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Topolino non sarà più Disney? I 95 anni di Mickey Mouse cambiano tutto

7 minuti di lettura

Dopo Winnie the Pooh è giunto il momento di lasciare Casa Walt Disney anche per il suo personaggio-simbolo: Topolino. Sembra infatti che il celebre Mickey Mouse possa diventare di dominio pubblico a partire dal 2024, dopo quasi 95 anni dalla sua creazione.

Mickey Mouse: il copyright sta per scadere

Chi non ha mai passato l’estate leggendo un fumetto di Topolino sulla spiaggia? O giocato a Kingdom Hearts? Fumetti e videogiochi sono solo alcuni degli universi che vedono protagonista il topolino borghese con i guanti bianchi e i pantaloncini rossi. Secondo la Legge il copyright di Disney ha fatto il suo tempo: 95 anni è il tempo dopo il quale scadono tutti i diritti esclusivi su un’opera anonima o pseudo-anonima.

Infatti il prossimo ottobre Topolino compirà 95 anni. Nato dalla collaborazione fra Wal Disney e Ubbe Eert Iwwerks, noto come Ub Iwerks, nel 1928, Mickey Mouse ha conquistato il mondo e il cuore di milioni di bambini in tutto il mondo. È stato lo stesso Walt Disney a dichiarare in un’intervista la fonte della sua ispirazione:

Erano soliti lottare per le briciole nel mio cestino dei rifiuti, quando lavoravo da solo fino a tarda notte. Li presi e li tenni in gabbiette sulla mia scrivania. Mi affezionai particolarmente a un topo domestico marrone. Era un piccoletto timido. Toccandolo sul naso con la matita, lo addestrai a correre all’interno di un cerchio nero che avevo tracciato sul mio tavolo. Quando me ne andai da Kansas City per tentare la fortuna a Hollywood, mi dispiacque lasciarlo. Così lo portai in un cortile, facendo attenzione che fosse un bel quartiere, e il piccoletto domato corse verso la libertà.

In Italia Mickey Mouse arriva nel 1930 con il nome di Topolino sul settimanale Illustrazione del Popolo, supplemento illustrato del quotidiano torinese la Gazzetta del Popolo, con la prima striscia, disegnata da Ub Iwerks, intitolata Le avventure di Topolino nella giungla.

Image is used for identification purposes only. All rights reserved by the copyright holder and/or publisher of the comic book present in this image. Immagine scaricata dal sito https://www.collezionismofumetti.com/ (che si ringrazia), utilizzata solo a fini divulgativi

Mickey Mouse, un destino ancora incerto

Nonostante la Disney rischi di perdere i propri diritti sul personaggio che ne è diventato il volto, Daniel Mayeda, direttore associato della Documentary Film Legal Clinic della UCLA School of Law, rassicura sul fatto che la scadenza non è priva di limiti.

Secondo il direttore infatti “È possibile utilizzare il personaggio di Topolino così come è stato originariamente creato per creare le proprie storie di Topolino o storie con questo personaggio. Ma se lo fate in modo che la gente pensi alla Disney – cosa piuttosto probabile perché ha investito in questo personaggio per così tanto tempo – allora, in teoria, la Disney potrebbe dire che avete violato il mio copyright”.

Negli ultimi anni, poi, la Disney si è schierata a favore della comunità LGBTQ+ e questo l’ha resa invisa al partito di destra dei Repubblicani, i quali contestano le possibili nuove estensioni del mondo di Mickey Mouse e le sue evoluzioni. Lo scorso maggio, il senatore repubblicano Josh Hawley del Missouri è stato sotto i riflettori per aver minacciato l’ampio elenco di diritti d’autore della Disney dopo che essa si era pubblicamente opposta alla legge sui diritti dei genitori in materia di istruzione della Florida, comunemente chiamata legge “non dire gay“. Hawley aveva dichiarato alla stampa:

L’era delle elargizioni repubblicane alle grandi imprese è finita. Grazie a speciali protezioni del copyright da parte del Congresso, le aziende “woke” come la Disney hanno guadagnato miliardi mentre assecondavano sempre più gli attivisti “woke”. È ora di togliere i privilegi speciali alla Disney e aprire una nuova era di creatività e innovazione.

A complicare le cose è il fatto che Topolino e il suo universo sono in costante evoluzione: il Mickey Mouse apparso per la prima volta nel cortometraggio Steamboat Willie non è sicuramente lo stesso Mickey Mouse che conosciamo oggi.

Mickey Mouse: il precedente con Winnie the Pooh

Se consideriamo che, mentre i diritti d’autore sono limitati nel tempo, i marchi non lo sono, per questo la Disney potrebbe comunque mantenere i diritti sul proprio marchio: dagli slogan usati dal personaggio agli abiti, parole, frasi e il personaggio stesso disegnato in un certo modo.

Non è passato inosservato, ad esempio, il Winnie the Pooh del regista Rhys Frake-Waterfield, nel suo prossimo film horror Winnie the Pooh: Blood and Honey. Infatti, la tipica camicia rossa di Pooh è stata accuratamente evitata dal regista proprio perché marchio riconoscibile del Pooh disneyano.

In una sua intervista a Variety, il regista ha commentato: “Abbiamo cercato di essere estremamente attenti. Sapevamo che c’era una linea di demarcazione e sapevamo quali erano i loro diritti d’autore e cosa avevano fatto. Quindi abbiamo fatto il possibile per assicurarci che [il film] fosse basato solo sulla versione del 1926. Nessuno lo scambierà [per la Disney]. Quando vedrete la copertina, i trailer, i fotogrammi e tutto il resto, nessuno penserà mai che si tratti di una versione per bambini”.

Riprendendo le parole di Mayeda, infatti, coloro che vogliono utilizzare il personaggio Mickey Mouse, una volta divenuto di dominio pubblico, hanno la necessità di sfruttare un personaggio totalmente privo delle peculiari caratteristiche Disney.


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Classe 1996. Siciliana trapiantata a Roma, mi sono innamorata dei libri e delle storie narrate da bambina. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, ho intrapreso il mio viaggio all'interno del mondo dell'editoria.

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