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Non aprite quella porta il ritorno Netflix

Non aprite quella porta, Leatherface è tornato

6 minuti di lettura

L’uomo che tutti stavamo aspettando è tornato, con la sua motosega, per creare nuovamente scompiglio! Non aprite quella porta del 2022, proprio come fece Halloween del 2018, fa da sequel diretto del primo film, ovvero Non aprite quella porta del 1974, diretto da Tobe Hooper, che entrò a gamba tesa nell’immaginario collettivo, con la sua ambientazione rurale e con i suoi rombi di motosega.

“Tratto da una storia vera” è il messaggio che alle volte basta a risvegliare in noi un senso di terrore, come se sapere che è successo davvero possa rendere il tutto ancora più orribile. Diciamo che Non aprite quella porta del 1974 (il cui titolo originale è The Texas Chainsaw Massacre) si ispirò alla paura tutta americana che qualcuno partisse per un viaggio e non facesse più ritorno. Cominciavano a girare strane storie su come queste persone scomparissero. Una leggenda metropolitana, insomma. Tutto questo sentimento di orrore gotico rurale, surreale, viene completamente smarrito in questa nuova pellicola, approdata il 18 febbraio su Netflix, la quale riesce a mantenere giusto le ambientazioni campagnole e polverose.

Non aprite quella porta, come si giustifica un ritorno

non aprite quella porta 2022

Con la sua ora e 15 minuti (senza titoli di coda), Non aprite quella porta (2022) avrebbe meritato sicuramente di prendersi più tempo. I protagonisti di questa storia sono molto abbozzati, così come i motivi che li hanno spinti ad Harrow, la cittadina dove poi incontreranno il famigerato Faccia di cuoio.

Due giovani chef divenuti famosi sul web hanno acquistato e messo all’asta un’intera cittadina fantasma, parlando di “un grande progetto” di cui non si capisce realmente l’obiettivo. Il problema è che in una di queste case, più precisamente un orfanotrofio, vive ancora una anziana malata e l’ultimo dei suoi protetti, anch’esso in là con l’età. I giovani chef allora proveranno a mandare via l’anziana, reclamando la proprietà della struttura. Una città fantasma, un autobus pieno di ricchi imprenditori, 4 protagonisti abbozzati, due poliziotti, un meccanico locale giovane e burbero, e lei…

La sopravvissuta

non aprite quella porta 2022

Espediente già utilizzato in Halloween (2018), anche qui la sopravvissuta del primo film del 1974, Sally Hardesty, interpretata da Olwen Fouéré (e non da Marilyn Burns, pvenuta a mancare nel 2014) ha passato 50 anni a dare la caccia a Faccia di cuoio, nella speranza di potersi un giorno vendicare. Anche la presenza di questo personaggio risulta poco potente e incisiva.

Apparsa dopo più di metà film, Sally Hardesty risulterà una donna indurita dalla vita, dal suo passato da sopravvissuta nei fatti del ’74, che non ha mai superato. Questa parte avrebbe meritato sicuramente qualche approfondimento in più, soprattutto dal lato psicologico. Un personaggio invece che si dimostra pronto all’azione e spinto da sete di vendetta, rendendo così il personaggio piatto, come quasi il resto dei personaggi.

Se cercate sangue e violenza, Non aprite quella porta (2022) è una buona idea

Il nuovo Non aprite quella porta, prodotto e scritto da Fede Álvarez e Rodo Sayagues, con la regia di David Blue Garcia, regala invece emozioni a chi, da questi film e da Faccia di cuoio, si aspetta sangue e violenza. Un film crudo, sanguinolento, senza esclusione di colpi.

La furia omicida di Faccia di cuoio non è la stessa del film del 1974, dove veniva quasi spinto semplicemente dalla sua stessa famiglia a fare del male. Questa volta la violenza è attivata da uno spirito di pura e irrefrenabile vendetta, che lo rendono spietato e inarrestabile. Una gioia per gli occhi la scena del bus per gli amanti della fotografia neon e dello splatter violento.

Ma era necessario?

Che dire quindi? 1 ora e 23 di film non bastano di certo per accontentare chi cerca il giusto approfondimento dei personaggi e qualche accenno di intreccio. Però, dal punto di vista della violenza, della presenza scenica, della tensione, anche il nuovo Non aprite quella porta sa il fatto suo. E se è vero che oggi si sente il bisogno di avere film più ricercati – come ci insegnano i registi Eggers, Aster e Jordan Peele – è anche vero che a volte si può sentire il bisogno di un film che sappia intrattenere, e quale migliore modo per intrattenere il pubblico dell’horror se non con del sano Slasher dal sapore di anni ’80? Se siete malinconici, non vi resta che andare su Netflix!


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Siamo Saverio e Tina, due ragazzi cresciuti con la passione dell'horror in tutte le sue forme. Viaggiando tra libri, fumetti e cinema, siamo arrivati a creare una pagina in cui parliamo di orrori reali e di finzione, di tutte le arti che riguardano o trattano il genere, provando ad esplorare ogni lato e costola di questo genere che amiamo tanto, condividendo questa passione con tutta la community che abbiamo creato negli anni.

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