La concierge Pokémon, Serie TV in stop motion di Iku Ogawa recentemente rilasciata su Netflix, ha già conquistato la critica e il pubblico di Internet con la sua leggerezza e originalità nel trasporre l’universo dei Pokémon in un’avventura in puppet-animation di quattro episodi. L’intenzione del progetto è quella di raccontare una storia ambientata nel mondo del celebre franchise attraverso una tecnica tradizionale che possa restituire un senso di matericità e gioco molto vicino all’universo Pokémon.
Dopo l’ennesimo burnout e la separazione dal compagno, Haru cambia vita e va a lavorare in un resort su un’isola sperduta nell’oceano, dove allenatori e pokémon si possono rilassare e trascorrere in armonia ore di divertimento e relax, con altre creature o con la propria famiglia. Nonostante alcune difficoltà, dovute al timore iniziale di non essere all’altezza del compito e delle aspettative di fare sempre un lavoro efficiente e perfetto come in ufficio, Haru si abbandonerà al clima di gioia e spensieratezza, in un ambiente di lavoro idilliaco, dove lo staff aiuta i nuovi arrivati e tutti gli ospiti riservano sorprese.
La concierge Pokémon, i sogni e le speranze dei protagonisti

La giovane protagonista di La concierge Pokémon è un’incarnazione dei sogni e delle speranze di un qualsiasi millenial che abbia seguito il mondo Pokémon dal 1996, e anche una metafora di tutte le paure e le nevrosi del mondo contemporaneo, che non permettono più di vivere i sogni, ma neanche i momenti di tranquillità che ci concediamo tra una pausa di lavoro e l’altra. Chi non ha mai letto di annunci di lavoro incredibili e provato a mandare il proprio curriculum per cambiare vita?
Ad assistere Haru nell’inserimento nello spirito dell’isola, oltre a Tyler e Alisa, c’è anche la sua stessa direttrice, la signora Watanabe che le suggerisce sempre di far sentire gli ospiti a loro agio e di divertirsi: il suo unico incarico sarà quello di trovare un pokémon e cambiare il suo umore. Non a caso la scelta cade su uno Psyduck, afflitto da emicranie che gli causano parecchi problemi. Haru lo accoglierà e gli troverà uno scopo che gli permetta di usare i suoi poteri telepatici a fin di bene.
Il doppiaggio, sia nella versione giapponese sia in quella americana, vanta la presenza di celebrità (vedi la Karen Fukuhara di The Boys o Fairouz Ai, doppiatrice famosa in patria per anime come Tokyo Revengers, Jojo’s Bizzare Adventures: Stone Ocean e Chainsaw Man). I doppiatori di La concierge Pokémon vengono da esperienze televisive, cinematografiche e videoludiche.
La concierge Pokémon ci conduce in un mondo in costante evoluzione

Alla visione di La concierge Pokémon, ogni fan dell’universo Pokémon sarà catapultato in una caccia al tesoro o, per meglio dire, “al particolare”: il compartimento di concept design si è impegnato a creare un mondo capace di richiamare film, videogiochi e Pokémon di qualsiasi generazione. A livello di trama, si intravedono alcuni parallelismi con l’anime canonico e tornano spressioni gergali appartenenti al mondo Pokémon, qui leggermente mutate per virare verso una realtà più vicina alla nostra e verso un tono più comico.
È interessante la chiave di lettura attuale tramite la quale possiamo vedere La concierge Pokémon: la Serie TV comunica – attraverso l’esperienza della protagonista e le sue peripezie – un bisogno di rinnovamento del mondo del lavoro, la necessità di ritrovare la propria dimensione, priva di preoccupazione e stress, la ricerca di una serenità quotidiana. Oggi, individuare la nostra isola felice è difficile e spesso comporta dei cambiamenti radicali, improvvisi e violenti, non una crescita graduale e flessibile in un ambiente sicuro e atossico. Come dice il vecchio adagio, “i sogni son desideri” ed è grazie all’invenzione e all’esplorazione di mondi fantastici come quello dei Pokémon che i sogni si possono ancora vivere.
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