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The Witcher

The Witcher 3, la recensione degli ultimi tre episodi

5 minuti di lettura

Il 27 luglio Netflix ha rilasciato gli ultimi tre episodi della terza stagione di The Witcher, l’ultima con Henry Cavill. Episodi che riconfermano come gli showrunner abbiano voluto riavvicinarsi ai libri, sacrificando però l’organicità della Serie, che doveva fare i conti con le novità introdotte nella seconda stagione.

The Witcher, svolte di trama inaspettate

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La quinta puntata ci aveva lasciato con un plot twist finale. Il mago Vilgerfortz, interpretato da Mahesh Jadu, faceva il doppiogioco e manovrava la maggior parte delle trame che avevamo visto svilupparsi nelle altre stagioni. La sesta puntata inizia però con un ennesimo colpo di scena che coinvolge la Redania. Se con la quinta puntata ci trovavamo ad Aretusa per il gran concilio dei maghi, il quale si era rivelato essere un insieme di sotterfugi e non detti, la sesta rimane ad Aretusa ma mette in scena una battaglia campale sull’isola dei Maghi. Protagonisti oltre a loro, anche gli Elfi, Geralt e Ciri.

La sesta puntata svolge quasi da finale, divide i personaggi e dà una svolta alla trama. Le altre due puntate preparano il campo alla prossima stagione. La settima e l’ottava puntata sono infatti molto preparatorie, iniziano già a gettare le basi per sconvolgimenti futuri dei libri. La CGI e le scelte stilistiche delle ultime tre puntate sono comunque azzeccate, e le rendono – insieme alla quinta – le puntate migliori di questa stagione.

Rimane un po’ l’amaro in bocca per un finale troppo interlocutorio che non rende giustizia all’ultima apparizione nei panni dello strigo di Henry Cavill. Come nelle prime puntate di questa stagione i costumi sono stereotipati e kitsch, e mancano di quell’originalità che avevano nella prima stagione.
Si può discutere infine sulla necessità o meno di rilasciare la stagione in due parti. I due tronchi di episodi erano molto collegati tra loro e di certo la divisione non ha giovato alla visione.

In generale quindi la terza stagione prosegue nella sua opera di correzione della trama, riallineando la serie ai libri e attuando un lavoro di commistione tra le trame e i cambiamenti lanciati dalla seconda stagione e gli avvenimenti cruciali che ci sono nei libri. Un lavoro che però si nota soprattutto in questa stagione, che soffre un po’ di schizofrenia, con personaggi che cambiano idea con il passare di un episodio per il poco tempo a disposizione combinato con la voglia di far coincidere il finale del secondo romanzo con la fine della serie.

The Witcher 3 serie che vede comunque un’evoluzione dei personaggi e che riesce ancora ad avere dei pregi, con attori in parte e una serie di combattimenti portati in scena nel modo giusto. Il personaggio di Geralt viene scelto dagli sceneggiatori per bastire un discorso sulla neutralità e sul bisogno di intervenire. Ciri continua a viaggiare nel limbo delle aspettative che tutti gli altri personaggi hanno su di lei, tra dubbi esistenziali, eredita di un potere arcaico e profezie. Yennefer torna protagonista sia ora che in futuro con un ruolo che ci potrà rilevare sorprese.

Conclusioni su una terza stagione interlocutoria

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Una stagione di attesa quindi, che intrattiene e prepara, che non convince per rapidità di svolgimento della storia, dovendo recuperare momenti saltati nella seconda stagione, comprimendo e cambiando purtroppo eventi cruciali che se mantenuti fedeli avrebbero avuto più impatto emotivo.

Lasciamo un Geralt pronto a tutto per recuperare Ciri, lo ritroveremo con la faccia di Liam Hemsworth nelle prossime due stagioni. Ci sarà sicuramente un cambio di stile visivo e di tono: il cambio e la trama che vira verso una guerra imminente porteranno a una ricerca stilistica e registica diversa, per differenziare in continuità la Serie in due parti.

Situazione che potrebbe portare alla rinascita di una Serie che dopo una prima stagione che aveva conquistato tutti e faceva sognare in prospettiva, sembra aver perso la via, tra rimestamenti di trama, ripensamenti, ritorno alla fedeltà del libro, invezioni ad hoc per la serie ed eredità della popolarità dei videogiochi. Un caos, come quello convogliato dai maghi della serie, che la prossima stagione di The Witcher è chiamata a sbrogliare.


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Nato a Fermo, anno 1997. Scopro la passione per il cinema e per le serie tv durante l'università, studiando tutt'altro. Appassionato di film scomposti, imperfetti ed esageratamente lunghi, il mio regista preferito è Guillermo Del Toro. Le altre passioni sono la letteratura, il ciclismo e la politica.

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