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Incastrati, com’è la serie Netflix con Ficarra e Picone

A tre anni da Il Primo Natale, i due comici sbarcano su Netflix con una miniserie da loro scritta, diretta e interpretata. Scopriamo cosa funziona, e cosa no.

5 minuti di lettura

È disponibile su Netflix dal primo gennaio la miniserie Incastrati scritta, diretta e interpretata dal duo comico composto da Salvatore Ficarra e Valentino Picone, da tempo approdato sul grande schermo e amato in tutta Italia. Analizziamo pregi e difetti di un prodotto tutto sommato divertente ma che, forse, si poteva evitare.

La trama di Incastrati in breve

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Salvo e Valentino (Ficarra e Picone, rispettivamente) sono due tecnici TV, il primo patito di serie TV e nel pieno di una crisi matrimoniale, il secondo incapace di abbandonare la casa di sua madre.

Ritrovatisi per puro caso sulla scena di un crimine e incastrati, per l’appunto, da una serie di sfortunate coincidenze, i due tenteranno di mettere in atto un piano per sfuggire alle accuse di omicidio, con risultati esilaranti e del tutto imprevedibili.

I punti a favore della serie

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Ficarra e Picone in una scena dalla serie TV Incastrati

È ormai risaputo che la presenza di Ficarra e Picone in un qualsivoglia prodotto di cinema e TV, così come per altri comici del loro stesso calibro, garantisca l’immediato successo del prodotto in questione, specialmente se il pubblico ha urgente bisogno di spensieratezza. E non a caso, dopo solo due giorni dalla sua uscita, la miniserie del duo siciliano si è classificata al primo posto dei contenuti più visti di Netflix, scavalcando il film del momento, Don’t Look Up di Adam McKay.

Con soli sei episodi di breve durata (dai 25 ai 35 minuti) Incastrati si rivela essere, come d’altronde ci si aspetterebbe, una serie semplice da seguire e dalle poche pretese, tra cui spicca certamente quella di far divertire il pubblico sfruttando quella genuinità tipica dei comici protagonisti.

Sin da subito, infatti, Ficarra e Picone riescono a conquistare lo spettatore con una facilità disarmante, ricorrendo alle solite espressioni facciali macchiettistiche e alle consuete dinamiche di coppia che ci hanno già fatto divertire in passato.

La sintonia dei due comici è spontanea e del tutto credibile, e come sempre garanzia che riusciranno a strapparci un sorriso; pertanto, pur non riuscendo a eguagliare i loro primi lavori (Il 7 e l’8 o La Matassa, per intenderci), Ficarra e Picone riescono nel loro intento di intrattenere senza ricorrere a stratagemmi, ma soltanto sfruttando la loro naturale comicità.

Perché Incastrati non convince del tutto

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Se è vero che Ficarra e Picone riescono a divertire solo sfruttando la loro mimica facciale, è pur vero che a lungo andare certe espressioni diventano ripetitive, finendo per stancare invece che essere esilaranti. E proprio questo è l’effetto di Incastrati, che ripropone dinamiche viste e riviste nei precedenti lavori del duo comico: esempio lampante la presenza di Tony Sperandeo, già comparso ne Il 7 e l’8, o ancor di più quella di Domenico Centamone, che dopo La Matassa torna a ricoprire il ruolo del tirapiedi mafioso riproponendo, anzi copiando, la sua precedente interpretazione.

Nel complesso, l’intento di Incastrati sembra quello di divertire con il minimo sforzo senza sfruttare alcun elemento innovativo che avrebbe potuto istigare al rewatch della serie; una serie, in più, non proprio degna di essere chiamata tale, essendo alla fine un film più lungo delle solite comedy diviso in più parti (e più stagioni, a quanto sembra!) per adattarsi al mercato attuale.

Da un lato, una simile trovata sembra efficiente, vista la risposta degli utenti di Netflix; dall’altro la mancanza di novità rispetto ai precedenti film di Ficarra e Picone, abbastanza vari per tematiche e sceneggiatura, rischia di far tornare la serie sul fondo della classifica non appena uscirà un contenuto più interessante.

In sintesi, la serie TV è oggi una carta quasi sempre vincente, vista la preferenza di una buona fetta di pubblico, ma proprio l’estrema propensione per questo tipo di prodotto fa sì che ci sia una crescente competizione. Ciò vuol dire, in poche parole, che la risata isolata non è sufficiente a sfondare, e che mentre i fan dei due comici siciliani saranno disposti ancora una volta a guardare Il 7 e l’8, anche magari su Italia Uno, di Incastrati, purtroppo, non si potrà dire lo stesso.


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Classe 1996, dottoranda in Ingegneria Industriale all’Università di Napoli Federico II, il cinema è la mia grande passione da quando ho memoria. Nerd dichiarata, accanita lettrice di classici, sogno di mettere anche la mia formazione scientifica al servizio della Settima Arte. Film preferito? Il Signore degli Anelli.

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