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un amore senza tempo NPC Magazine

Un amore senza tempo, ecco i problemi (di coppia) quando si viaggia nel passato

La serie HBO dal genio di Sherlock si rivela troppo truce per chi cerca l'estremo romanticismo di Un amore all'improvviso, troppo maturo per i ragazzini e troppo teen per gli adulti.

10 minuti di lettura

Nell’era in cui i multiversi si moltiplicano a vista d’occhio, in un periodo storico in cui la possibilità di viaggiare nel tempo è dipinta come un super potere o come un’invenzione rivoluzionaria, HBO tenta un’operazione analoga ma opposta. Un amore senza tempo – The Time Traveler’s wife è una miniserie in 6 episodi ora in onda su Sky e diretta da David Nutter, che iniziò la sua carriera nel 2003 sul set di X-Files e ha recentemente lavorato a Il Trono di Spade.

La sceneggiatura è opera di Steven Moffat, sicuramente più conosciuto, amato e odiato dai fan di Sherlock e soprattutto di Doctor Who. Una scelta quasi obbligata, vista la centralità del tema del time travel nella serie: chi meglio di Moffat, da anni alle prese con la mitologia dei Signori del Tempo e con la costruzione di legami tra due individui che saltellano tra passato e futuro, poteva raccontare la storia di due innamorati persi nelle pieghe del tempo?

Un amore senza tempo clare e henry in salotto

Se l’idea di un uomo che è costretto da una rara anomalia genetica a tornare indietro nel tempo vi suona familiare, è perché vivete i postumi delle martellanti repliche televisive di Un amore all’improvviso (Robert Schewentke, 2009). Campione d’incassi, il film fu un primo e semplicistico adattamento del bestseller The Time Traveler’s Wife di Audrey Niffenegger, proprio il romanzo riesumato negli ultimi anni per realizzare Un amore senza tempo. Ovviamente, noi di NPC Magazine non potevamo evitare il rewatch di questo reperto degli anni 2000. Ma procediamo con ordine.

Un amore senza tempo, tra maledizioni e relazioni condannate a finire

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Il dono del viaggio nel tempo diventa una maledizione quando è fuori controllo. È il caso di Henry DeTamble (Theo James), che da piccolo scopre di poter tornare indietro (o, più raramente, andare avanti) nel segmento temporale che racchiude la sua esistenza. Ogni volta che capita, non c’è alcun preavviso. Henry può venire catapultato ovunque, completamente nudo e vulnerabile, e dovrà rubare, nascondersi, correre, cercare di sopravvivere finché il difetto genetico che lo perseguita non lo riporterà a casa.

Finalmente una narrazione impietosa e non ottimistica del viaggio nel tempo, un’arma a doppio taglio e una maledizione che può tranquillamente farti ammazzare se appari di colpo sui binari di un treno in corsa. Henry non è un eroe, non compie missioni speciali e non lavora per la C.I.A.; è un uomo che vorrebbe vivere un’esistenza normale, ma è obbligato a rischiare di morire e ad assistere ripetutamente agli eventi traumatici della sua vita restando impotente di fronte ai fatti accaduti o che devono accadere.

L’unica costante fortunata in una vita di stress e sofferenze è Clare Abshire (Rose Leslie): per qualche motivo (qualcuno direbbe, il destino), Henry incontra Clare a diverse età della sua vita, dando inizio ad una relazione romantica che è, appunto, senza tempo.

Nonostante sia una persona ordinaria, Clare ha trascorso anni e anni in attesa degli appuntamenti con Henry ed è la vera protagonista della serie, oltre che del romanzo originario (d’altra parte, i titoli originali di tutte le opere fanno riferimento alla moglie dell’uomo che viaggia nel tempo).

Il suo punto di vista è fondamentale e nei dialoghi tra i due personaggi Moffat prova a riportare le frustrazioni che deve provare una donna che vive in funzione del ritorno del suo amato, che un giorno potrebbe non ricomparire più.

Ha senso raccontare una storia simile oggi? Il cringe è dietro l’angolo in Un amore senza tempo

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Le differenze tra Un amore senza tempo e il suo antenato Un amore all’improvviso sono da ricollegarsi direttamente ai cambiamenti avvenuti nell’audiovisivo e nella società dell’ultima decade. Certo, HBO è sinonimo di quality TV e non avrebbe mai puntato ad un filmetto leggero adatto per la ritrasmissione ad oltranza su Canale5 nei caldi pomeriggi estivi. Ma quel film del 2009, che molti dei lettori ricorderanno con affetto nonostante la trama sbrigativa e l’eccesso di romanticherie (va detto che sapeva comunque far commuovere!), è ben distante dal prodotto che ci viene offerto oggi, e non solo perché elimina l’assurda pretesa che una relazione sia tutta rose e fiori.

Innanzitutto, il pubblico è ora più che mai innamorato della serialità ed è abituato a gestire narrazioni multistrato. Ecco perché tutto ciò che in Un amore all’improvviso era appiattito e semplificato, in Un amore senza tempo è complicato e arricchito da dettagli e presagi.

L’abbandono della linearietà va in parallelo alla costruzione di caratteri forti e sfaccettati per i due protagonisti: esistono i problemi di coppia, Clare è infastidita dai comportamenti infantili della versione giovane di Henry e lui non cade immediatamente tra le sue braccia. La Clare passiva del film lascia spazio ad una Clare più impulsiva nella serie. In più, il tema del libero arbitrio entra a gamba tesa: Henry e Clare sono costretti a stare insieme, non possono fare niente per evitare che succeda, poco importa se litigano e si urlano contro, torneranno sempre insieme.

È qui che Un amore senza tempo si arena silenziosamente su un terreno piuttosto inquietante (sempre che non lo faccia già prima, quando un Henry over40 va in visita ad una Clare bambina, facendole da compagno di giochi finché non ha l’età adeguata per baciarla). Quanto è attuale una narrazione che ci mostra una donna che plasma sé stessa su un uomo adulto che la visita da quando era piccola, senza neanche la possibilità di fare scelte diverse? Ha senso, oggi, adattare un romanzo con questi contenuti?

Un amore senza tempo non fa mistero del fatto che Clare abbia modellato la sua idea di sessualità su Henry fin dalla tenera età. Tutto di lei ruota intorno a lui. Insomma, le sensazioni che avrete vedendo alcune scene sono le stesse di quando avete visto Jacob creare l’imprinting con Renesmee neonata in Twilight.

Un amore senza tempo merita la vostra curiosità?

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Tirando le somme, ecco che cosa emerge dai primi episodi di Un amore senza tempo. In primo luogo, una sceneggiatura stratificata, che cerca di non annoiare e di rispettare la fonte letteraria originale. Una caratterizzazione dei personaggi più approfondita e realistica di quanto fatto in passato, che però non riesce a togliere di mezzo quelle componenti che possono far storcere il naso allo spettatore contemporaneo (c’è da dire che è un ostacolo quasi insormontabile, perché parliamo di aspetti intrinsechi alla narrazione). Menzione speciale a Kate Siegel, che interpreta la madre di Henry e regala momenti molto toccanti già al secondo episodio.

Per il resto, la regia è piuttosto banale, così come tutto il contorno. Infine, nonostante il tentativo di ridimensionare la passività della protagonista femminile grazie a riflessioni a voce alta e comportamenti che vanno contro il destino prestabilito, permane la subordinazione nei confronti della controparte maschile e il risultato è un concetto di romanticismo vagamente anacronistico.

Difficile consigliare o meno la visione di Un amore senza tempo. La serie in sé non colpisce però non è da buttare, dato che per ora offre spunti interessanti ed è presentato in una confezione mediamente buona.

Al contempo, non si riesce a capire a quale target si rivolge: troppo truce per chi cerca l’estremo romanticismo di Un amore all’improvviso, troppo maturo per i ragazzini, troppo teen per gli adulti. Né si riesce a trovare quell’elemento sorprendente o affascinante che spinga alla visione. Se amate i viaggi nel tempo e avete già visto qualsiasi film o serie al riguardo, a questo punto concedete un’opportunità anche a questa produzione HBO e potrete dire di essere dei time traveler esperti.


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Classe 1998, con una laurea in DAMS. Attualmente studio Cinema, Televisione e Produzione Multimediale a Bologna e mi interesso di comunicazione e marketing. Sempre a corsa tra mille impegni, il cinema resta il vizio a cui non so rinunciare.

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