Ok google, play Spidey-bells.
Si veste di rosso, non chiede niente in cambio e salva il natale (e probabilmente molte sale cinematografiche). No, non si tratta di Santa Claus. È Spider-Man il protagonista indiscusso delle festività 2021. Dopo una campagna marketing tra le più avvincenti degli ultimi anni, Spider-Man: No Way Home arriva in sala dal 15 dicembre forte delle ampie aspettative e speranze riposte dagli appassionati di tutto il mondo.
Ma per scoprire l’ultimo spider-dramma non basta l’amore per il personaggio. Serve qualcosa in più. Serve una guida. La nostra Edith personale. Chi è Edith? Appunto, siete nel posto giusto. Ecco i film, l’ordine consigliato, le serie e i fumetti da non perdere per capire ogni frame di Spider-Man: No Way Home.
A cosa serve una guida
Spider-Man: No Way Home promette l’Endgame di Peter Parker. Spiegazione: Endgame è il titolo dell’ultimo grande film corale che ha visto protagonisti gli Avengers, gli eroi più potenti della terra chiamati a sconfiggere l’inteluttabile (ma neanche troppo) Thanos e a diventare il film con l’incasso più alto nella storia del cinema. Spider-Man, da solo, vuole un posticino in quello stesso olimpo dell’epicità.
Il film più completo – in termini di emozioni, azioni, eventi, conseguenze – mai dedicato al personaggio. Per questo non basta conoscerne le origini. Certo, un ragno morde Peter e così ha inizio tutto. Ma sullo sviluppo servono un paio di conoscenze in più.
Che Spider-Man: No Way Home non sarebbe stato un film qualsiasi era chiaro fin da subito. Prima del trailer furono molte le voci ad annunciare lo spidey-evento definitivo. Le immagini e i primi casting hanno iniziato a tessere una campagna Marketing costruita sull’incertezza, sulle smentite e su molte sorprese.
I numerosi spot tv e social hanno rivelato che la prossima avventura vedrà Spider-Man affrontare nemici di vecchia data, a lui in realtà sconosciuti ma ben noti al pubblico.
Spiegazione: In venti anni di adattamenti cinematografici, il personaggio ha subito tre rilanci. Prima fu il turno dello Spider-Man di Tobey Maguire, con la trilogia diretta da Sam Raimi (dal 2002 al 2007), poi toccò a Andrew Garfield, con i due capitoli di The Amazing Spider-Man distribuiti tra il 2012 e il 2014, e infine Tom Holland, interprete di Peter Parker dal 2017 ad ora. Di volta in volta, la storia è sempre ripartita.
Nuovi nemici, nuove dinamiche, stesso protagonista. Ora però, in temi di universi narrativi sempre più intrecciati e aperti agli stravolgimenti, Tom Holland potrebbe ricevere alcune visite. Le prime, già rivelate nei trailer, vengono dall’universo narrativo con protagonista Tobey Maguire. Le sue storiche nemesi, Green Goblin, Doc Ock e l’Uomo Sabbia, sono giunte nel Marvel Cinematic Universe per uccidere Spider-Man. Gli attori rivelati sono ancora gli stessi: Willem Dafoe e Alfred Molina in prima linea, ma anche l’Electro di Jamie Foxx dalla saga di Garfield.
Ma cosa significa multiverso? Significa che se gli eventi del Marvel Cinematic Universe (o MCU) – iniziato nel 2008 con Iron Man e da lì proseguito in 26 film e 4 Serie TV – sono del tutto intrecciati tra loro e avvengono in uno stesso spazio e tempo, si apre alla possibilità che questi personaggi possano interagire con Universi narrativi del tutto estranei. Lo Spider-Man di Tobey Maguire ha vissuto eventi peculiari ed esterni (nonché precedenti) ad Avengers&Co, ma se “richiamato” potrebbe apparire nell’MCU assieme ai propri villain e non solo.
Non sappiamo se Tobey Maguire e Andrew Garfield (lasciamo allo spettatore la meritata sorpresa!) oscilleranno una volta ancora tra la fitta foresta di vetri e cemento nel cuore di Manhattan. Sappiamo però che molti loro nemici si uniranno alla battaglia, e che per Peter Parker non sarà una vittoria facile. Abbiamo dunque deciso di costruire la nostra guida a Spider-Man: No Way Home solo a partire dagli elementi narrativi confermati.
Un percorso che guarda ai villain prima che all’eroe. Chi è il Goblin e perché non sarà facile parlarci? Cosa vuole davvero il geniale Doctor Octo Octavious? Torniamo indietro e ricominciamo da capo. Prima però, restiamo un po’ con Peter.
Partiamo dai film con Tom Holland
Spider-Man: No Way Home è l’ottavo film con protagonista Peter Parker. Logica vorrebbe che sia necessario recuperare, in ordine cronologico, le pellicole precedenti. Imparerete presto a mettere da parte la logica in queste lunghe visioni di universi intrecciati. Vi conviene, o non se ne esce vivi. Il nostro consiglio è di partire da Tom Holland. Dunque due film: Spider-Man: Homecoming (2017) e Spider-Man: Far From Home (2019).
Noterete subito che non sono presenti scene dedicate all’origine del supereroe. I Marvel Studios ebbero il buon senso di non riproporre ancora una volta il fatidico morso o la triste morte di Zio Ben. Privato di una storia, lo Spider-Man di Holland si realizza in medias res. Non ha una suddivisione in blocchi ma propone un percorso d’apprendimento continuo, pronto a culminare proprio in Spider-Man: No Way Home.
La prima apparizione del personaggio non avviene nel suo primo film stand-alone.
Spiegazione: in questo universo narrativo di racconti corali si definisce stand-alone il film dedicato a un solo personaggio. Siccome la guida vuole essere il più agile possibile, non vi consiglieremo di recuperare per intero Captain America: Civil War (2016) solo per i cinque minuti dedicati al “bimbo-ragno”. Lasciamo qui però la scena chiave che lo vede protagonista.
Da notare come Peter Parker sia il bambino in un gruppo di adulti. Fondamentale, ai fini di No Way Home, è comprendere che in questo universo comandano personalità forti e introdotte nel panorama politico-sociale. “Silenzio, parla l’adulto” lo redarguiderà Tony Stark qualche mese più in là.
Contesto: quando Tom Holland fu annunciato come nuovo Spider-Man, in molti si dichiararono contrariati. Troppo giovane, era l’accusa.
Andrew Garfield aveva 29 anni all’esordio in calzamaglia rosso-blu. Tobey Maguire 27. Tom Holland uscì dal circolo vizioso dal basso dei suoi 18 anni, invero perfetti per costurire l’arco di crescita di un personaggio che entra in scena bambino e si prepara, ora, a diventare adulto. Con tutto quello che ne consegue.
Cosa serve sapere dei primi due film stand-alone? Oltre all’aspetto infantile del personaggio, il quale tende in ogni modo alla grandezza degli Avengers per poi decidere di interpretare l’eroe springsteniano volto agli ultimi, è utile ricordare la natura tecnologica del suo costume e il rapporto con Tony Stark.
Iron Man svolge il ruolo di padre putativo per il giovane Parker, sgridandolo quando serve e premiandolo con costosissimi costumi. Nessuno prima, né Tobey Maguire, né Andrew Garfield, hanno mai indossato una tuta dodata di intelligenza artificiale (ecco chi è Edith!) e spara ragnatele con quasi 250 opzioni disponibili. Oltre a proporre una visione diversa e maggiormente inclusa nella scienza imperante dell’MCU, Tom Holland differisce proprio per il rapporto con Tony Stark, approfondito a sua volta in altri due film: Avengers: Infinity War (2018) e Avengers: Endgame (2019). Ancora una volta, non vi consigliamo la visione di quasi 5 ore di film per la manciata di scene utili al nostro ragnetto di quartiere, dunque lasciamo qui le clip necessarie.
Infinity War è essenziale per la crescita di Spidey, perché vede l’eroe affrontare pericoli di livello intergalattico. New York si fa piccolissima e il Queens scompare mentre Peter atterra sul pianeta Titano in compagnia di Avengers e Guardiani della Galassia. Oltre allo spaesamento, che ovviamente segnerà il personaggio, è la scomparsa di Peter in seguito al Blip e il successivo sacrificio di Tony Stark a cambiare le sorti di Spider-Man.
Spiegazione: chiamiamo blip l’effetto delle gemme dell’infinito utilizzate da Thanos per dimezzare la popolazione dell’universo. Molti personaggio, tra cui Peter, scompaiono infatti per 4 anni prima di riapparire in seguito alle azioni eroiche degli Avengers. Tony Stark impotente davanti alla morte di Spider-Man fa eco al momento di Homecoming in cui un un Iron Man adirato ricorda al giovane che se lui morisse non potrebbe mai personarselo.
Gli eventi di Endgame vedono invece il sacrifico di Tony come ultima possibilità, seppur con il lutto che ne segue. Spider-Man: Far From Home ha inizio proprio con un Peter incapace di metabolizzare l’evento. Apparentemente solo, privo di una figura di riferimento ma forte dei propri amici (essenziali come non mai per questa incarnazione del personaggio), affronterà Mysterio in una lotta all’ultimo sangue.
Quando il villain verrà finalmente sconfitto, Peter si vedrà gabbato un’ultima volta dal re delle illusioni: una trasmissione in diretta su tutta Manhattan rivelerà l’identità di Spider-Man, mettendo in pericolo tutti i suoi cari e stravolgendone ogni ordine. È da qui che ha inizio Spider-Man: No Way Home.
La falsa accusa di Mysterio vede Spider-Man assennato di potere dopo la scomparsa di Iron Man. A sottolineare ancora una volta gli inevitabili intrecci e giochi causali che dominano l’MCU.
La trilogia con Tobey Maguire e i film con Garfield
Torniamo indietro. 2002, New York. Tra la fitta skylane più nota al mondo oscilla un giovane Peter Parker. Ma parliamo di villains, perché da quanto mostrato finora dai trailer di Spider-Man: No Way Home è proprio da questo universo – ignaro di Avengers e fatti intergalittici – che giungeranno Green Goblin e Doc Ock. Il primo, interpretato da un meraviglioso Willem Dafoe (cercate su YouTube la straordinaria scena davanti alla specchio), non nasce cattivo. Come d’altronde nessuno delle nemesi del ragno, fatto essenziale per il nuovo capitolo.
Prima di essere Goblin, è Norman Osborne, padre di Harry, miglior amico di Peter Parker, e CEO delle Oscorp Industries. Nel tentativo di accelerare gli esperimenti dedicati ai potenziamenti delle capacità umane – l’obiettivo non detto è ricreare un super soldato come Captain America, ma è un’altra storia – si sottopone a un pericoloso siero che ne acuisce violenza e cattiveria. Norman, personalità forte ma di certo non violenta, inizia a scomparire per fare spazio al Green Goblin.
Grazie all’interpretazione di Willem Dafoe, ne esce un personaggio giocato sull’ambiguità, sulle sfumature della mente portata agli estremi morali. Nel tentativo di uccidere Peter Parker, di cui nel frattempo ha scoperto l’identità, perirà per mano del suo stesso aliante. Willem Dafoe suggerì a Sam Raimi, regista della trilogia, di tenere il fantasma di Norman lungo tutta la serie di eventi successivi, così da creare una presenza macbethiana ricorrente e utile a esacerbare le difficoltà del giovane Peter Parker. Quando nel trailer di Spider-Man: No Way Home sentiamo Doc Ock affermare che la lotta imminente è contro “dei fantasmi”, è a Norman Osborne che dobbiamo che dobbiamo pensare.
Ma parliamo di Doc Ock, nato Otto Octavious. Non ridete, come invece fa il Peter di Tom Holland in compagnia dell’amata MJ e dell’amico Ned. Anche in questo caso parliamo di uno scienziato. La saga di Raimi riflette molto sui limiti dell’ingegno, offrendo un’etica della tecnologia che meriterebbe maggiormente spazio e che in Spider-Man: No Way Home viene posta in conflitto con le stregonerie del Doctor Strange.
Nel tentativo di portare a conclusione la fusione nucleare – “Il potere del sole nel palmo delle mie mani” – Octavious causa la morte della moglie e distrugge i chip inebitori che gli permettono di controllare l’intelligenza artificiale delle pericolose protesi meccaniche utili all’esperimento. Perso il contro, svanita l’identità di Dottore al servizio dell’evoluzione della specie, Doc passa al lato oscuro e accusa Spider-Man del fallimento del proprio lavoro.
Nello scontro finale, si redimerà (per davvero, non come Osborne: elemento importante per No Way Home) e aiuterà Peter a fermare l’imminente distruzione di New York causata dal nuovo tentativo di controllare la fusione. Sam Raimi decide di affogare l’uomo e il mostro in una congiunzione che lascia spazio alle interpretazioni e richiama gli orrori ideati da Mary Shelley e molta altra letteratura ottocentesca.
Di Sam Raimi esiste un terzo film; il capitolo conclusivo della saga di Tobey Maguire. Accusato di essere colmo di elementi mal amalgamanti ed eccessivo nel quantitativo di villain posti in scena (paura che aleggia ora attorno a Spider-Man: No Way Home), Spider-Man 3 non è un film che consigliamo di visionare per comprendere al meglio l’ultima avventura di Tom Holland.
Da questo capitolo giunge però un villain da tenere a mente: L’Uomo Sabbia. Nato Flint Marko, era un criminale come tanti caduto in disgrazia nel tentativo di racimolare i soldi necessari alle cure della figlia malata. L’esposizione a uno strano esperimento ne modificherà le molecole del corpo trasformando Flint in un essere capace di tramutarsi in un enorme e multiforma cumulo di sabbia. Ricordate: a lui interessa solo la figlia. Il resto è solo un ostacolo o una perdita di tempo. In Spider-Man: No Way Home sarà quello con più fretta.
Reputiamo bonus track anche i due The Amazing Spider-Man. Non c’è tempo di soffermarsi sui problemi insiti alle pellicole dirette da Marc Webb (quando un cognome non basta), ma reputiamo soprattutto che, a differenza dei primi capitoli di Raimi, i suoi cattivi non abbiano particolari sfumature da dover conoscere per affrontare No Way Home. Vitale è invece ricordare l’evento portante del personaggio interpretato da Andrew Garfield.
Ci troviamo in The Amazing Spider-Man 2 e finalmente Peter Parker affronta uno dei momenti più traumatici tratti dalle vicende fumettistiche: la morte dell’amata Gwen Stacy (Emma Stone). Catturata da Hobgoblin (niente a che vedere con Willem Dafoe e il suo personaggio), la giovane viene gettata da una torre e raggiunta troppo tardi dalla ragnatela di Spider-Man. La ferita non si guarirà mai. L’idea di essere stati complici, di non aver fatto abbastanza, campierà Peter per sempre.
Riguardo i nemici: Lizard (già mostrato nel trailer) è la prima nemesi del Peter Parker di Andrew Garfield. Anche qui, parliamo di un esperimento fallito. La mutazione in lucertola è infatti una controindicazione del siero che dovrebbe permettere al Dottor Connors di curare la menomazione al braccio. Un contro-siero ideato da Peter lo riporterà alla forma umana. Chiudiamo infine la galleria dei freaks con Electro, interpretato da Jamie Foxx.
Max, timido dipendente di una centrale per gli esperimenti elettrici, cade in una vasca di anguille geneticamente modificate, uscendone in forma di pura energia. Elemento da ricordare: Max è assieme all’uomo Sabbia il villain più comune, persona qualsiasi beffata dal destino.
In un dialogo tra i due, in Spider-Man: No Way Home, si ricorderanno di “stare attenti a dove si cade”. Max era il più grande fan di Spider-Man, ma mai idolatrare i propri eroi: la delusione nei confronti del ragno sarà cocente e ne accenderà le prime scintille.
Citazioni da tenere a mente
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità
Zio Ben, da Spider-Man (2002) e The Amazing Spider-Man (2012)
Sono una specie di scienziato anche io
Norman Osborne/Green Goblin, da Spider-Man (2002)
Fai la tua scelta, Spider-Man
Green Goblin, da Spider-Man (2002)
Il potere del sole nel palmo delle mie mani
Doctor Otto Octavious/Doc Ock, da Spider-Man 2 (2004)
No Zio Ben, io sono solo Peter Parker e Spider-Man mai più
Peter Parker/Spider-Man, da Spider-Man 2 (2004)
Se sei niente senza costume, allora non dovresti averlo
Tony Stark/Iron Man, da Spider-Man: Homecoming (2017)
Quest’aura da eroe “springsteeniano” della classe operaia mi piace.
Tony Stark/Iron Man, da Spider-Man: Homecoming (2017)
Peter Parker: Dovunque mi giro, vedo la sua faccia. E tutto il mondo si domanda chi sarà il prossimo Iron Man e… Non so se sarei io, Happy, io non sono Iron Man!
Happy Hogan: Tu non sei Iron Man. Tu non sarai mai Iron Man. Nessuno può eguagliare Tony, nemmeno Tony. Tony era il mio migliore amico ed era un disastro. Cambiava idea continuamente, era impossibile a stargli dietro. La sola cosa su cui non ha cambiato idea è che quando ha scelto te.
Non credo che Tony avrebbe fatto quello che fatto senza la certezza che tu avresti continuato dopo la sua morte. Ora i tuoi amici sono nei guai, tu sei da solo, la tua tecnologia è sparita. Quindi che pensi di fare?
Peter Parker: Gli farò il culo!
Da Spider-Man: Homecoming (2019)
Per capire il multiverso: Spiderman Into the Spiderverse
Spider–Man: Into the Spider-Verse non è nella nostra lista ufficiale. C’è un però. Oltre a essere un capolavoro dell’animazione e uno degli esempi più sorprendenti delle possibilità comunicative tra fumetto e cinema (sintesi: guardatelo!), parla di multiverso. Il vero tema che Spider-Man: No Way Home introduce e lascia in eredità alle storie che seguiranno nell’MCU (o dovremmo dire negli MCU?).
Nel cinecomics firmato Sony, successo inaspettato che ha aperto a un già attesissimo sequel (il trailer promette di innovare l’animazione ancora una volta), numerosi Spider-Men si presentano a casa di Miles Morales, giovane Spidey dell’universo protagonista delle vicende.
Dunque, Into the Spider-Verse non è strettamente collegato a No Way Home. Ma oltre al fatto di essere imperdibile, è un buon bagno nei principi del multiverso. In particolare, la decisione di dedicare a ogni incarnazione del personaggio una specifica sequenza di origini – cambia di volta in volta il voice over e il tono dell’immagine – coglie gli aspetti salienti di questo inusuale dispositivo narrativo.
Sono tutti Spider-Man, diversi e identici tra loro come solo in un paradosso della fisica teorica può capitare. Molte delle gag di No Way Home arrivano proprio da qui.
I fumetti che hanno ispirato No Way Home (ma che potete non leggere)
L’elemento dei trailer che più ha fatto incuriosire i lettori di fumetti è stato il chiaro riferimento ad una delle storie più controverse di tutta la storia editoriale di Spider-Man.
Si tratta del ciclo di storie Soltanto un altro giorno (One More Day in originale), scritto da J. Michael Straczynski e disegnato da Joe Quesada, che firmerà anche la sceneggiatura dell’ultimo numero della mini-saga. In quegli anni Peter Parker e Mary Jane si sono sposati, e la storia uscì poco dopo gli eventi fumettistici di Civil War, in cui l’identità segreta di Peter fu rivelata al mondo intero per aderire all’Iniziativa di Tony Stark (l’equivalente degli Accordi di Sokovia nel MCU). Come conseguenza di ciò, Kingpin manda dei sicari a casa di Peter, i quali sparano a Zia May mandandola in un coma profondo.
Addolorato e arrabbiato per il fato di May, Peter insieme a MJ decide di chiedere aiuto al Dottor Strange per farla tornare in vita con qualche incantesimo, ma Strange rifiuta. Tuttavia li aiuta a cercare aiuto da altri personaggi dei fumetti Marvel (tra cui Dottor Destino e il Dottor Octopus), senza trovare però soluzioni. Dopo che Peter, contro il consiglio di Strange, tenta un incantesimo temporale andato male, si presenta Mefisto (sostanzialmente il Diavolo dei fumetti Marvel), il quale accetterà di aiutare Peter, ma richiedendo ovviamente un grande sacrificio: zia May vivrà, ma il matrimonio tra Peter e Mary Jane non sarà mai successo.
Alla fine la coppia, dopo molte sofferte discussioni, accetterà riluttante il compromesso. Da qui in poi infatti nei fumetti i due non si parleranno per un bel po’, annullando di fatto ogni tipo di relazione amorosa per Peter. Questo perché all’epoca (si parla del 2007, anno in cui uscì Spider-Man 3) il disegnatore di Soltanto un altro giorno Joe Quesada era anche il caporedattore della Marvel Comics, e un grande oppositore del matrimonio tra Peter e Mary Jane, preferendo invece far tornare Parker nello stato di single.
La saga infatti fu universalmente odiata e derisa sia dai fan che dalla critica, visto che il matrimonio fu un evento editoriale non da poco, e la relazione tra i due personaggi era apprezzata da tutti. Si tratta di un esemplare caso di ret-con (letteralmente retroactive continuity), tecnica narrativa (ma che spesso e volentieri ha più a che fare con interessi editoriali) molto usata nei fumetti per cambiare in maniera repentina lo status-quo di un personaggio e/o di più storie.
Soltanto un altro giorno non fu per niente apprezzato, ma nonostante questo Quesada decise di tornare sulla saga nel 2010 scrivendo il seguito Un momento nel tempo (One Moment in Time, il cui acronimo forma la parola OMIT, ovvero “omettere”, un gioco di parole sul fatto di avere omesso il matrimonio dalla continuity principale), disegnato da Paolo Rivera. Più che un seguito vero e proprio Quesada riscrive gli avvenimenti di Soltanto un altro giorno aggiungendovi dettagli e rivelazioni.
Ad esempio, veniamo a scoprire che Peter era andato da Strange a chiedergli di formulare un incantesimo che facesse dimenticare a tutti della sua identità segreta, in modo da evitare altri eventi drammatici come quello di Zia May. Strange, dopo essersi consultato con Stark e Reed Richards, accetta: forma uno scudo magico e invita Peter al suo interno, per proteggerlo dai cambiamenti dell’incantesimo, ma all’ultimo Peter porta anche Mary Jane nello scudo, per non farle dimenticare che lui è Spider-Man.
Questo ovviamente suscita complicazioni all’incantesimo oltre che l’ira di Strange. La scena ricorda molto quelle mostrate nei trailer di Spider-Man: No Way Home, e conferma l’ispirazione del film alla controversa saga orchestrata da Joe Quesada.
Altre fonti di ispirazione sono probabilmente le saghe Spider-Men (2012) e Spider-Verse (2014-15), rispettivamente di Brian Michael Bendis e Sara Pichelli, e di John Semper Jr., Olivier Coipel e Giuseppe Camuncoli.
A queste si è ispirato ovviamente il film d’animazione Spider-Man: Into the Spider-Verse, prendendo in prestito il concetto di cross-over di tanti Spider-Man diversi provenienti da dimensioni alternative. Anche se Sony e Marvel continuano il silenzio radio, in realtà già ci si aspetta il ritorno degli Spider-Man di Tobey Maguire e di Andrew Garfield, riprendendo così i temi dei fumetti e del film sopra citati.
È infine curioso notare come la formazione dei Sinistri Sei mostrata nei trailer sia quasi uguale a quella della loro prima apparizione nei fumetti: in The Amazing Spider-Man Annual #1, uscito nel gennaio del 1964, si uniscono per la prima volta il Dottor Octopus, Electro, Kraven il Cacciatore, Mysterio, l’Uomo Sabbia e l’Avvoltoio (Hobgoblin si unirà solo nella formazione successiva, a sostituire Kraven).
Anche se Kraven non è ancora stato introdotto nel MCU (Amy Pascal ha però annunciato un film sul personaggio, con Aaron Taylor-Johnson nel ruolo del protagonista), e Mysterio è (apparentemente) fuori dalla circolazione, Michael Keaton potrebbe essersi lasciato sfuggire il suo coinvolgimento nel film in un’intervista.
Come godersi Spider-Man: No Way Home (secondo Captain America)
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