le città di pianura

Le Città di Pianura, le cartoline d’Italia

/
6 minuti di lettura

L’Italia non esiste. Alla fine siamo solo piccole regioni erose dall’Americanizzazione del paese. Questa è la situazione fotografata da Francesco Sossai ne Le Città di Pianura, nelle sale dal 2 ottobre 2025. Destreggiandosi fra immagini archetipiche della tradizione cinematografica nostrana e riferimenti più internazionali, Sossai restituisce un’Italia completamente perduta ed abbandonata a se stessa, attraversata da individui la cui vita è dominata da elementi al di fuori del loro controllo.

Le città di pianura, costruire immagini pan-Europee

In un Veneto che sceglie attivamente di autorappresentarsi come laguna e montagne — eliminando quindi tutto ciò che vi sta nel mezzo — due amici si trovano ad inseguire il miraggio de “l’ultima bevuta”. Ovviamente dopo l’ultima birra ne viene sempre un’altra, in un perverso gioco di inseguimenti che vede l’alba tramutarsi nella fine del giorno precedente ed il tramonto nell’inizio della nuova sessione di bevute. Le Città di Pianura parla di Carlobianchi e Doriano, che nella vita hanno fatto di tutto ed oggi si trovano a saltare di bar in bar cercando il senso della — loro — vita, fra occasioni perse, scelte sbagliate e crisi di mezz’età come condizione di esistenza costante.

Sarà l’incontro con Giulio, timido universitario, a convincere i due a prolungare la più recente serie di bevute fino all’estremo, trascinando il giovane — interpretato dallo stesso Filippo Scotti in gran forma attoriale di È Stata la Mano di Dio (2021) — in un viaggio attraverso il Veneto più industrializzato e diroccato. La dinamica ricorda esplicitamente quella de Il sorpasso (1962), nel quale il tracotante uomo del boom economico Vittorio Gassman “rapiva” l’idealista e pacato Trintignan; ne Le Città di Pianura il boom è arrivato alla sua naturale conclusione: la bolla è esplosa, la crisi si è mangiata quel benessere spicciolo che dava sicurezza all’odioso Gassman e ai nostri due protagonisti.

Filippo Scotti interpreta Giulio, un timido universitario, in le città di pianura di Francesco Sossai. Qui si trova in un bar.

Il confronto fra testi non potrebbe essere più esplicito: è la crisi del 2008 a scatenare i timori e le insicurezze di Carlobianchi e del suo compare, ciò che finisce per separarli dal loro unico amico, Genio, e da tutte le persone che si siano mai interessate a loro. L’unica risposta possibile è la dipendenza, inseguire il desiderio di scordare tutto almeno fino alla successiva birra. Fra la tragedia della realtà e l’amara ironia suscitata dall’ebbrezza stanno le sbornie, lunghe, sempre più faticose e irreversibili; ad ogni loro risveglio dei protagonisti rimane sempre meno, erosi dal costante altalenarsi di queste vite a metà.

Le Città di Pianura parla proprio di ciò che sta nel mezzo, sia in termini spirituali — l’età, i sogni mozzati, lo stato di coscienza fra la veglia e lo stordimento — sia in termini geografici, ovvero tutti quei luoghi di cui l’Italia moderna è costellata: grandi complessi industriali, gigantesche autostrade iniziate e mai finite, abusivismi edilizi e città-dormitorio, nate non come centri abitati vivibili ma come immagine specchio di quell’hinterland americano che ci ha colonizzati.

 Carlobianchi e Doriano, due amici di bevute, si ritrovano a saltare di bar in bar in cerca del senso della vita nel film Le città di pianura di Francesco Sossai. Nel frame, i due amici sono appoggiati a un auto, parcheggiata tra le palazzine del Veneto.

Difatti Le Città di Pianura riserva ai suoi territori lo stesso trattamento che Wim Wenders riservò ai deserti ed ai non-luoghi di Paris, Texas (1984): una sensibilità europea applicata ad archetipi spaziali statunitensi. Sossai sottolinea come tutte quelle città schiacciate fra la laguna veneziana e le montagne bellunesi siano state trasformate in hinterland, ovvero in zona periferica di depressione economica, estesa attorno a grandi centri di produzione che ne influenzano l’esistenza.

“Non più terra, solo territorio

Ormai non esiste più la terra, solo il territorio” afferma uno dei protagonisti de Le Città di Pianura. Il Veneto come tante altre zone d’Italia è punteggiato di luoghi che possono solo essere attraversati e che non conducono a nulla. Le grandi periferie milanesi, le zone d’industria pesante della Bassa padana, i porti della Calabria e l’entroterra siciliano; Sossai ritrae bar ricolmi di cowboy come in Una Storia Vera (1999), sottopassaggi desolanti come quelli dell’America di Jarmusch e stazioni deserte che sembrano ricordare i luoghi liminali del già citato Wenders.

Proprio come Harry Dean-Stanton osservava quegli Stati Uniti con occhi vergini, senza (ri)conoscerli, i protagonisti di Le Città di Pianura attraversano un’Italia parcellizzata, schiacciata fra i suoi regionalismi e l’incipiente americanizzazione del suo territorio, sempre più consumato e cementificato. Come ha affermato lo stesso regista presentando il suo film: “in tutte le cartoline si vede Piazza San Marco con dietro le montagne, appiattite con un teleobiettivo.” Del reale paese, nel quale i Carlobianchi, i Doriano ed i Giulio continuano ad annaspare non rimane nulla. E se non sarà l’alcool, sarà la cocaina che Giulio vede prendere ad alcuni suoi amici. Per sopravvivere ai paesaggi post-abitabili della nuova Italia possono venirci in aiuto solo le dipendenze.


Seguici su InstagramFacebook e Telegram per sapere sempre cosa guardare!

Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club

Appassionato e studioso di cinema fin dalla tenera età, combatto ogni giorno cercando di fare divulgazione cinematografica scrivendo, postando e parlando di film ad ogni occasione. Andare al cinema è un'esperienza religiosa: non solo perché credere che suoni e colori in rapida successione possano cambiare il mondo è un atto di pura fede, ma anche perché di fronte ai film siamo tutti uguali. Nel buio di una stanza di proiezione siamo solo silhouette che ridono e piangono all'unisono. E credo che questo sia bellissimo.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.