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Space Jam New Legends

Space Jam New Legends, il tranello della nostalgia pop

Alla ricerca dei millennials (e di un nuovo pubblico)

7 minuti di lettura

Achille Lauro cantava “ci son cascato di nuovo” e niente più di questa frase ricalca il pensiero di tantissimi Millennials che sono andati a vedere Space Jam: A New Legacy (cambiato in italiano con un inspiegabile Space Jam New Legends) spinti da quella maledetta nostalgia dell’infanzia su cui si sta creando un preoccupante filone narrativo e commerciale, al cinema come nel resto delle arti.

Space Jam New Legends, pensato come qualcosa a metà strada tra un sequel e un reboot, torna a mettere insieme Looney Tunes e Basket, questa volta sotto la guida di LeBron James e la regia di Malcolm D. Lee. Il film risulta uno stanco minestrone di strizzatine d’occhio alla cultura pop, dove il vero divertimento è la caccia all’Easter Egg e non la partita di basket che in teoria dovrebbe essere il fulcro dell’azione.

In Space Jam New Legends i Looney Tunes scendono di nuovo in campo

Space Jam New Legends CGI
LeBron e Bugs Bunny. Copyright: © 2021 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

Dopo 26 anni dalla prima partita, Bugs Bunny, Duffy Duck e soci vestono di nuovo i panni della Tune Squad, questa volta non contro i carismatici e divertentissimi Monstars, ma contro i mostri creati da Al-G Rhythmo (uno sprecatissimo Don Cheadle), creature mutaforma ispirate a giocatori reali dell’NBA e della WNBA, rese più forti e combattive dallo stesso figlio di LeBron, Dom, che dopo aver litigato col padre si ritrova con lui nel Server-Verso, un mondo digitale in cui rischiano di rimanere intrappolati per sempre se il grande cestista NBA non vince una partita a basket contro la Goon Squad del malvagio signore degli algoritmi.

LeBron, separato dal figlio, precipita sottoforma di cartone animato nel mondo dei Looney Tunes, ormai dispersi a causa di Al-G Rhythmo. Insieme a Bugs Bunny l’atleta riunirà gli storici personaggi della squadra e li allenerà per dare vita alla Tune Squad.

In questa prima parte, nonostante le premesse piuttosto noiose, Space Jam New Legends si comporta bene, con animazioni colorate e divertenti che regalano ai più grandi in sala l’attimo di magone nel rivedere gli storici personaggi di film e cartoni animati. Ricordiamo però che sul pubblico più giovane i Looney Tunes non hanno lo stesso effetto che avevano nel 1996, quando erano al picco della popolarità in tutto il mondo. Bisognerebbe chiedere a un bimbo o a una bimba dai 6 ai 10 anni cosa pensa del film e dei suoi personaggi, per capire fino a che punto sono riusciti a convincere il target preposto a questo genere di pellicole.

Comincia la partita, ma dov’è il basket?

Space Jam New Legends LeBron James
LeBron e la Tune Squad. Copyright: © 2021 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

Allo scadere del tempo concesso da Al-G Rhythmo a LeBron per preparare la squadra ha inizio l’incontro, passando dalla tecnica tradizionale al cartone animato in CGI, sul quale in tanti hanno espresso delle riserve, dato che priva i Looney Tunes della loro parte più slapstick e “violenta”, vero marchio di fabbrica di Bugs e soci. In realtà il colpo d’occhio non è negativo e i personaggi sono curati in tutti i dettagli, nonostante il primo impatto non sia facilissimo.

Ad assistere alla partita vengono chiamati tutti gli abitanti del Server-Verso, dove dimorano tutti gli amori infantili dei nati tra gli anni Ottanta e Novanta: Il Gigante di Ferro, Austin Powers, Harry Potter e tanti altri, insieme a personaggi di filoni più recenti da cui Warner Bros. attinge, come Mad Max, il Trono di Spade o gli ultimi film DC. Una serie di personaggi inseriti a forza come spettatori e resi meramente sfondo, senza una vera e propria utilità narrativa, se non quella di attirare l’attenzione degli spettatori adulti.

L’ottima resa della CGI e la possibilità di realizzare scene coreografiche di altissimo livello tolgono il focus dal centro di Space Jam New Legends: il basket. La seconda parte del film è una gioia per gli occhi dal punto di vista tecnico e per la marea di personaggi da scovare sugli spalti, ma si scontra con l’ovvio paragone verso il primo film, dove la partita è il momento più alto della pellicola, sia per la sceneggiatura sia per il ritmo forsennato con cui si sviluppa.

Space Jam New Legends parla ai bambini e ai ragazzi con il buon proposito di una storia intrigante, incentrata sul legame padre-figlio e sull’inseguire i propri sogni, ma si perde nel cercare a tutti i costi di conquistare quegli adulti cresciuti con Micheal Jordan (le cui capacità attoriali vengono decisamente rivalutate dopo aver assistito a quelle di LeBron) e la Tune Squad, fallendo su tutta la linea.

Se Space Jam del 1996 non è di certo un capolavoro del cinema, è pur sempre un film che dopo quasi 30 anni emoziona e diverte, con una tecnologia invecchiata benino e soprattutto un “cuore”. Space Jam New Legends dovrà affrontare la prova del tempo, e non sappiamo quanto ne uscirà vincitore trovandosi già ora privo di efficacia narrativa e di ritmo, problema piuttosto grosso dato che si parla pur sempre di una partita di basket tra mostri mutanti e gli animali da cortile più matti mai visti sul piccolo e grande schermo.


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