Sam Raimi è un nome che suscita ammirazione sia tra gli appassionati di cinema sia nel pubblico di massa. È un regista particolare, che si distingue per il suo approccio al genere horror in chiave meno terrificante e più gore, più splatter ma anche più sarcastica. Molti suoi film infatti possono si possono iscrivere a quel tipo di pellicole che sono sia commedie che horror.
Il suo nome però è conosciuto ai più per la trilogia di Spider-man, che lo ha reso famoso, come dimostrato anche dal grande successo di Spider-man No Way Home, dove il suo Spider-man, impersonato da Tobey Maguire, torna in scena.
Ma cosa rende unico il modo di girare, le intuizioni e i film di Sam Raimi? Lasciatevi trasportare dalla nostra guida alla filmografia: ecco con quale film iniziare, con cosa proseguire e quali titoli evitare per essere certi di diventare anche voi innamorati di Sam Raimi.
Essere Sam Raimi: di chi stiamo parlando?
Sam Raimi nasce nel Michigan, quarto di cinque figli, da una famiglia di commercianti, Cecilia Barbara Abrams e Leonar Ronald Raimi, provenienti da una famiglia ebraica di origini est-europee. Il suo vero cognome è Reingewertz, ma fu cambiato proprio quando la sua famiglia si trasferì in America.
Raimi studia poi letteratura inglese all’università del Michigan e inizia ad appassionarsi al cinema. Inizia a girare corti con l’amico Bruce Campbell, il più importante dei quali, Within the Woods, è il prototipo su cui poi Raimi scriverà il soggetto de La Casa.
Proprio all’università fonda, sempre insieme a Campbell e a Robert Tapert la Rainassance Pictures, casa di produzione con cui produrrà i suoi primi successi. Il loro obbiettivo era dirigere e produrre un film a basso costo, che racchiudesse le idee che avevano già sviluppato con i corti e il loro amore per i film horror e per la satira.
Ma iniziamo ad addentrarci nella filmografia del regista. Come Muoversi? Ecco i film che vi consigliamo di non perdere.
Con cosa iniziano tutti: la trilogia di Spider-man
Anno: 2002- 2007
Interpreti: Tobey Maguire, James Franco, Alfred Molina, Willem Defoe, Kirsten Dunst
Tra il 2002 e il 2007 Raimi dirige la trilogia super-eroistica per eccellenza: Spider-Man, Spider-Man 2 e Spider-Man 3. È indubbiamente con questi tre film che Sam Raimi esce dalla bolla cinefila e di appassionati di cinema horror e arriva al grande pubblico. Spider-man è un super eroe famosissimo e amato. Il suo personaggio è leggero e divertente nella sua particolare situazione supereroistica, e il suo essere un ragazzo qualunque lo ha reso più facile da amare e apprezzare al grande pubblico.
Raimi però prende il personaggio e ne fa una versione personale, adattandola al suo stile e alla sua cifra. Il Peter Parker di Raimi si rifà a quello delle origini fumettistiche del personaggio, un ragazzo maldestro e goffo che deve riuscire a prendersi le sue responsabilità.
Anche Raimi però si adatta ad un genere diverso da quello che aveva fino ad ora trattato. Così facendo codifica la formula del film di origini, che ad oggi abbiamo visto in tutte le salse. Il primo Spider-Man non è che un racconto di formazione, pieno di estetica camp, che mette di fronte all’eroe il male più assoluto, il Goblin di Willem Defoe. Il Goblin, per come presentato e per come impostato, ricalca precisamente il classico villian di un film di Raimi. Ogni suo cattivo sembra essere posseduto e controllato da una forza oscura, è diviso internamente ma la fazione che domina è quella maligna.
Con il secondo film Raimi sperimenta pur rimanendo nei binari da esso prestabiliti nel precedente film. Il Doctor Octopus è una versione migliorata del Goblin, e Spider-Man in questo film affronta in maniera più profonda il rapporto tra responsabilità personali e collettive. Una vera pietra miliare, che ridefinisce il cinecomic e gli dà una forma compiuta e moderna.
Del terzo Spider-Man c’è poco da dire. È purtroppo un disastro produttivo che vedrà per la prima volta Raimi cedere alle imposizioni dello studio. Il film risulta senza equilibrio nella scrittura e nelle scelte di soggetto. Ma riesce comunque ad essere una degna conclusione di trilogia. Sarebbe dovuto esserci anche uno Spider-Man 4, ma questa è un’altra storia…
La trilogia è rimasta nei cuori di molti, e risulta essere il primo approccio mainstream a Sam Raimi. Per iniziare in una maniera diversa, per tornare alle origini della poetica di Raimi vi consigliamo di iniziare da altro.
Con cosa iniziare a fare sul serio: La trilogia de la Casa
Anno: 1981-1993
Interpreti: Bruce Campbell, Ellen Sandweiss, Dan Hicks, Embeth Davidtz
Tre cult movie. Tre film entrati di diritto nella storia del cinema, che spesso però vengono dimenticati o lasciati nella nostra interminabile lista di capolavori da recuperare.
La trilogia della Casa può essere il miglior punto di approccio al regista vista la rappresentazione personale dell’orrore. In questi tre film c’è tutto Raimi.
Il primi film nasce in età universitaria, grazie all’incontro con Bruce Campbell. Da questa amicizia si sviluppa un sodalizio che continua ancora oggi. Campbell infatti compare in quasi tutti i film di Raimi, anche in piccoli ruoli e camei. Ma è da La casa che la loro collaborazione ha inizio.
Cinque ragazzi si trovano a trascorrere un fine settimana in uno chalet di montagna. Questa vacanza si trasforma poi in un soggiorno macabro quando trovano e ascoltano un nastro magnetico con incise le parole per invocare un demoni sumero.
Il film di Sam Raimi ottenne inizialmente critiche contrastanti, per poi diventare un cult attraverso la riscoperta dei cinefili e la rivalutazione dei critici. La casa riesce a fondere l’artigianalità del B-movie alle intuizioni del cinema d’autore. Il segreto del film sta poi nel creare un personaggio iconico come Ash Williams, interpretato da Campbell, che è diventato una star del cinema horror. Con La Casa 2 e L’armata delle tenebre si forma una trilogia atipica che spazia dall’horror al fantasy, passando per la commedia e che entrerà sicuramente nei vostri cuori.
E se non dovesse bastare le avventure di Ash Williams continuano nella serie tv Ash vs Evil Dead, che potete trovare su Netflix.
Con cosa proseguire: Drag me to Hell
Anno: 2009
Durata: 99′
Interpreti: Alison Lohman, Justin Long, Lorna Raver, David Paymer, Dileep Rao
Una pellicola che segna il ritorno del genere Horror nella filmografia di Sam Raimi dopo la parentesi cinecomic. Drag me to Hell è costruito come un classico film Horror: inizia con una maledizione passata, si sposta nel presente, alla nostra protagonista destinata a incontrare il maligno. La messa in scena è in pieno stile Raimi. Il regista non si appoggia quasi mai a Jumpscares ma costruisce un horror basato sul disgusto e sul macabro.
E anche qui tutto in pieno stile Raimi: seguire gli stilemi per poi inventare, creare e distruggere. Non mancano alcuni passaggi divertenti e ridanciani che creano un contrasto con la paura che ci provoca Lamia, il demone che seguiamo nel film.
Tornano poi tutti gli archetipi classici del suo cinema, come le sedute spiritiche, lo slapstick, i medium e i demoni da antiche civiltà. Un film pregno della mano di Raimi che dopo la trilogia de La casa, si riconferma un maestro che riesce a non prendersi mai troppo sul serio.
Per innamorarsi: The Gift
Anno: 2000
Durata: 111′
Interpreti: Cate Blanchett, Keanu Reeves, Giovanni Ribisi, Hilary Swank, Greg Kinnear, Katie Holmes, J. K. Simmons
Con The Gift ci addentriamo in un film minore e di stampo diverso rispetto agli altri che abbiamo affrontato fino ad ora. The Gift parla di una donna, Annie Wilson, che possiede il dono della veggenza. Per tirare su qualche soldo, vista la precoce morte del marito, Annie legge le carte. Ma non è un mero utilizzo del suo potere per guadagnare. Annie è empatica e entra in confidenza con molti dei suoi clienti. Riesce ad essere una confidente e un amica più che una semplice cartomante.
Nasce qualche problema quando il violento marito di una sua cliente inizia a minacciare lei e i suoi figli, contemporaneamente la polizia le chiede consiglio per la scomparsa di Jessica King.
Con questo film Raimi si allontana dall’Horror e si avvicina ad una narrazione di stampo thriller. Rimangono i punti cardine del suo cinema, ovvero i finali spiazzanti, la medium o cartomante e l’efferatezza. Qui però manca la parte comedy, che rende il film un thriller teso e oscuro, che racconta le anime di una cittadina di provincia.
Quello che rimane di The Gift è la delicatezza di Cate Blanchett, che spicca nel mezzo di un cast stellare formato da Keanu Reeves, Katie Holmes, Giovanni Ribisi e J.K. Simmons.
Un film che segna la fine di un percorso iniziato con la esuberanza giovanile de La casa e conclusosi appunto con l’eleganza di The Gift, l’untimo film di Raimi prima della parentesi cinecomic
Con cosa non iniziare: Doctor Strange e Il grande e potente Oz
Anno: 2013 e 2022
Durata:130′ e 126′
Interpreti: Benedict Cumberbatch, , Elisabeth Olsen, Benedict Wong, Chiwetel Ejiofor, James Franco, Rachel Weisz, Michelle Williams, Mila Kunis,
Gli ultimi due film di Sam Raimi, inglobato nella macchina produttiva disneyana, non sono i più indicati per iniziare una visione della sua filmografia.
Entrambi sono buoni film che adattano lo stile di Raimi uno alla favola del modo di Oz e l’altro al Marvel Cinematic Universe.
Il grande e potente Oz risulta essere un bellissimo prequel delle avventure di Dorothy e un racconto su come la teatralità e l’inganno del cinema possano sconfiggere la magia di due streghe. Tutti gli attori sono in parte ed è apprezzabile il senso di avventura che riesce a restituire il film. Inoltre Raimi scrive il mago Oz come un suo classico protagonista, un furfantello da quattro soldi, ponendolo contro a due streghe cattive che a fine film rivelano la loro vera natura demoniaca. Inserire tutto questo in un film per bambini è coraggioso e apprezzabile.
Con Doctor Strange in the multiverse of madness Raimi invece torna al cinecomic. L’MCU è ovviamente un contesto completamente differente rispetto alla libertà che la Sony, almeno con i primi due film, aveva concesso a Raimi. Doctor Stange riesce però ad essere una svolta in salsa horror del franchise. Raimi prende due personaggi che abbiamo imparato a conoscere come Strange e Wanda e li trasforma, rendendo Wanda una delle villain migliori che si sono viste nell’MCU.
Ci sono quindi pennellate e stilemi del suo stile in queste due pellicole, ma scegliere di iniziare da uno di questi due film non restituisce appieno il senso del cinema di Sam Raimi.
In copertina: Artwork by Alessandro Cavaggioni
© Riproduzione riservata
Seguici su Instagram, TikTok, Facebook e Telegram per sapere sempre cosa guardare!
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!