Sono passati quasi vent’anni dall’uscita di Respiro, ma c’è sempre un buon motivo per rivederlo, soprattutto ora che è disponibile su Netflix. La pellicola del 2002 di Emanuele Crialese vanta una delle più belle performances di Valeria Golino, che oggi compie 55 gli anni e conserva quell’eterna giovinezza dagli occhi azzurri del suo esordio. In Respiro interpreta Grazia, una mamma e una moglie sull’isola di Lampedusa.
Lì, in una realtà sospesa tra la terra e il mare, Grazia non è come le altre isolane. La spensieratezza e l’innocenza le conferiscono una fragilità estranea al mondo che la circonda. E le donne più anziane la definiscono “o troppo felice o troppo triste”. Perché non sanno dare un nome a quella forma di depressione che l’attanaglia, rendendo il suo umore instabile e lei imprevedibile. Per Grazia tutto è possibile, anche condividere un segreto con il mare.
Il mare come custode di segreti
Gli isolani condividono con il mare i loro segreti più nascosti. Così Lampedusa assume le sembianze di uno scrigno di vite che hanno lasciato parte di sé tra le onde del mare. Quest’ultimo, e non potrebbe essere altrimenti, costituisce una presenza pervasiva nel film. Non rappresenta solo parte dell’ambientazione fisica della storia, ma è un vero e proprio personaggio.
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Il mare si rispecchia dunque negli occhi azzurri di Grazia, accompagna le giornate tra madre e figli sulla spiaggia e il viaggio dei pescatori che quotidianamente vanno e vengono dall’isola. I bambini non hanno paura del mare, ma lo esplorano come se fosse un compagno di giochi. Ma questo può anche nascondere quello che vuole. Così, quando Grazia scompare, aiutata dal figlio Pasquale (Francesco Casisa), il mare è il primo testimone a cui chiedono tutti risposta.
La storia di Grazia
Sull’isola la chiamano “femmina sventurata”, come a imprimerle una lettera scarlatta sul petto. Nessuno può realmente capire Grazia e la sua anima così complessa e tormentata che si nasconde dietro un eterno sorriso. Grazia vuole accudire tutti i cani randagi dell’isola, nuotare nuda nel mare, fare un giro in barca a vela con i turisti francesi, girare per l’isola con la sua Vespa. Grazia però ha anche scatti improvvisi di rabbia e giorni in cui si nasconde sotto le lenzuola senza voler vedere nessuno.
Suo marito Pietro (Vincenzo Amato) vuole mandarla in una clinica a Milano per placare i suoi demoni, ma soffre all’idea di doversi separare dalla sua amata. Il loro è un rapporto complicato, fatto di amore e rispetto, dove Grazia non sa se sfuggire alla sua gabbia o abbandonarvisi lentamente. Lei è una donna che vive per i suoi figli, l’unica ancora che le impedisce di cercare qualcos’altro oltre il mare. Si fida quando Pasquale la nasconde in una grotta per sottrarla agli sguardi di tutti, ma anche lì Grazia non trova la sua pace.
La cornice di Respiro
Tutto quello che ruota attorno alla brillante e realistica rappresentazione di Valeria Golino è la cornice densa e pregnante della storia. Sono i piccoli frammenti quotidiani di una realtà evocativa di cui i personaggi rappresentano corpo e anima. Così ci sono i bambini, veri guerrieri e padroni dell’isola, che racimolano qualche pesce per conquistarsi un trenino, trovano tesori tra la spazzatura e vivono il mare senza timore. Sono piccoli, ma si comportano già da grandi, proteggendo chi amano e simulando un carattere autoritario che non gli appartiene ancora e fa scappare un sorriso.
Poi ci sono i burberi pescatori, che rispondono solo alla legge del mare e le donne, silenziose e guardinghe, che sorvegliano la casa come vestali di un tempio. In questo piccolo mondo antico la presenza di un ufficiale veneto che cerca di limitare più persone su un motorino fa sorridere. Così un poco più che ventenne Elio Germano sembra un bambolotto impacciato tra i bambini che fanno da guardiani all’isola. Ma tutto ciò che rappresenta quel piccolo scrigno in mezzo al mare è così tremendamente bello da assaporarne ogni aspetto, anche tra i problemi evidenti come la spazzatura sulle spiagge e la mancata gestione dei cani randagi.
Valeria Golino in una prova da donna e attrice
Respiro è un film molto bello, pur nella sua apparente semplicità. Lo dimostrano i numerosi riconoscimenti ricevuti, tra cui i Nastri D’Argento per la Miglior Attrice Protagonista a Valeria Golino e il David di Donatello al Miglior Produttore per Domenico Procacci. E anche se il finale aperto ci lascia un po’ l’amaro in bocca, tuttavia svela una bellezza che non possiamo che apprezzare. In quel groviglio di corpi in mezzo al mare intorno a Grazia c’è tutta la magia della coesione e dell’unità di una comunità. Tutti si uniscono in ultimo canto finale che abbraccia il mare come sua componente identitaria.
Per questo lasciamo ancora che sia il mare l’ultimo testimone di un segreto che non ci è dato conoscere. Quello che lo lega a Grazia, così vicina e lontana dalla sua isola, da rappresentare una creatura evanescente, che non può appartenere a niente e nessuno. E la prova attoriale di Valeria Golino sta nella semplicità di mostrarsi e nascondersi al tempo stesso, lasciando perplesso lo spettatore sulla sua vera identità. Così l’attrice mostra ancora una volta un’incredibile capacità camaleontica, che ci attrae in una dimensione magica e lontana. Per questo la omaggiamo e le auguriamo buon compleanno con questo film da aggiungere alla Whish List.
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