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Lo sciopero degli sceneggiatori e degli attori blocca Hollywood, cosa sta succedendo?

6 minuti di lettura

In questi giorni sta facendo molto parlare il cosiddetto double strike, lo sciopero indetto dagli sceneggiatori e dagli attori di Hollywood che sta paralizzando l’intera industria cinematografica statunitense, e non solo.

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Vediamo insieme le cause e le motivazioni dietro a questo enorme sciopero, le celebrità che si sono schierate a favore e le possibili conseguenze per l’industria.

I motivi dello sciopero degli sceneggiatori

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La Writers Guild of America, il sindacato degli sceneggiatori statunitensi, ha accusato i grandi studios di essersi arricchiti spudoratamente rifiutando i giusti compensi agli sceneggiatori, di fatto trasformando l’industria in un altro settore della gig economy, il modello economico basato sul lavoro a chiamata, occasionale e temporaneo, con poche o nulle garanzie. Insomma, avere una carriera stabile e sostenibile nel mondo dell’intrattenimento USA sembra sempre di più un miraggio.

Dopo una serie di trattative con gli studios e le piattaforme di streaming andate a vuoto, il consiglio della Writers Guild of America ha votato all’unanimità per indire uno sciopero, iniziato lo scorso 2 maggio e che si protrae ormai da più di 70 giorni. Se lo sciopero si protrarrà ulteriormente, le conseguenze potrebbero essere serie, anche e soprattutto per gli spettatori: le uscite autunnali di Serie TV e film, infatti, potrebbero subire uno slittamento. Lo sciopero ha inoltre avuto un’impatto negativo anche sull’economia di Los Angeles, già da tempo in difficoltà.

Una delle rimostranze della Writers Guild of America è quella secondo cui gli studios avrebbero sfruttato il passaggio dalla programmazione televisiva alle piattaforme streaming per operare un taglio agli stipendi degli sceneggiatori: il risultato è che ci sono un numero maggiore di sceneggiatori a lavorare per gli studios, ma in maniera più precaria e con una paga al minimo sindacale. La differenza con il vecchio sistema è che ora le piattaforme streaming acquisiscono direttamente i diritti globali della serie, riducendo gli introiti che prima provenivano dalla vendita del prodotto ai network esteri, e commissionano stagioni brevi di pochi episodi, invece che stagioni lunghe di 20 o più episodi come in passato.

Il nuovo corso ha portato i colossi dell’intrattenimento come Netflix e la Disney a darci dentro con i licenziamenti, lasciando migliaia di persone senza lavoro e le restanti in condizioni di incertezza perenne. A gettare ulteriore benzina sul fuoco è stato poi l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, che minaccia di rimpiazzare definitivamente non soltanto il lavoro degli sceneggiatori, ma anche quello degli stessi attori: l’AI, infatti, potrebbe usare le interpretazioni degli attori reali come base di addestramento per creare delle vere e proprie performance digitali, il tutto senza il consenso degli originali in carne ed ossa.

Le aziende si sono finora mostrate sorde alle richieste degli scioperanti, condannando l’iniziativa. La Alliance of Motion Picture and Television Producers ha paventato i danni economici derivanti dallo sciopero, e ha rassicurato sul fatto che gli attori saranno adeguatamente tutelati contro gli abusi dell’I.A. Di simile avviso è anche il CEO di Disney, Bob Iger, secondo cui le richieste della Writers Guild of America sarebbero “irrealistiche” e “dannose per l’intera industria”.

Le star a favore dello sciopero

sag aftra sede

Tra i sostenitori dello sciopero non figurano soltanto gli sceneggiatori. Allo sciopero, infatti, si sono aggiunti anche gli attori, tra cui molti nomi noti del cinema e della TV. Attualmente, il volto della protesta è rappresentato da Fran Drescher, la protagonista delle celebre sitcom anni ’90 La Tata e leader del sindacato degli attori SAG-AFTRA, che ha pronunciato un accorato discorso in cui si è scagliata contro le grandi major. Per Drescher, gli studios hanno un atteggiamento “disgustoso” e “fanno di Wall Street e dell’avidità la loro priorità”.

Tra le star che hanno dato il loro sostegno allo sciopero figurano nomi di punta di Hollywood come Matt Damon, Meryl Streep e Robert Downey Jr, che con ogni probabilità parteciperanno alle proteste e ai picchettaggi. Ma la paralisi dell’industria è già in atto: oltre a bloccare immediatamente tutte le produzioni in corso, anche l’intera stagione dei festival autunnali rischia di svolgersi senza la presenza delle sue celebrità, così come anticipato dalla recente anteprima londinese di Oppenheimer dove, a pochi minuti dall’annuncio dello sciopero, gli attori si sono visti costretti ad abbandonare la première.

Infatti, in aggiunta allo stop al loro lavoro sul set, ai membri del sindacato è preclusa qualsiasi attività di promozione, da interviste a red carpet. Le proteste del SAG-AFTRA, così come quelle del WGA, vertono principalmente intorno ai già citati dibattiti sulle questioni dei residuals e dell’uso dell’intelligenza artificiale.

Eccoci quindi arrivati ad oggi. Non ci resta che stare a vedere quale piega prenderà questo storico avvenimento che sta tenendo tutti col fiato sospeso.


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