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una barca in giardino recensione film

Una barca in giardino è un inno poetico a costruire sogni

5 minuti di lettura

Una barca in giardino, distribuito in Italia da Trent Film, è la nuova avventura animata diretta da Jean-François Laguionie, presentata allo scorso Festival di Cannes e all’ultimo Festival internazionale del cinema d’animazione di Annecy (dove erano presenti, tra gli altri, Flow di Gints Zilbalodis e Memoir of a Snail di Adam Elliot). Scritto con la collaborazione di Anik Le Ray, co-sceneggiatore di molte pellicole di Jean-François Laguionie, la vicenda è basata su un’esperienza autobiografica dello stesso regista, rielaborata in maniera delicata, tenera e intelligente.

Una barca in giardino, la trama

Nella Francia di fine anni ’40 un intero popolo si affaccia su un nuovo e incerto futuro dopo un conflitto mondiale, che lascia ricordi sbiaditi e poco chiari. Il giovane François (doppiato in originale da Elias Hauter), il cui padre biologico è un ombra lontana e ingombrante, osserva il mondo dal giardino di casa sua e dalle sponde della Marna finché nota che il suo padre adottivo Pierre (Grégory Gadebois), sta costruendo una barca assieme a sua madre Geneviève (Coralie Zahonero). Ma non si tratta di una barca qualsiasi, bensì una replica esatta del leggendario Spray con cui il capitano Joshua Slocum circumnavigò il globo nel 1895.

Una barca in giardino, una passione che trascina una famiglia

una barca in giardino frame del film

François, protagonista e narratore di Una barca in giardino, viene scosso da due eventi che lo andranno a formare: la lettera del padre biologico e la costruzione della barca con il suo patrigno Pierre. Se il primo viene “rifiutato” dal figlio, Pierre acquisisce invece una luce più interessante e, da uomo scorbutico riesce a riavvicinarsi al figlio, coinvolgendolo nel cantiere della barca dietro casa.

Il racconto della costruzione della barca è un evento insolito e incredibile nella vita di François, facilmente considerabile come una metafora dell’evoluzione del suo rapporto con il patrigno, nonché del passaggio da un’età giovane, ricca di speranze e ambizioni, a un’età più adulta, in cui occorre reinventarsi per poter mantenere viva la propria passione.

Il mito di Slocum e dei suoi viaggi vivono soprattutto nei flashback e nei romanzi d’avventura, alimentando l’ispirazione per il disegno portata avanti da François, e il lavoro manuale di Pierre che costruisce personalmente mobili e attrezzature per l’aia e per l’orto in giardino. C’è una spinta costruttiva e positiva che unisce persone con diversi talenti e aspirazioni tra loro.

Una barca in giardino, l’animazione come mezzo per emozionare

una barca in giardino 01

La scelta dell’animazione e dello stile utilizzato, misto tra disegno tradizionale e 3D, serve a enfatizzare luci ed ombre rispetto al colore, eliminando l’artificialità tipica del 3D e arricchendola con il tratto della matita, addolcendo le figure dei personaggi e rimanendo in tema con il racconto di crescita del narratore, che sta tratteggiando a matita i ricordi di un’esperienza durata 5 anni della sua vita.

La Francia degli anni Cinquanta descritta in Una barca in giardino è ripresa dai film di Marcel Carnè e dalle foto di Robert Doisneau, e non emerge come un paese distante e nostalgico ma più come un paesaggio in evoluzione che si anima con i protagonisti, così come la musica che si adatta ai moti interiori dei personaggi e ai loro rapporti che crescono e maturano.

Non c’è tempo per ricordare, se non brevi flashback del periodo della guerra, perché ci si focalizza di più sul costruire nuovi orizzonti per sé e per gli altri.


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Dal 1995 inseguo sogni e mostri. Che siano di plastilina o di pixel. Quando mi fermo scrivo poesie, giro qualche video e se riesco mi riposo cucinando una torta di ciliegie con un buona tazza di caffè, noc nu odnofottos id anu enoznac id Julee Cruise o id nu mubla id David Bowie.

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