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The Last Showgirl

The Last Showgirl, il canto del cigno di un’epoca passata

15 minuti di lettura

L’espressione «canto del cigno» viene spesso usata per indicare l’ultima fatica in carriera di un artista prima di appendere definitivamente gli stivali al chiodo. Vedendola da questo punto di vista, il canto del cigno assume una grande importanza, in quanto è spesso visto come un atto che suggella la fine di un’epoca. Esso, inoltre, segna anche l’avanzare di ciò che è nuovo, che deve confrontarsi con un’eredità ingombrante non riuscendoci sempre, e suscitando nei più nostalgia per i tempi che furono.

Nel mondo dello spettacolo momenti come questi sono all’ordine del giorno, e tanti sono i confronti fra modi diversi di fare spettacolo e arte, paragoni in cui il nuovo non sempre è visto di buon occhio. Un canto del cigno l’ha recentemente rappresentato al cinema Gia Coppola, regista di Palo Alto e Mainstream, con la sua nuova fatica The Last Showgirl.

La trama di The Last Showgirl

Scritto dalla sceneggiatrice e drammaturga Kate Gersten, The Last Showgirl racconta la storia di Shelly Gardner, interpretata da Pamela Anderson che per questo ruolo ha ricevuto una candidatura ai Golden Globes come migliore attrice protagonista. Shelly è una donna di mezza età, ballerina del celebre spettacolo di Las Vegas Le Razzle Dazzle che dopo quasi quarant’anni di attività è giunto al capolinea per essere sostituito dal Dirty Circus, uno show eroticamente più spinto dei nuovi proprietari del casinò.

The Last Showgirl

Le Razzle Dazzle ha due settimane di tempo per prepararsi alla chiusura, e Shelly deve usare questo tempo per cercare una nuova direzione nella sua vita, come, ad esempio, trovare un nuovo lavoro in un ambiente come quello dello spettacolo che vuole ragazze più giovani e più spinte, ma allo stesso tempo cerca di ricucire gli strappi con un passato di rinunce e sacrifici per inseguire un sogno impossibile di carriera di successo, come il rapporto irrisolto con la figlia Hannah (Billie Lourd).

The Last Showgirl, come nasce l’idea del film?

Come racconta Kate Gersten, The Last Showgirl doveva essere originariamente una pièce teatrale scritta nel 2013 da Gersten dopo aver assistito a uno spettacolo del Jubilee!, spettacolo di showgirl di ispirazione francese caratterizzato dalla grazia e dall’eleganza dei suoi costumi che ha chiuso per lasciare spazio a spettacoli come quello del Circ Du Soleil e Absinthe, quest’ultimo circo per adulti. Per scrivere questa pièce quando era borsista alla Julliard, Gersten ha raccolto testimonianze di ballerine di questo spettacolo, fra cui Diane Palm, sua ultima direttrice e, assieme a Dita von Teese, consulente per The Last Showgirl .

The Last Showgirl

Gia Coppola, che conosce Gersten in quanto moglie di suo cugino Matthew Shire (figlio del compositore David), ha avuto modo di leggere la pièce teatrale – che prima di chiamarsi The Last Showgirl si chiamava Body of Work – e ha iniziato a lavorarci su dopo aver finito di girare Mainstream, decidendo di mantenere la struttura di opera teatrale per produrre un film indipendente dal low-budget con un numero contenuto di attori e di location da utilizzare senza chiedere l’autorizzazione alle istituzioni.

The Last Showgirl, rappresentare la nostalgia a livello tecnico

Nonostante sia un film indipendente e a basso costo di budget, The Last Showgirl è un film che a livello tecnico funziona molto bene perché riesce a comunicare la nostalgia che contraddistingue Shelly. L’attrice scelta per interpretare Shelly, ovvero Pamela Anderson, è la prima scelta giusta. Scegliere Anderson significa scegliere il sex symbol di un’epoca – quella degli anni Novanta – fatta di glamour e di icone destinate a durare per sempre.

La scelta di Pamela Anderson, inoltre, si comprende meglio guardando The Last Showgirl in lingua originale. La voce stridula e ancora da ragazzina di Anderson in un corpo di una donna sui cinquant’anni dà ancora più potenza a un personaggio che si sente rifiutato da un ambiente che vuole puntare tutto su una bellezza – il più delle volte usa e getta – nel fiore della gioventù e che nonostante tutto sente ancora di poter dare tutto a un sogno che le ha permesso di vivere la propria vita anche al costo di fare certi sacrifici (impossibile non pensare al recente The Substance con Demi Moore, ndr).

The Last Showgirl

Un’altra scelta fondamentale: la rinuncia all’illuminazione artificiale, per girare The Last Showgirl su una pellicola in 16mm (la stessa usata da Brady Corbet in The Brutalist) con delle lenti anamorfiche il cui aspetto granuloso e distorsione ai bordi dà una patina retrò e vintage a quanto si vede sulla scena, ma anche le musiche del Premio Oscar Andrew Wyatt, che volutamente evocano l’epoca degli spettacoli di Las Vegas del XX secolo, e i costumi originali del Jubilee!, che con le loro piume e i loro strass comunicano l’eleganza e il glamour degli spettacoli della Sin City.

The Last Showgirl, il mondo dello spettacolo ieri e oggi

Fulcro di questa nuova fatica di Gia Coppola è, dunque, il mondo dello spettacolo e il modo in cui questo sta cambiando. In The Last Showgirl assistiamo allo scontro fra due versioni diverse di intendere il mondo dello spettacolo: uno rappresentato da Shelly e dalla sua migliore amica Annette (Jamie Lee Curtis) e un altro rappresentato dalle nuove generazioni di ballerine, ovvero Mary-Anne (Brenda Song) e Jodie (Kiernan Shipka).

Shelly e Annette rappresentano un modo di fare spettacolo incentrato sull’eleganza, sulle coreografie elaborate, sull’utilizzo di costumi sfarzosi che coprono il corpo delle ballerine, ma allo stesso tempo giocano con il vedo e non vedo. Nella loro idea di spettacolo, le ballerine e showgirl non sono soltanto donne che esibiscono la propria bellezza, ma anche donne che, come le ballerine degli show parigini a cui Le Razzle Dazzle si ispira, sono da considerarsi vere e proprie icone di stile ed eleganza ammirate in tutto il mondo per la propria raffinatezza.

The Last Showgirl

Da un lato uno show che non deve solo intrattenere, ma che è anche una pura forma d’arte, dall’altro, invece, un’idea di show che deve essere sexy, erotico, e nel fare ciò insiste molto sulla giovane età di chi è coinvolto. Shelly si scontra spesso con quest’idea, in particolare con Jodie, che ha preso parte a un provino del Dirty Circus ballando una coreografia molto succinta che la protagonista definisce volgare.

Quanto a Mary-Anne, invece, quest’ultima vive sulla sua pelle la questione dell’età nel momento in cui racconta di come a un provino le abbiano chiesto se fosse diventata appena maggiorenne, a riprova del fatto che, secondo una certa idea di spettacolo, sei interessante soltanto se molto giovane e dunque dotata di una bellezza non ancora scalfita dall’età che avanza.

Personaggio molto tragico di The Last Showgirl in questo senso è proprio Annette, che, costretta a ritirarsi da Le Razzle Dazzle, si guadagna da vivere come cameriera al casinò, sebbene, però, subisca per la sua non più giovane età discriminazioni sul lavoro (dover lasciare il bancone alle colleghe più giovani, per esempio). È proprio in questo frangente che si svolge una delle scene più commoventi di The Last Showgirl, quando Annette balla sulle note di Total Eclipse of the Heart di Bonnie Tyler, una ballata rock che ci trasporta indietro col tempo a un’epoca che ormai Annette non può più vivere e che la riempie di una nostalgia talmente forte che deve soffocarla con l’alcol e il gioco d’azzardo.

Altre due settimane prima della fine

Shelly, dunque, vive fra due idee di spettacolo e due epoche differenti: è stata una ragazza giovane come Mary-Anne e Jodie, ma allo stesso tempo si ritrova a dover confrontarsi con le stesse difficoltà riscontrate da Annette come ogni artista sulla via del tramonto. In questo senso, Shelly assomiglia a due personaggi del cinema: Elizabeth Sparkle, protagonista di The Substance, e Randy “The Ram” Robinson, protagonista, invece, di The Wrestler.

The Last Showgirl

La protagonista di The Last Showgirl è dunque una perfetta sintesi fra i due personaggi: come Elizabeth viene rifiutata perché non è più giovane, mentre in comune con Randy ha il fatto che il suo mestiere è la sua unica ragione di vita, quella per cui ha sacrificato tutto, e senza di ciò la sua vita perde significato. Shelly combatte, dunque, una duplice lotta: quella contro una società che cambia, e quella contro il proprio passato.

La storia della protagonista assume più significato nel momento in cui capiamo che come Randy Robinson anche lei deve ricucire il rapporto con la propria figlia, che ha sempre trascurato per inseguire il successo al punto che è cresciuta assieme alla famiglia della sua migliore amica. Hannah, infatti, ha un rapporto così complesso con la madre al punto da chiamarla sempre con il suo nome proprio, quasi a non riconoscerla nel suo ruolo di genitore. A livello personale, Shelly deve anche cercare di far posto ai propri sentimenti per Eddie (Dave Bautista), tecnico delle luci di Le Razzle Dazzle il cui affetto non ha mai ricambiato completamente perché accecata dalle sue ambizioni di successo.

The Last Showgirl

I problemi personali incidono molto sul rifiuto che Shelly riceve da parte di una nuova idea di spettacolo che sta sempre più prendendo piede. Sebbene Shelly provi a nascondere la propria età quando si presenta ai provini e racconti la sua esperienza trentennale a Le Razzle Dazzle, si sente dire che quello che la gente cerca non è la tecnica, l’eleganza, la storia, ma un erotismo pronto a essere consumato subito e con scarso interesse per l’eleganza, in quanto alla gente interessa dare sfogo alle proprie pulsioni, non assistere a uno spettacolo confezionato ad arte.

Questa combinazione di fattori rende la battaglia di Shelly non solo personale, ma universale: la protagonista combatte per dimostrare come, citando la canzone realizzata per The Last Showgirl da Wyatt, Miley Cyrus e Lykke Li Beautiful That Way, anche se la notte scivola via sulla luce di un’altra persona, quella persona resta sempre bella per quello che è. Il tempo passa, i momenti di gloria finiscono, ma è ancora possibile risplendere di luce propria e dimostrare ancora il proprio valore prima del definitivo calo del sipario.

Il commovente e nostalgico canto del cigno di Shelly Gardner

Con The Last Showgirl, Gia Coppola racconta una storia commovente e nostalgica di una donna che combatte una lotta personale, donna interpretata da un’attrice che ha dimostrato di essere molto di più di un sex symbol.

Quello di Shelly Gardner non soltanto è il canto del cigno di una showgirl d’altri tempi che deve ormai dire addio alla propria carriera, ma è anche un invito a chi insegue il proprio sogno di successo a non abbattersi mai, a continuare a splendere anche quando gli altri non ci considerano più al passo con i tempi, perché i tempi cambiano, ma la nostra bellezza e il nostro talento dureranno per sempre.


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Laurea magistrale in Lingue e Letterature Europee ed Extraeuropee presso l'Università degli Studi di Milano con tesi in letteratura tedesca e allievo dell'edizione 2021 del Master "Il lavoro editoriale" della Scuola del Libro.
Crede fortemente nel fatto che la letteratura debba non solo costruire ponti per raggiungere e unire le persone, permettendo di acquisire nuovi sguardi sulla realtà, ma anche aiutare ad avere consapevolezza della propria persona e della realtà che la circonda

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