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The Night Agent
The Night Agent

The Night Agent, Netflix e l’action series

Una serie che intrattiene, ma non riesce ad andare oltre

5 minuti di lettura

Netflix tenta il colpo! E ci prova con la nuova serie action The Night Agent, uscita sulla piattaforma il 23 Marzo. Beh, possiamo dire, senza alcun ombra di dubbio, che il tentativo della casa dalla “enne rossa” è andato ben oltre le aspettative. Arrivando addirittura ad essere nella Top Ten mondiale tra le serie più viste, con quasi 170 milioni di ore di visione nella prima settimana! Ma essere nella Top Ten è davvero sinonimo di qualità e di originalità?

L’azione (talvolta) non basta

The Night Agent

Il successo di The Night Agent, serie action thriller targata Netflix, lo si deve sicuramente alla mente che da dietro ha mosso le pedine: ovvero Shawn Ryan: creatore di serie come The Shield e Lie to me. Una serie che mette al primo posto l’azione, lasciando in secondo piano ciò che lo stesso Alfred Hitchcock affermava come la parte più importante di un prodotto audiovisivo: il copione, ovvero ciò che come cuore ha la trama vera e propria!

La lezione hitchcockiana sembra infatti essersi persa nei meandri degli uffici degli sceneggiatori, perché The Night Agent non regala troppe emozioni allo spettatore; anzi: più di una volta, molto probabilmente, egli si ritroverà a sbadigliare o a guardare il telefono, distraendosi, proprio per via della trama stessa, che sa di un qualcosa già visto in altre serie e film.

The night agent, di cosa parla

The Night Agent

“To make a great film you need three things: the script, the script and the script.”

Alfred Hitchcock

Ma dove parte The Night Agent? Da un telefono! Il vero mcguffin di tutta quanta la vicenda al centro della serie, basata sull’omonimo romanzo di Matthew Quirk, è un telefono. Una chiamata! Una semplice chiamata, fatta nel cuore della notte, al servizio dell’FBI Night Agent e la vita di Rose Larkin, interpretata da Luciane Buchanan, cambierà per sempre. La vita di quest’ultima sarà messa a repentaglio, dal momento che è stata testimone dell’omicidio dei suoi zii, ex agenti del controspionaggio internazionale, e ignara di tutto, si troverà vittima degli eventi, ma con al suo fianco il prode agente Peter Sutherland, interpretato da Gabriel Basso, ovvero colui che aveva risposto alla chiamata di Rose al servizio della Night Agent.

Da lì in poi sarà tutto un continuo cercare di mettersi in salvo, scappando dai cattivi intrappolati nei cliché che tanto conosciamo, imbelliti e impreziositi, però da scene action che comunque intrattengono.

Una serie troppo generalista?

The Night Agent

Netflix si sa: sta cercando disperatamente di riacquisire gli albori che l’avevano portata anni fa ad essere la prima piattaforma di streaming, diventando sinonimo di qualità e d’innovazione; portando prodotti che oramai sono veri e propri fenomeni di massa, Stranger Things su tutte, di cui non vediamo l’ora che esce l’ultima epica stagione dello show creato dai Duffer Brothers. Ma, sebbene The Night Agent si confermi come un vero e proprio successo, con l’avvio sicuro di una sua seconda stagione, il pubblico sembra aver capito, o comunque sembra aver l’impressione che ci sia un alone di stantio nella casa fondata Reed Hastings e Marc Randolph.

Perché, la nuova serie action non va oltre il suo compito, ossia intrattenere per dieci, senza dubbio troppi, episodi dalla durata media di quarantacinque minuti. Forse la risposta a quella che ci si aspetta essere la nuova serie di punta di casa Netflix, sta nell’accorciare la storia, puntando di più sulla scrittura e ricordandosi che se si sceglie di usare la lezione della pistola di Cechov non bisogna di certo usarla per suicidarsi, ma per mettere a segno un nuovo ed entusiasmante prodotto!

Ma forse, l’augurio che ci possiamo fare è che, nella nuova stagione, che sicuramente ci sarà, dobbiamo solo sperare che stavolta la chiamata non sia a carico di chi sta guardando l’episodio.


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