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It Ends With Us copertina

It Ends With Us – Siamo noi a dire basta, il film dietro le polemiche

8 minuti di lettura

Justin Baldoni adatta l’omonimo romanzo di Colleen Hoover e, insieme a Blake Lively, dà vita alla coppia di Ryle Kincaid e di Lily Bloom, in quello che è a tutti gli effetti un film che pone al centro una tematica molto forte e al contempo delicata da trattare, capace, senza sprofondare nella retorica, di catturare l’attenzione dello spettatore. Stiamo parlando ovviamente di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta, uscito nelle sale italiane il 21 Agosto e preceduto da una compagna promozionale che ha suscitato molto scalpore.

Lily Bloom: un nome, un destino

Blake Lively in una scena di It Ends With Us

La Lily Bloom (Blake Lively/Isabela Ferrer) di It Ends With Us è una giovane donna che, dopo essere scappata dal funerale del padre, si trasferisce a Boston, con l’intento di aprire una sua attività: una fioreria. Nella nuova città conosce una sera su un tetto di un palazzo il neurochirurgo Ryle Kincaid (Justin Baldoni).

Lui ha le idee ben chiare, ma lei fa intendere che il suo cuore non è così facile da conquistare, poiché da adolescente Lily ha assistito più volte al padre che picchiava la madre. E non solo: dopo averlo trovato in camera con la figlia, il padre preso dalla rabbia aveva quasi ammazzato di botte il giovane Atlas Corrigan (Brandon Sklenar/Alex Neustaedter) ovvero il ragazzo di Lily al liceo.

Dopo aver avviato la fioreria, grazie all’aiuto della collega e amica Allysa (Jenny Slate), Lily si vede quasi braccata da Ryle, il quale fa di tutto per avere un’occasione con lei. Lily poi scoprirà immediatamente che Ryle non è che il fratello di Allysa, il che inevitabilmente aiuterà quest’ultima a lasciarsi andare tra le braccia di Ryle. Ma ben presto il giovane amore che Lily inizia a provare per Ryle inizia a mutare, proprio nell’istante in cui quest’ultimo, in un momento d’ira, la colpisce, provocandole un forte livido in faccia.

Lily prenderà sempre più consapevolezza che l’amore che provava inizialmente per Ryle sta iniziando forse ad appassire, petalo dopo petalo, incidente dopo incidente. Sarà l’incontro voluto dal destino con Atlas nel suo ristorante, proprio a Boston, a farle prendere più consapevolezza della situazione che sta vivendo. Ovvero quella dove la violenza domestica è protagonista di un amore che in realtà non esiste.

It Ends With Us, cosa funziona e cosa no

Blake Lively e Justin Baldoni in una scena di It Ends With Us

Parlare e mettere in scena una tematica forte come della violenza domestica non è affatto semplice. It Ends With Us – Siamo noi a dire basta riesce, seppur con qualche scivolone, a tenere incollato lo spettatore sulla poltrona del cinema per due ore, senza mai far sì che quest’ultimo si azzardi a guardare l’orologio per sapere quanto manca alla fine. La regia di Justin Baldoni, che nel film interpreta Ryle, impone una firma figlia dei suoi tempi. Ovvero, It Ends With Us imposta una regia non ricercata, né tantomeno elaborata, poiché essa non vuole far altro che far trasparire la storia in sé, nonché il messaggio che essa vuole portare allo spettatore.

Blake Lively, lontana da ruoli come quello di Adaline in Adaline: l’eterna giovinezza (2015) o dal ruolo di Veronica Hayes in Cafè Society (2016), nell’opera firmata da Baldoni riesce a far emergere una donna profondamente segnata dal trauma adolescenziale, pur credendo ancora nel vero amore e nelle seconde possibilità.

Infatti, nonostante il primo episodio di violenza subìto da Ryle, Lily lo calma e lo perdona all’istante, così come lo farà la seconda e la terza volta, finché, però, quel vaso di fiori che porta con sé, pieno di paure e incertezze, inizierà a creparsi, fino a rompersi definitivamente. Spesso infatti si tende al voler a tutti i costi salvare la propria relazione con la persona che si crede di amare. Ma laddove uno prova amore, e dall’altra parte si riceve solo violenza, beh, quello non è affatto amore. Bensì, è ciò che dovrebbe segnare la fine di una relazione.

Ma allora, cos’è che davvero non funziona in It Ends With Us? Il film pecca di tanto in tanto di una lentezza non del tutto necessaria, la quale però non rovina l’esperienza cinematografica in sé ma fa concentrare ancor di più lo spettatore su dettagli e momenti della storia che potevano tranquillamente essere raccontati, a detta nostra, in altri modi.

L’altro punto critico di It Ends With Us è da ricercare in una regia sì piacevolmente semplice, ma anche confezionata a tavolino. Il sentore del “già visto“, tra inquadrature e movimenti di macchina, aleggia dentro e fuori la fioreria di Lily Bloom, quasi come se il regista avesse scelto di non spingersi oltre a un linguaggio elementare per scegliere i propri personali punti di vista sulla storia narrata. Nel complesso, però, le direzioni formali non inficiano troppo il risultato finale di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta.

Cos’è successo durante la campagna promozionale di It Ends With Us?

Justin Baldoni e Blake Lively in una scena di It Ends With Us

It Ends With Us prima di uscire nelle sale italiane (e non solo) ha fatto parlare di sé per ciò che è accaduto durante la sua campagna promozionale, nel corso dei vari junkets e interviste relative all’uscita del film con gli attori protagonisti. Il polverone si è abbattuto proprio sull’attrice protagonista e produttrice del film, ossia Blake Lively, la quale ha più volte dato idea di voler sminuire la tematica del film, cercando di parlare d’altro, cercando la risata facile.

Ciò non è ovviamente passato inosservato agli occhi del pubblico e della critica, la quale ha fortemente attaccato l’attrice che si è ritrovata dentro un polverone di polemiche. C’è poi da aggiungere che un altro fattore che ha destato interesse nei fan è stato il comportamento evasivo dell’attore e regista Justin Baldoni, il quale ha preferito fare una campagna promozionale in solitaria, evitando perfino le foto di gruppo e quelle in compagnia dell’attrice protagonista del suo film.

Quindi sì, It Ends With Us sicuramente non ha avuto la campagna promozionale che voleva o che aveva in mente, ma ha indubbiamente avuto strada libera nella chiacchera del mondo dei cinefili, che ormai sappiamo essere un ottimo canale distributivo del film. Il famoso potere del passaparola, per intenderci. Sarà stato un bene?


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