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Choose or die film

Choose or die, scegli o muori vedendo il film finto horror firmato Netflix

5 minuti di lettura

Choose or die è un film prodotto dall’inglese Stigma Films, ma distribuito da Netflix a partire dal 15 aprile, dove sta godendo delle generose attenzioni del pubblico. Opera prima del regista inglese Toby Maekins, il film è sceneggiato da Simon Allen (Hunted e Strike back). Il cast vede come attori principali Iola Evans (The 100 e Phea) e Asa Butterfield che ricordiamo nella serie TV Sex education e nei film Ender’s game, Hugo Cabret e nel Bambino col pigiama a righe. La vicenda vede due giovani programmatori, Kayla (la Evans) e Isaac (Asa Butterfield) alle prese con un misterioso gioco anni ‘80, Curso>r, trovato casualmente in un mercatino dell’usato.

Kayla sarà la prima ad avviare il gioco, attirata anche da un premio in denaro, e ben presto si accorgerà della capacità dello stesso di interagire con la realtà e di modificarla con conseguenze pericolose e terrificanti.

Non basta qualche citazione anni ’80

Choose or die film
Iola Evans e Asa Butterfield in Choose or die

Diciamo subito che trovare qualcosa di accettabile in questo film è esercizio particolarmente complesso. Per gli appartenenti alla cosiddetta generazione X oppure gli amanti del genere, sicuramente apprezzabili le musiche composte da Liam Howlett (musicista inglese fondatore del gruppo The prodigy) caratterizzate da dosi massicce di sintetizzatore.

Stesso discorso valga per tutti i riferimenti e le citazioni che rimandano direttamente agli anni ‘80: la voce di Robert Englung (indimenticabile protagonista della saga Nightmare), la grafica del gioco e il suo nome, lo schermo monocromatico verde, il lettore floppy disk, una cassetta VHS, un videoregistratore e poco altro. Può bastare per realizzare un film appena decente? Per che scrive, sicuramente no.

Buona l’idea, male la realizzazione

Choose or die netflix
Iola Evans

Peraltro, l’idea alla base del film non è neanche male, una sorta di versione horror di Jumanji. Il problema è lo sviluppo della stessa, davvero deludente sotto tutti i punti di vista. La sceneggiatura e la narrazione sono particolarmente deboli, con pesanti ricadute sulla riuscita dell’intero film. Se un film già di per sè poco credibile non possiede una struttura solida, il risultato non può che essere questo: un teen horror di cui ben presto nessuno parlerà più.

Un esempio su tutti per evidenziare le manchevolezze della narrazione. Ad un certo punto i due protagonisti trovano una vecchia cassetta VHS registrata dal creatore di Curso>r, Beck (interpretato da Joe Bolland). Quest’ultimo spiega come sia possibile che il gioco riesca ad interagire con la realtà facendo riferimento a dei simboli e ad una maledizione: siamo a uno snodo fondamentale eppure il protagonista non dice che origine hanno i simboli, come li ha interpretati, come sono stati inseriti nel codice del gioco, l’origine e il significato della maledizione, nulla di nulla, nessun approfondimento, neanche il minimo elemento che possa incuriosire o appassionare lo spettatore.

Choose or die Asa Butterfield
Asa Butterfield

Il genere, come detto, dovrebbe essere horror, almeno così recita la scheda sul sito di Netflix, ma di horror, in realtà, ha ben poco: ciò che più si avvicina all’horror in Choose or die è la voce di Robert Englund, ma noi ovviamente ascoltiamo quella dell’attore e doppiatore Massimo Corvo.

Due possibili utilizzi per questo film. Uno: hai il covid, sei steso sul divano con una leggera febbre e non vuoi vedere nulla di impegnativo. Due: vai direttamente al minuto 11, avvii in lingua originale e ascolti la voce di Robert Englund. Scegli o muori.


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Maestro di scuola elementare, avvocato, cuoco sconclusionato, scacchista senza talento. Anamnesi: affetto da curiosite cronica, malato di cinema, insana passione per Eric Cartman e Mr. Hankey. Autori preferiti (impossibile citarli tutti) "Beat" Kitano, Lars Von Trier, Aki Kaurismaki, Kim Ki-duk, Buñuel, fratelli Coen, Tarantino, Hitchcock, Argento, Mario Bava, Fernando di Leo. Eroe preferito: Superman? Batman? Macchè! Arturo Bandini

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