantomeno godibile, senza le promesse del film di Muschietti o irrealistiche pretese.
Blue Beetle, c’è un nuovo supereroe a Palmera City
Jaime Reyes è un giovane neolaureato che torna nella sua città natale, Palmera City, per festeggiare il traguardo con la propria famiglia e ambire a un futuro pieno di soddisfazioni. Una volta ricongiunto con la famiglia scoprirà però che i suoi affetti più cari non se la stanno passando esattamente nel migliore dei modi. Suo padre ha avuto un infarto qualche tempo prima, e oltretutto stanno rischiando di perdere la casa dove Jaime e sua sorella Milagro sono cresciuti. Convinto che la sua laurea gli permetterà di trovare un lavoro in grado di sopperire alle difficoltà economiche della famiglia, Jaime si troverà di fronte una realtà complicata, ben diversa da ciò che si sarebbe aspettato.
La vita di Jaime però cambierà, nonostante tutto, e lo farà in un modo completamente inaspettato, dopo un incontro con Jenny Kord, nipote di Victoria Kord (Susan Sarandon), imprenditrice senza scrupoli. Sarà Jenny infatti a consegnargli uno Scarabeo – rubato dalle grinfie di Victoria -, che si rivelerà essere una forma di vita aliena incredibilmente tecnologica e che, dopo aver scelto Jaime come suo ospite, lo doterà di incredibili superpoteri, entrando in simbiosi con il suo corpo.
Blue Beetle è un inaspettato cambio di registro
Blue Beetle è entrato in produzione molti anni prima rispetto al recente annuncio che ha visto James Gunn e Peter Safran prendere saldamente le redini del nuovo DCU. Come annunciato dallo stesso Gunn, il primo film del nuovo universo sarà l’attesissimo Superman: Legacy. Anche se, ovviamente, l’influenza del regista sul progetto affidato ad Ángel Manuel Soto dovrebbe essere stata praticamente nulla, è curioso constatare come ci sia stato un evidente cambio di registro rispetto ai progetti passati. Scordatevi infatti l’approccio snyderiano di film come Batman v Superman o Justice League, perché quello di Blue Beetle è molto più vicino a ciò che ormai da anni continua a farci vedere la concorrenza di casa Marvel.
In alcuni aspetti il regista sembra veramente strizzare l’occhio a James Gunn, come l’utilizzo della musica diegetica, inequivocabile peculiarità di tutta la trilogia dei Guardiani della Galassia. Tuttavia, l’umorismo di cui è intriso Blue Beetle è molto più vicino a quello demenziale, e molte volte dozzinale, di film come Thor Love & Thunder – un approccio assolutamente antitetico rispetto a quello che avremmo potuto aspettarci da un progetto targato DC.
È forse questo l’unico vero difetto; non il cambio di registro in quanto tale, ma la gestione della comicità, in un film che, pur con grande semplicità, si snoda egregiamente tra gli eventi che travolgono la vita di Jaime, gestendo con sorprendente capacità anche le numerose sequenze action.
Blue Beetle e l’importanza della famiglia
Lo sappiamo fin troppo bene, la famiglia non è fondamentale soltanto per Dominik Toretto, e molte volte ha giocato, e gioca tuttora, un ruolo di primo piano nello sviluppo dell’arco narrativo di alcuni dei più importanti supereroi che hanno calcato i grandi schermi o le pagine dei fumetti. Basti pensare a Spider-Man per esempio, a quanto sia importante la zia May nel suo arco narrativo, così come la morte dello zio Ben, dal momento che Peter trova la forza proprio in quel dolore.
E così anche in Blue Beetle l’importanza che viene data alla famiglia è assolutamente centrale all’interno della narrazione. E allo stesso modo lo sono il dolore e la morte perché, proprio come Peter, Jaime dovrà affrontare una dolorosa perdita, trovando nell’amore per la propria famiglia il suo vero superpotere, nonostante il villain interpretato da Raoul Trujillo gli faccia notare più volte quanto quel legame rappresenti una debolezza. L’importanza della famiglia Reyes in Blue Beetle è evidente perché tutti sono protagonisti al pari e al fianco di Jaime e condividono con lui gran parte delle vicende che si susseguono nella pellicola.
Ma nel film di Ángel Manuel Soto il concetto di famiglia si estende anche a quello di appartenenza a una comunità. I Reyes sono messicani, il padre e la madre di Jaime hanno attraversato la frontiera, la nonna ha un passato rivoluzionario – e il film gioca su questo dettaglio con umorismo – e non mancano certo di sottolineare quanto siano fieri delle proprie origini, ma al tempo stesso vittime delle stesse. Rudy, lo zio di Jaime, gli confessa: “Finalmente anche noi abbiamo un supereroe”.
Uno dei fil rouge nella narrazione di Blue Beetle è proprio questo profondo senso di appartenenza, e allora non sorprende che il film si chiuda mostrando una famiglia riunita, quella dei Reyes certo, ma anche tutta la comunità latinoamericana di Palmera City. Non poteva essere altrimenti.
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