Dopo neanche un mese dalla sua premiere, Cowboy Bepop chiude il battenti su Netflix. Ricordiamo infatti che l’adattamento del celebre anime – originariamente diretto dal regista Shin’ichirō Watanabe – era arrivato sulla piattaforma streaming lo scorso 19 Novembre.
Un adattamento deludente
Un debutto deludente per una serie che era stata ampiamente pubblicizzata e per la quale era nato un discreto hype. Purtroppo né la critica né il pubblico sono stati particolarmente entustiasti: stando a quanto riportano le classifiche di Rotten Tomatoes, la serie ha ottenuto solo un 46% di valutazioni positive dalla critica e un 56% dal pubblico.
Nemmeno le settimanali Top 10 di Netflix hanno migliorato la situazione dello show che pur avendo accumulato quasi 74 milioni di ore di visione in tutto il mondo dal suo debutto ma è crollato del 59% nella settimana del 29 novembre-5 dicembre.
E dire che si vociferava già di una seconda stagione. Queste erano le parole dello showrunner André Nemec sulla serie
“Se arriva Ted Sarandos, ditegli che ho grandi progetti per la seconda stagione. Sappiamo sicuramente dove vogliamo andare e sono entusiasta di poter raccontare quelle storie. Incrociamo le dita per ottenere più Cowboy Bebop.”
Gli addetti ai lavori hanno sottolineato che il tasso di rinnovo di Netflix per le serie scripted che hanno due o più stagioni è del 60% e, come tutti i verdetti di rinnovo di Netflix, la decisione è stata presa bilanciando il numero di spettatori e il costo dello show.
Il Live Action di cui avevamo bisogno?
Anche Cowboy Bepop si inserisce nella lunga serie di live action di Netflix che tentano di reinventare gli anime giapponesi. Ma ne avevamo davvero bisogno? La speranza del colosso streaming era di attirare spettatori dopo le fortunate serie degli anni passati: Dragon Ball Evolution del 2009, Ghost in the Shell del 2017 e il film Death Note di Netflix del 2017. Certamente il più grande successo finora è stato probabilmente Alita: Battle Angel del 2019, che ha incassato 404 milioni di dollari complessivamente.
L’Hollywood Reporter Angie Han ha ascritto che l’adattamento è stato “fedele fino all’eccesso” con “un ritmo plumbeo” e “le immagini nitide [dell’anime] sono state ridotte a una CG confusa, l’umorismo giocoso tradotto in risate fasulle, il grigiore vissuto sostituito da set dall’aspetto scadente” e che il remake“sembra non avere alcun senso.”
L’adattamento è stato prodotto dallo showrunner André Nemec insieme a Jeff Pinkner, Josh Appelbaum e Scott Rosenberg della casa di produzione Midnight Radio, Marty Adelstein e Becky Clements di Tomorrow Studios, e Makoto Asanuma, Shin Sasaki e Masayuki Ozaki di Sunrise Inc. Shinichirō Watanabe, regista dell’anime originale, stavolta è stato coinvolto come consulente, mentre Yoko Kanno ha composto le musiche.
Seguici su Instagram, Facebook e Telegram per sapere sempre cosa guardare!
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!