A maggio, Netflix ha aggiunto al proprio catalogo una ricchissima lista di titoli. Tra i più attesi, la miniserie Hollywood, creata da Ryan Murphy e Ian Brennan. Nella serie, l’aspirante sceneggiatore Archie Coleman (Jeremy Pope) scrive un film sulla tragica vicenda dell’attrice Peg Entwistle, personaggio realmente esistito.
Le origini: Millicent Lillian Entwistle
Peg Entwistle nacque in Galles il 5 febbraio del 1908, con il nome di Millicent Lillian. Quando la bambina aveva solo due anni, i suoi genitori divorziarono e lei fu affidata al padre Robert. Pochi anni dopo, i due si trasferirono a New York. Robert, inserito nel mondo dello spettacolo prima come attore, poi nel dietro le quinte, si risposò ed ebbe due figli. La serenità di questa nuova vita durò tuttavia molto poco, poiché, nel dicembre del 1922, solo un anno dopo la scomparsa della sua nuove moglie, Robert morì, investito da un pirata della strada. Rimasti orfani, Millicent – che intanto aveva cambiato il suo nome in Peg, pare dopo aver visto lo spettacolo Peg del mio cuore di J. Hartley Manners – e i suoi fratellastri vennero affidati a uno zio.
Peg Entwistle: un’adolescente a Broadway
Peg, intanto, aveva sviluppato una passione precoce per la recitazione e decise di inseguire il suo sogno. Ancora adolescente, calcò numerosi palcoscenici e nel 1926 venne reclutata dalla prestigiosa compagnia teatrale New York Theatre Guild, che la portò a Broadway. La sua performance nello spettacolo L’anitra selvatica, del drammaturgo Henrik Ibsen, emozionò ed ispirò una giovane spettatrice, che sarebbe diventata una delle più grandi attrici del cinema hollywoodiano: Bette Davis.
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Nel 1927, Peg sposò il collega Robert Keith. Il matrimonio durò solo due anni e si concluse con un doloroso e chiacchierato divorzio, dovuto agli abusi fisici e psicologici subiti dalla donna da parte del marito, che aveva problemi di alcol e debiti. In più, sembra che Peg non fosse al corrente del precedente matrimonio di Robert, e del figlio che ne era nato (il futuro attore Brian Keith). A causa del burrascoso divorzio – che compromise l’immagine pubblica di Peg – e della Grande depressione, trovare lavoro divenne sempre più difficile.
Un sogno chiamato Hollywood(land)
L’attrice decise allora di trasferirsi a Los Angeles. Qui continuò la sua carriera nei teatri e, finalmente, firmò il suo primo contratto cinematografico con la RKO Pictures, una delle cinque case di produzione majors del periodo aureo hollywoodiano (insieme a Warner Bros., Metro-Goldwyn-Mayer, Paramount Pictures e 20th Century Fox). Peg Entwistle avrebbe recitato nel thriller psicologico Thirteen Women, prodotto da David O. Selznick.
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Tuttavia, ancor prima dell’uscita del film, la RKO interruppe la collaborazione con Peg. La situazione lavorativa precaria e l’incertezza economica dovuta alla Grande depressione gettarono la ragazza nello sconforto. In quegli anni, inoltre, centinaia di ragazze approdavano a Hollywood in cerca di fortuna, andando a costituire una fitta e velenosa rete di delusioni, favoritismi e spietata concorrenza.
Il salto nel vuoto
La sera del 16 settembre 1923, Peg uscì di casa, dicendo allo zio che sarebbe andata a fare acquisti e ad incontrare degli amici. Invece, salì sulla lettera H dell’insegna HOLLYWOODLAND (eretta quello stesso anno e abbreviata in HOLLYWOOD nel 1949) e fece un salto di 15 metri. Aveva 24 anni.
Due giorni dopo, una donna che stava facendo trekking vicino all’insegna trovò una scarpa, una giacca e una borsa. Al suo interno, vi era un bigliettino: «Ho paura, sono una vigliacca. Mi dispiace per tutto quanto. Se avessi fatto questo tanto tempo fa, mi sarei risparmiata molto dolore. P.E.». Dopo averlo letto, la donna si guardò intorno e vide il corpo di Peg.
Un mese più tardi, dopo aver subito numerosi tagli – alcuni per motivi di “moralità” –, Thirteen Women uscì nelle sale. La parte di Peg – già ridotta – era stata ulteriormente accorciata e in generale il film fu un flop.
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La storia di Peg Entwistle si fonde oggi con la leggenda, tanto che si racconta che il suo fantasma abbia fatto, negli anni, numerose apparizioni intorno all’imponente insegna, simbolo di una realtà che ha rappresentato per la giovane attrice il più grande sogno e, al contempo, il suo tragico epilogo.
Un’oscura La-La Land
Peg Entwistle fa parte di una lunga lista di determinati ma fragili artisti, ai quali Hollywood ha fatto pagare un prezzo drammaticamente alto. L’aveva mostrato lo sguardo di Gloria Swanson in Viale del Tramonto, l’aveva raccontato David Lynch nell’onirico ed enigmatico Mulholland Drive, l’aveva scritto Oriana Fallaci ne I sette peccati di Hollywood: i sogni costano caro e dietro a un sipario dorato si nascondono, spesso, verità ben più oscure.
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