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Il marchio Barbie, storia della bambola più famosa del mondo

8 minuti di lettura

Il nome di Barbie, la bionda e snella bambola californiana, è entrato nella memoria collettiva come il giocattolo per eccellenza, amato da generazioni intere di bambine e bambini. Ma il fortunatissimo marchio Barbie, creato dalla Mattel nel 1959, nel corso dei decenni si è espanso in maniera esponenziale, arrivando a conquistare l’intero mondo dei media e raggiungendo l’apice con Barbie, il film di Greta Gerwig con Margot Robbie e Ryan Gosling in uscita nelle sale italiane il prossimo 20 luglio.

Quale occasione migliore, dunque, per ripercorrere la storia della famosissima bambola, dalle origini fino alle varie incarnazioni multimediali? Ecco quindi tutta la storia del marchio Barbie.

Le origini del marchio Barbie

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Tutto ebbe inizio negli anni ’50, quando Ruth Handler, moglie del co-fondatore della Mattel Elliot Handler, notò che la figlia Barbara amava giocare con le proprie bambole di carta facendo interpretare loro dei ruoli adulti. Ciò le diede l’idea di creare proprio una bambola adulta, contrariamente alla prassi dell’epoca, secondo la quale le bambole dovevano raffigurare solo bambini o neonati. A dare lo spunto definitivo per la nuova creazione Mattel fu la scoperta, durante una vacanza in Europa, di Bild Lilli, bambola di produzione tedesca che rappresentava proprio una giovane donna rampante.

Al suo ritorno negli Stati Uniti, la Handler si mise quindi al lavoro assieme al designer Jack Ryan per la figura della bambola, mentre i suoi vestiti vennero disegnati da Charlotte Johnson. Barbie nacque ufficialmente il 9 marzo 1959, quando fece il suo debutto alla fiera del giocattolo di New York. Questa prima versione della bambola uscì in due versioni, una bionda e una bruna, e indossava un costume da bagno intero nero e bianco: insomma, la perfetta rappresentazione di un’adolescente californiana degli anni ’50.

Il marchio Barbie era ormai nato ufficialmente e destinato a mietere sempre più successi nel corso degli anni. All’inizio, però, si trovò ad affrontare una denuncia da parte della Louis Marx and Company, l’azienda che distribuiva Bild Lilli negli USA. Secondo la Marx & Co., la Mattel era colpevole di aver plagiato il girovita della loro bambola. Alla fine la Mattel riuscì ad arrivare ad un accordo, per poi acquistare i diritti di Bild Lilli nel 1964. A questo punto il marchio Barbie si trovò la strada spianata e poté dominare incontrastato il mondo dei giocattoli.

Col tempo, attorno alla figura della bambola si creò un’universo narrativo ad hoc. La prima aggiunta fu quella del’iconico fidanzato di Barbie, Ken, che fece la sua prima comparsa nel 1961, cui seguì nel 1964 la sorellina di Barbie, Skipper, più una schiera di altri personaggi aggiuntisi via via nel corso dei decenni. A proposito, volete sapere dove abita Barbie? Ebbene, Barbie abita nella mitica villa di Malibu, a Los Angeles. La parte migliore di tutto questo, però, è che la villa esiste realmente e il proprietario ha deciso di concedere ai turisti la possibilità di pernottare gratuitamente nella stanza di Ken il 21 e 22 luglio, prenotando tramite AirBnB.

Dall’animazione ai videogiochi, il marchio Barbie alla conquista dei multimedia

Barbie e lo Schiaccianoci

Un personaggio amato come Barbie sembrava fatto apposta per conquistare anche il mondo dell’animazione, e così avvenne. Dopo i primi esperimenti con due special televisivi nel 1987, la Mattel all’inizio dei 2000 avviò la produzione di film d’animazione in CGI con protagonista la propria mascotte, tutti destinati al mercato home-video. Il primo film della serie, Barbie e lo Schiaccianoci, uscì nel 2001 e fu subito un successo. Ad oggi, sono stati realizzati ben 42 film d’animazione sotto il marchio Barbie, di cui l’ultimo, Barbie, Skipper and the Big Babysitting Adventure, è uscito a marzo di quest’anno.

Di grande successo è stata anche la web serie Barbie: Life in the Dreamhouse, uscita su Youtube dal 2012 al 2015, che racconta la vita quotidiana di Barbie, Ken e i loro amici nella casa di Malibu, con un taglio da reality show e molta autoironia sul brand. A questa serie ne sono poi succedute varie altre, sia sul web che in TV.

Il marchio Barbie ha lasciato la propria impronta anche nel mondo dei videogiochi, a partire dal 1984 con Barbie per Commodore 64, fino ad arrivare alle console e alle applicazioni mobile più recenti. Spaziando da Barbie esploratrice a Barbie – Avventure a cavallo, i titoli videoludici di Barbie permettono di impersonare le varie incarnazioni della bambola che si trovano di regola sugli scaffali dei negozi di giocattoli.

Il marchio Barbie oggi, la ricerca dell’inclusività

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Il marchio Barbie non è stato esente da polemiche nel corso degli anni, venendo spesso accusato di proporre un’idea di bellezza stereotipata e di imporre determinati standard estetici alle bambine, favorendo insicurezze, disturbi alimentari e un’immagine della donna svampita e materialista.

In risposta a queste critiche, negli ultimi anni il brand ha cercato di rinnovarsi, decidendo di puntare sempre più su un’idea di inclusività: sono iniziate ad essere prodotte Barbie di vari colori, etnie e tipi corporei, comprendendo anche patologie e disabilità. Nel 2017 è arrivata la prima Barbie con l’hijab e nel 2019 è uscita la prima Barbie in sedia a rotelle, mentre nel 2022 sono arrivati sul mercato la Barbie transgender (ispirata alle fattezze di Laverne Cox, l’interprete di Orange is the New Black) e il Ken con la vitiligine. L’ultima in ordine di tempo è la Barbie con sindrome di Down, arrivata sul mercato nella primavera di quest’anno.

Ma quante Barbie esistono attualmente? Ad oggi, il brand conta circa 200 bambole, che rappresentano un’ampia gamma di figure umane. Di queste, la Barbie più costosa e ricercata è l’originale del 1959, il cui valore si aggira intorno ai 30.000 dollari.

Insomma, nonostante i suoi 60 anni di vita, il marchio Barbie ha dimostrato di essere perfettamente capace di adattarsi ai tempi, rinnovando sapientemente la propria immagine e mantenendo allo stesso tempo il proprio stile inconfondibile, fino ad arrivare alla celebrazione definitiva con il film in live action. Possiamo proprio dirlo: per la bambola più famosa del mondo, il futuro si annuncia più rosa che mai.


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