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Army of the dead

Army of the Dead, su Netflix Zack Snyder ti farà tifare per gli zombi

Il nuovo film di Zack Snyder è su Netflix dal 21 maggio e forse non vorrete vederlo

5 minuti di lettura

Le premesse erano buone. Degli zombi si stabiliscono a Las Vegas creando il loro personale regno post apocalittico. Un gruppo di folli, decide di entrare nel loro mondo per recuperare una valanga di soldi che li sistemerà a vita. Il tutto prima che venga sganciata una bomba nucleare dal governo che ripulirà la zona dagli indesiderati inquilini. Army of the Dead è quindi uno sparatutto dove non mancano scene splatter, sequenze di tensione niente affatto male, ma…è tutto qui.  

Army of the Dead di Snyder, un buco nell’acqua

Army of the Dead firmato Zack Snyder non decolla. Non è ironico, le battute non sono divertenti, come richiederebbe il genere. I sentimenti e le relazioni tra i personaggi sono frettolosi, stereotipati, a tratti davvero fastidiosi. Un film a stelle e strisce dove il messaggio è chiaro: la cosa più importante al mondo restano, sempre e comunque, i soldi.

Chi si aspetta un film leggero, scanzonato e ben fatto, un po’ alla Sam Raimi, rimarrà deluso. Da un incipit buono dove il rosa shocking dei titoli lasciava ben sperare, si passa a più di due ore di vuoto cosmico. Dall’inizio ad effetto dove si susseguono scene splatter di Elvis e subrette zombi che saltano alla gola dei clienti dei casinò che muoiono in mezzo a fiches e gettoni d’oro, si passa ad una critica sociale inesistente, a relazioni padre-figlia che hanno stufato, che trovano il tempo di rinfacciarsi gli errori del passato persino durante una situazione del genere.

Army of the Dead si prende troppo sul serio. A partire dalla fotografia che rende il tutto ancora più pesante. Le scene al buio sono gestite bene, ma non preoccupatevi, quasi tutto il film si svolge di giorno sotto una luce quasi bruciata e sfuocata che ci ricorda il lavoro di Duccio in Boris: “Apri tutto!”. Ottime le scelte musicali. Soprattutto l’ultima canzone, quando quest’agonia finisce.

Qualche Spoiler utile su Army of the Dead

Il punto più ridicolo è la scrittura dei personaggi. Soprattutto della figlia (Ella Purnell) del protagonista (Dave Bautista). Nella sua immensa bontà da Madre Teresa, la ragazza decide di salvare una conoscente, madre di due figli, entrata nella zona proibita per rubare dei soldi. Il padre cerca di farla ragionare, ma ovviamente passa per il genitore senza cuore, che non ascolta i desideri della figlia. Quindi rischierà la vita di tutto il gruppo per salvare una sconosciuta che, indovinate un po’, morirà comunque. Il tutto innaffiato da dialoghi triti e ritriti: “Sei sparito”, “Non mi sei stato vicino dopo la morte della mamma”. Sul serio?  

Bautista muore e lo prevediamo da una fatidica frase “alla fine di tutto questo aprirò un truck food dove griglierò panini al formaggio”. Progettare il futuro. Il primo segno per fare una brutta fine. Tranquilli, alla fine padre e figlia fanno la pace: lui le dà un pacco di soldi e improvvisamente va tutto a posto.

Una storyline d’amore meglio di Twilight percorre poi tutto il film. Una storia tra il re degli zombi, se così vogliamo chiamarlo, e la sua regina, tra l’altro in dolce attesa. Durante il film ci viene spiegato che questi sono zombi speciali. Intelligenti ed evidentemente dotati di sentimenti, difendono il loro territorio dagli intrusi. Cioè noi. Se offri loro una vittima sacrificale ti lasciano passare. Ma il patto si rompe dopo che uno del gruppo uccide la regina. Quindi, tutto sommato, gli zombi hanno pure il loro diritto di prendersela, non credete? Un marito affranto e un padre mancato. Fidatevi, a questi zombi vorrete un gran bene.


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Ciao! In queste poche righe mi devo descrivere e ne sto già sprecando parecchie quindi andiamo al sodo. Sono Azzurra, copywriter freelance e mi occupo di comunicazione creativa. Figo vero? Dalla mia bella Verona scrivo per lavoro e per passione. Venite a trovarmi! Sono quella col cappello e l’orologio da taschino.

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