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In Fiamme, la Spagna punta sul true crime

5 minuti di lettura

Disponibile dall’8 settembre scorso, In Fiamme (El cuerpo en llamas il titolo originale) è la nuova miniserie originale Netflix proveniente direttamente dalla Spagna. Composta da otto episodi In Fiamme vede nel cast Ursula Corberò nei panni della protagonista Rosa Peral, Jose Manuel Poga in quelli di Pedro e Quim Gutiéerrez in quelli di Albert, per raccontare una delle storie vere di cronaca nera spagnola più sconvolgenti.

In fiamme, odio e amore

In fiamme Ursula Corbero

Nel maggio del 2017 la Catalogna è scossa dal ritrovamento di un cadavere completamente carbonizzato all’interno della sua auto, situata nel bacino idrico del Foix poco distante dalla città di Barcellona. Colui che all’inizio è senza identità viene riconosciuto poco dopo, si tratta di Pedro Rodriguez (José Manuel Poga), agente della Guardia Urbana di Barcellona di 38 anni. Durante l’indagine per omicidio che scatta subito dopo il macabro ritrovamento, vengono alla luce intrighi, lati negativi, segreti e relazioni tossiche che portano all’arresto di Rosa Peral (Ursula Corberò), compagna di Pedro, e del suo amante Albert Lopez (Quim Gutiéerrez).

Diretta da Jorge Torregrossa In Fiamme è il racconto romanzato di una delle storie true crime più macabre della Spagna, una storia che mescola amore, odio, invidia e tradimenti degna da film horror. Con una narrazione che oscilla tra flashback, presente e flashforward, nel corso delle otto puntate la miniserie fa luce sulle questioni macabre che hanno portato i due amanti, Rosa e Albert, a compiere l’omicidio di Pedro, donando contemporaneamente un ritratto veritiero dei due, facendo cadere qualsiasi tipo di maschera che erano stati in grado abilmente di crearsi.

Tra thriller e mistery

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Essendo la vicenda una delle più conosciute e chiacchierate su territorio spagnolo, la serie inizia consapevole delle conoscenze già acquisite dallo spettatore e preferisce quindi concentrarsi su aspetti poco indagati, primo su tutti la psicologia dei suoi protagonisti, lasciando nebulose -perché mai dichiarate veramente- le dinamiche su come si sia consumato il crimine. Ecco, quindi, che il discorso narrativo butta il suo occhio sul personaggio di Rosa, compagna di Pedro, disegnando una donna senza cuore, dal passato tormentato e analizzato nel corso degli episodi.

Ursula Corberò interpreta abilmente Rosa, carnefice e mente del delitto, abile manipolatrice che ha fatto del caso mediatico scaturitosi intorno a lei, terreno fertile per le sue bugie. L’altro lato della medaglia è Albert, amante di Rosa e complice del delitto, mostrato come un uomo totalmente succube alla donna ma al contempo consapevole di cosa lei è capace di fare. Un quadro complessivo della vicenda che si concentra e indaga sulla psicologia dei carnefici, con la componente thriller che lascia posto al mistery.

In fiamme, un passato onnipresente

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Una delle cose su cui la serie va a mettere maggiormente mano è il passato, indagato sotto varie sfaccettature. Trova spazio, infatti, anche il passato di Rosa prima che incontrasse Pedro, i suoi trascorsi con l’ex marito Javi (Isak Férriz), il rapporto con sua figlia Sofia (Guiomar Caiado), nata proprio dal suo matrimonio con Javi, il processo di revenge porn in cui Rosa ne è uscita vittima, arrivando infine al suo incontro con Albert e a quello con Pedro. Un passato che è anche protagonista della storia di Pedro e Rosa; vengono mostrati dettagliatamente i momenti che hanno anticipato l’omicidio, sia quelli più felici che quelli più ostici. Spazio viene anche dato al processo, al ruolo mediatico che ha avuto, a come Rosa e Albert si sono comportati e come il loro rapporto è cambiato.

In Fiamme è quindi una serie che intende far luce su una vicenda macabra e ancora ricca di momenti oscuri e imprecisati, puntando sulla psicologia dei carnefici piuttosto che sul modo in cui l’efferato crimine si è compiuto. Una serie che riesce a coinvolgere lo spettatore grazie alla sua costruzione, mix di elementi diversi e ben elaborati, che riescono a catturare l’attenzione. Oltre alla miniserie è disponibile, sempre su Netflix, anche il film documentario Il caso Rosa Peral, narrato dalla stessa Rosa direttamente dal carcere, dove si trova a scontare i suoi 25 anni di pena.


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Rebecca, classe 2000. Scrivo da che ne ho memoria e da ancora più tempo guardo film. Ho troppi film preferiti, sono innamorata del cinema in tutte le sue forme, vorrei vivere all'interno di una sala cinematografica e aspetto il Festival del cinema di Venezia come fosse Natale.

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