Come da tradizione, il 2020 si apre con la 77esima edizione dei Golden Globe, trasmessi in diretta dal Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, condotti per la quinta volta dal comico e attore inglese Ricky Gervais.
Dopo un 2019 carico di qualità, le aspettative per i primi premi del 2020 sono tante e l’asticella mai così alta. Sono tutti importantissimi i nomi che si disputano le statuette e le numerose esclusioni eccellenti hanno già fatto discutere.
I Golden Globe, insieme al premio Oscar (per il cinema) ed al premio Emmy (per la televisione), sono il maggiore riconoscimento nel settore cinematografico e televisivo, rappresentano la prima (e decisiva) resa dei conti del 2020 che spianerà la strada per i prestigiosi premi Oscar.
Se gli Oscar hanno l’Academy, a decretare i vincitori dei Golden Globe è una giuria di giornalisti della stampa estera iscritti all’HFPA (Hollywood Foreign Press Association).
Golde Globes 2020: Cinema, Tv, ma anche vestiti e freddure
Il (secondo) show più atteso di Hollywood si apre con l’abito rosso fiammante targato Vera Wang di Scarlett Johansson mentre il solito caustico Ricky Gervais dà il meglio di se nelle prime battute della serata, con una serie di freddure che sicuramente fanno riflettere sul difficile momento politico e sociale delle ultime settimane e che giocosamente si concludono con «Ormai gli attori di Hollywood lavorano tutti per HBO e Netflix », con una nota speciale per The Irishman, «lungo ma bello».
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A differenza dei più composti premi Oscar, gli invitati dei Golden Globe siedono tutti a tavola, con un open bar che serve vino in continuazione ma con un menu rigorosamente vegano, per accontentare i gusti delle star più esigenti.
Un’occasione per prendere posizione
Anche dalla gabbia dorata di Hollywood, è impossibile non riflettere stasera sulle conseguenze catastrofiche del cambiamento climatico, tra cui, in particolare, i distruttivi incendi in Australia, e sulla complessa situazione politica internazionale. Sono quindi numerosi i divi che hanno espresso parole coraggiose in nome di cause importanti e che sicuramente non passeranno inosservati.
Il primo è Russell Crowe che non ritira il suo premio per migliore attore della miniserie The Loudest Voice, in quanto l’attore ha deciso di rimanere in Australia, suo Paese natale, per stare vicino alle popolazioni costrette allo sfollamento e che ormai hanno perso tutto.
Anche Ellen DeGeneres, stasera vincitrice del Carol Burnett Award, spende qualche parola per ricordare l’Australia e il suo continuo impegno per la salvaguardia dell’ambiente con la sua fondazione Ellen Funds.
Le dure parole di Patricia Arquette, miglior attrice non protagonista per la serie The Act, sono solo un’anticipazione dell’emozionate discorso di Michelle Williams, miglior attrice per la serie Fosse/Verdon: «Donne, ricordate, verrà il momento di votare, siamo il corpo elettorale più numeroso di questo Paese, possiamo cambiare questo mondo per renderlo un po’ più simile a noi».
Tra i discorsi indimenticabili, Joaquin Phoenix, meritatissimo miglior attore per il film Joker, chiude in grande stile con un sincero e umile appello a prendere un impegno con il nostro pianeta per cambiare le cose e, prima di tutto, il nostro stile di vita. Il tutto condito da una discreta quantità di “fuck” che la NBC ha prontamente provveduto a censurare.
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Intanto il favorito Marriage Story rimane quasi a mani vuote, mentre Quentin Tarantino e il suo C’era una volta a… Hollywood conquistano la giuria dell’HFPA vincendo il premio come miglior sceneggiatura e miglior film musical o commedia.
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Un rinato Brad Pitt si aggiudica il titolo di miglior attore non protagonista e torna a far sognare generazioni di donne (e non solo). Rimarrà sicuramente impressa nella storia del cinema recente la sua scena a torso nudo sul tetto della casa vicina di Sharon Tate, scena che ovviamente ricordiamo tutti.
A sorpresa, Sam Mendes con il film 1917 si aggiudica l’ambitissimo premio come miglior regista, una categoria quest’anno fortemente criticata per l’assenza di registe donne, anche se secondo lui «non esiste regista che non stia all’ombra di Martin Scorsese».
Il grande favorito della serata e, a nostro avviso, il miglior film dell’anno, Parasite vince come miglior film straniero. Il regista Bong Joon-ho ritira il premio accompagnato da un’interprete, dichiarando «Quando supererete la barriera dei sottotitoli potrete vedere tanti altri bei film, anche se penso che tutti noi stiamo usando un’unica bellissima lingua: il cinema».
Chi si può dire più che contento è il mitico Elton John che, insieme all’amico e collega Bernie Taupin, ha contributo ad animare la serata, mentre il su film Rocketman si porta a casa il premio come miglior canzone originale con I’m Gonna Love Me Again e Taron Egerton vince come miglior attore, meritato vista la sua grande performance.
Un altro momento da ricordare e incorniciare è un emozionato Tom Hanks che ritira il Cecil B. Demille Award, anticipato da un altrettanto emozionata Charlize Theron che descrive Hanks come l’insieme «di tutte le qualità a cui noi aspiriamo, dentro e fuori lo schermo. Lui è semplicemente qualcuno capace di rendere il mondo migliore».
La televisione ai Golden Globes 2020 non è più solo Netflix
Per quanto riguarda le serie televisive, il 2020 pare l’anno fortunato delle grande piattaforme dello streaming, tranne per Netflix. Amazon Prime Video si aggiudica il titolo di miglior serie TV con Fleabag, serie che evidentemente merita moltissimo, dato che anche l’attrice Phoebe Waller-Bridge riceve il premio di miglior attrice.
Succession si accaparra il premio di miglior serie drammatica, mentre Chernobyl, targata HBO, è la miglior miniserie «per dimostrare che le serie non sono solo Netflix».
Questa lunga carrellata di premi inducono per forza a una riflessione. In un 2020 cominciato nel peggiore dei modi, con venti di guerra e cataclismi climatici quotidiani, viene da pensare che la vittoria di 1917 non è forse casuale, ma rappresenti proprio un monito che denuncia gli orrori della guerra, un avvertimento ai potenti affinché tutto ciò non accada più.
Il monito dei Golden Globes 2020
All’alba di un nuovo decennio, il mondo di Hollywood e del cinema in generale ha dimostrato di saper uscire dalla propria bolla di cristallo, sfornando ogni anno (grandi) film che sanno emozionare perché capaci attraverso diverse forme e linguaggi a dare voce a chi non ce l’ha, mettendo a nudo le contraddizioni della società per ripensare le vite di chi sta ai margini del sistema. In attesa degli ambiti premi Oscar (le nomination verranno rivelate il 13 gennaio, mentre la cerimonia si terrà il 9 febbraio), i Golden Globe ci hanno fatto capire che la consapevolezza e l’informazione sono oggi fondamentali e che i film, anche attraverso la finzione e l’immaginazione, sono capaci di raccontare le storie più vere e più difficili, una missione umana oltre che artistica, una chiamata a cui oggi il cinema sembra pronto a rispondere.
Miglior film drammatico
1917 di Sam Mendes (Universal)
Miglior film commedia o musicale
C‘era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino (Sony)
Migliore attrice in un film drammatico
Renée Zellweger in Judy
Migliore attore in un film drammatico
Joaquin Phoenix in Joker
Migliore attrice in una commedia o film musicale
Awkwafina in The Farewell – Una buona bugia
Migliore attore in una commedia o film musicale
Taron Egerton in Rocketman
Migliore attrice non protagonista
Laura Dern in Storia di un matrimonio
Migliore attore non protagonista
Brad Pitt in C’era una volta a… Hollywood
Migliore regia
Sam Mendes per 1917
Migliore sceneggiatura
Quentin Tarantino per C’era una volta a… Hollywood
Miglior film d’animazione
Missing Link di Chris Butler (Laika)
Miglior film straniero
Parasite (Corea del Sud) di Bong Joon-oh
Migliore colonna sonora originale
Hildur Guðnadóttir per Joker
Migliore canzone originale
(I’m Gonna) Love Me Again in Rocketman. Musica: Elton John. Testo: Bernie Taupin
Miglior serie tv drammatica
Succession
Migliore serie tv comica o musicale
Fleabag
Miglior miniserie drammatica in tv
Chernobyl
Migliore attrice in una mini serie o film televisivo
Michelle Williams in Fosse/Verdon
Migliore attore in una mini serie o film televisivo
Russell Crowe in The Loudest Voice – Sesso e potere
Migliore attrice in una serie tv drammatica
Olivia Colman in The Crown
Migliore attore in una serie tv drammatica
Brian Cox in Succession
Migliore attrice in una serie comica o musicale
Phoebe Waller-Bridge in Fleabag
Migliore attore in una serie tv comica o musicale
Ramy Youssef in Ramy
Migliore attrice non protagonista in una serie o miniserie o film tv
Patricia Arquette in The Act
Migliore attore non protagonista in una serie o miniserie o film tv
Stellan Skarsgård in Chernobyl
Golden Globe Cecil B. deMille Award
Tom Hanks
Golden Globe Carol Burnett Award
Ellen DeGeneres
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