La serata dei David di Donatello 2020 si inaugura con un insolito flashmob: tutti i cinema italiani riaccendono per un notte le loro insegne, un simbolo di vicinanza e di resilienza in un momento molto difficile per il mondo dello spettacolo.
Giunti alla loro 65esima edizione, i David di Donatello rappresentano un faro nel buio in un maggio nel quale la crisi sanitaria Covid-19 ha spazzato via festival, rassegne e proiezioni.
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Come avevamo previsto, quella dei Premi David di Donatello 2020 è sicuramente un’edizione diversa che con vigore onora i grandi del passato per ribadire che il cinema vive per il presente, e che, almeno per stasera, è qui, è di nuovo acceso.
Come affermato dal conduttore Carlo Conti, questa serata è dedicata al lavoro di attori, truccatori, sceneggiatori, maestranze, artigiani, produttori, 200 mila persone che lavorano nel settore, e a oltre 4000 schermi al momento spenti.
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In uno studio televisivo a metà strada tra l’Eredità e le previsioni meteo, Carlo Conti parla e a volte applaude da solo, mentre gli attori nominati, tutti connessi dalle proprie case, rilasciano una breve intervista per fare il punto sulla propria candidatura. Peccato che questa visibilità sia riservata appunto solo agli attori e ai registi, mentre maestranze e artigiani vengono solo nominati, a loro non vengono dedicati neanche pochi minuti di collegamento per consegnare il premio.
Fatto paradossale per un’edizione che doveva essere dedicata loro, forse un’altra occasione mancata. In un video messaggio montato in maniera un po’ artigianale, tanti attori hanno prestato il loro volto per chiedere pubblicamente un sostegno, un fondo di solidarietà per tutti i lavoratori dello spettacolo, senza i quali tutto ciò non potrebbe esistere.
Fortunatamente il carisma di tanti artisti italiani di talento è riuscito a illuminare i David di Donatello 2020 anche a distanza. Tra i più amati, Valeria Golino, miglior attrice non protagonista per 5 è il numero perfetto di Igort, e Luigi Lo Cascio, miglior attore non protagonista per Il Traditore, che invita a festeggiare con lui i suoi figli, nonostante la connessione internet lenta e un po’ instabile. Roberto Benigni, anche lui nominato come miglior attore non protagonista per Pinocchio, ruba subito la scena, elegantissimo in smoking.
Nell’anno del centenario della nascita di Federico Fellini e Alberto Sordi un omaggio ai due grandi del cinema italiano era doveroso. In un altro video costellato da diverse interviste, alcuni tra i maggiori attori italiani, tra cui Alessandro Gassman, Leonardo Pieraccioni, Christian De Sica e Paola Cortellesi, dedicano un omaggio a Sordi, «eroe» e «bonaccione», vero e introspettivo, eclettico e profondo conoscitore del nostro cinema e del nostro paese. Come afferma Verdone, «Sordi è stato una grande maschera, e le maschere non hanno eredi».
Tra i premi più attesi, la vittoria di Pierfrancesco Favino come miglior attore per Il Traditore era sicuramente una delle più quotate, anche se serrata è stata la competizione con Luca Marinelli, già vincitore della Coppa Volpi all’ultima Mostra del cinema di Venezia per Martin Eden.
Una bella sorpresa poi è la vittoria di Jasmine Trinca come miglior attrice per l’amatissimo La Dea Fortuna di Ferzan Ozpetek.
Il premio alla regia è sicuramente quello di maggior spessore quest’anno con una promettente parterre di registi, più o meno affermati. Prevedibile comunque è la vittoria di Marco Bellocchio per il suo magistrale Il Traditore, che orgoglioso dichiara «ho 80 anni e voglio continuare a realizzare film che mi ispirano».
Sicuramente più aperta è stata la competizione per il miglior regista emergente, una categoria interessante che ogni anno lancia e mette in luce il grande lavoro di una nuova generazione di registi. A trionfare su Sole di Carlo Sironi e 5 è il numero perfetto di Igort, entrambi presentati alla 76esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, è stato Phaim Bhuiyan con Bangla, probabilmente apprezzato per la tematica leggera ma di grande attualità: un film che tratta della quotidianità di un ragazzo italiano di seconda generazione.
Una parola di speranza per il settore viene dal Ministro della Cultura e del Turismo Dario Franceschini che, nel suo intervento in diretta, rassicura sull’impegno del governo per rilanciare con ogni mezzo il mondo del cinema e dello spettacolo in generale. Dopo di lui, la direttrice artistica dei David Piera Detassis annuncia la creazione di Moviement Village, progetto che punta a riaprire i cinema attraverso nuove forme, quali i drive-in e le arene all’aperto.
Momento clou della serata è l’atteso annuncio del miglior film che consacra definitivamente Il Traditore di Marco Bellocchio.
Come ci aspettavamo, i David di Donatello 2020 hanno rappresentato un’edizione anomala, meno intensa e sicuramente meno semplice da realizzare. Dirigere una premiazione senza protagonisti non deve essere stato facile per Carlo Conti, che ha tenuto fede al suo ruolo con professionalità e simpatia. Apprezzabile è il coraggioso tentativo della Rai di accendere un po’ di speranza e per ricordarci come era il cinema prima che si trasferisse definitivamente sul piccolo schermo. Una cerimonia priva di abbracci e applausi è forse servita anche a ricordarci quanto il cinema “di prima” ci manchi.
Tutti i vincitori
Miglior Film
Il Traditore di Marco Bellocchio
Miglior regia
Marco Bellocchio per Il Traditore
Miglior regista esordiente
Phaim Bhuiyan per Bangla
Miglior sceneggiatura originale
Il Traditore – Marco Bellocchio, Ludovica Rampoldi, Valia Santella, Francesco Piccolo
Miglior sceneggiatura non originale
Martin Eden – Maurizio Braucci, Pietro Marcello
Miglior produttore
Il Primo Re – GRØENLANDIA, Rai Cinema, Gapbusters, Roman Citizem
Miglior attrice protagonista
Jasmine Trinca per La Dea Fortuna
Miglior attore protagonista
Pierfrancesco Favino per Il Traditore
Miglior attrice non protagonista
Valeria Golino per 5 è il Numero Perfetto
Miglior attore non protagonista
Luigi Lo Cascio per Il Traditore
Miglior autore della fotografia
Il Primo Re – Daniele Ciprì
Miglior musicista
Il Flauto Magico di Piazza Vittorio – L’Orchestra di Piazza Vittorio
Miglior canzone originale
La dea fortuna – Che Vita Meravigliosa di Diodato
Miglior costumista
Pinocchio – Massimo Cantini Parrini
Miglior truccatore
Pinocchio – Dalia Colli e Mark Coulier (trucco prostetico)
Miglior scenografia
Pinocchio – Dimitri Capuani
Miglior acconciatore
Pinocchio – Francesco Pegoretti
Miglior montatore
Il traditore – Francesca Calvelli
Miglior suono
Il primo re
Migliori effetti visivi
Pinocchio – Theo Demeris, Rodolfo Migliari
Miglior documentario
Selfie di Agostino Ferrente
Miglior cortometraggio
Inverno di Giulio Mastromauro
Miglior film straniero
Parasite
David Giovani
Mio fratello insegue i dinosauri di Stefano Cipani
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