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Addio a Videodrome, o come il sistema ha ucciso il videonoleggio di Federico Frusciante

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10 minuti di lettura

Chiude dopo 23 anni, di cui gli ultimi passati in trincea, la storica videoteca dello youtuber Federico Frusciante. Diciamoci la verità: che si creda nel lavoro di Federico Frusciante o che semplicemente se ne apprezzi il valore culturale, tutti quanti sapevamo che prima o poi sarebbe arrivato questo giorno. Era meglio poi che prima, e vista la testardaggine del Frusciante, la sicurezza che palesa nel mestiere che fa, si pensava al contrario che un’attività come la sua reggesse ancora per molti anni.

Ma forse abbiamo peccato di ottimismo. Perché dopo 23 lunghi e sofferti anni di sopravvivenza, la videoteca Videodrome in Via Magenta 85 a Livorno, gestita dal già citato critico, regista, musico e (ex?) videonoleggiatore Federico Frusciante, chiude i battenti.

Una scelta difficile da prendere, ma il mercato non perdona

La scelta e l’annuncio arrivano su un post Facebook in cui, il noto videorecensore, cede l’armistizio a seguito di una guerra furiosa con le case di distribuzione troppo attratte da un mercato ignorante. Se infatti, il solo formato DVD è già costantemente minacciato dalla presenza sempre più imponente delle piattaforme streaming, il noleggio è praticamente diventato, in qualche manciata di anni, una pratica elitaria per pochi.

Da centinaia di milioni, il mercato si è ristretto a qualche decina; la domanda è calata ma l’offerta non è da meno: gli investitori, gli esercenti, le case di produzione e distribuzione, i registi, gli attori, i personaggi influenti dello spettacolo, il pubblico stesso, tutti hanno soffiato sul fuoco nascente dello streaming, e allo stesso tempo hanno tarpato, di netto, le ali al commercio fisico: un Icaro che forse se la sarebbe cavata, se non fosse che il padre Dedalo gli avesse impedito da subito di volare.

Perché abbiamo ancora bisogno di Videodrome

Il risultato si vede, conseguentemente, nelle vie delle nostre città, dove i negozi di videonoleggio, tra cui ora anche Videodrome, cadono come mosche. Senza una spinta di innovamento, il noleggio è immediatamente finito nella coda degli esercenti d’intrattenimento casalingo: un vero e proprio spreco di risorse non sfruttate in grado non solo di garantire una serata godibile a qualcuno, ma che avrebbe permesso un arricchimento culturale grazie alla passione sfrenata di chi, dietro al bancone, si mostra come un Virgilio in grado di guidare lo spettatore nella bolgia cinematografica.

Il vostro amichevole Federico Frusciante di quartiere però non molla un secondo, e nel suddetto post Facebook corregge subito il tiro dichiarando:

“se tutto va come deve (alle promesse devono seguire i fatti) potreste trovarmi altrove dove continuerei a noleggiare ma in modo diverso”.

Di nuovo, dietro a Videodrome esiste chiaramente una personalità viva e pulsante, come Frusciante ha ben dimostrato di essere, in grado di elevare il cinema ad arte pura. In quei 3,50€ che servono per noleggiare il film non c’è soltanto l’intrattenimento della pellicola, ma anche la passione e la gigantesca conoscenza di un uomo come lui, capace di recensire in due minuti il film che hai appena noleggiato e che quella sera stessa prenderà vita anche grazie alle sue parole.

Videodrome è per questo un baluardo del cinema livornese – come spesso viene descritto – ma nel senso che oltre alla settima arte, all’interno delle sue quattro mura c’è l’unione, le chiacchiere, la vera e propria essenza che un film porta con sé a ogni sua visione. Come un circolo culturale in vecchio stile che riflette un’epoca perduta, Videodrome si erge in difesa dell’arte e si allontana da quella pericolosa smaterializzazione dei beni e dei consumi che sta logorando man mano la nostra società.

E così, il noleggio, diventa quella modalità di fruizione cinematografica che ai più potrà sembrare un rigurgito nostalgico da anni ’80, ma che agli appassionati di cinema non può che far brillare gli occhi: nel backstage del videonoleggio (e Videodrome non è mai stato esente) esiste un mondo dove il Cinema, quello con la C maiuscola, non ha mai smesso di essere prima di tutto il mezzo magico per eccellenza, alla Méliès parlando. I videonoleggi sono stati, e sempre lo saranno, il luogo deputato in cui la cinematografia diventa veramente settima arte, non semplice intrattenimento, ma vera e propria forma culturale pulsante di vita, vivace come mai.

Perché Videodrome ha dovuto chiudere? Ecco i dati

Ma bando ai sentimentalismi, i motivi per cui Videodrome (e altri prima di lui) ha dovuto chiudere li abbiamo appena elencati sopra e li riportiamo anche qua. Le piattaforme streaming si sono divorate una buona fetta del pubblico, e anno dopo anno stanno sempre più rosicchiando il mercato fisico del DVD, necessario a Videodrome per sopravvivere.

GFK Italia nel suo rapporto annuale che fa per Univideo, ha stimato che nel 2020 il mercato digitale ha occupato il 51,1% del fatturato superando così per la prima volta quello del DVD, fermo a un 48,9% (in costante calo). Per fare un metro di paragone: solo sei anni fa, nel 2014, queste percentuali si attestavano a un netto 93% per la vendita fisica e un 7% per il digitale. Nel 2015 Netflix sbarca finalmente in Italia, e il digitale recupera infatti tre buoni punti percentuali sul fisico: il noleggio, che già a questa data occupava solamente il 10,8% del comparto fisico, ed era in notevole calo da tempo, non poté più reggere il colpo.

Su un totale fatturato di 211,7 milioni di euro nel 2020, il noleggio contribuisce di “appena” 4,5 milioni; certo, è un valore fortemente influenzato dalla pandemia, ma quello che ha fatto il Covid non è altro che un accelerare un processo già iniziato da tempo. Basta vedere i dati degli anni scorsi per accorgersi dell’antifona: il noleggio presenta una flessione continua e non sembra fermarsi.

Il ruolo delle Istituzioni

Quello che ci dicono i dati è molto chiaro: il noleggio sta morendo. Ma quello che Frusciante continua a ripetere nei video registrati dal suo Videodrome, è che a essere corrotto è il sistema della distribuzione stesso: non esistono incentivi, anzi, un po’ come sta succedendo per la sala, sembra quasi che dalle istituzioni arrivino dei disincentivi.

Appena qualche anno fa molte case di distribuzioni, vista la tendenza del mercato, hanno prontamente smesso di produrre DVD e Blu-Ray per il noleggio, concentrandosi invece su quelli destinati alla vendita. In situazioni come queste le istituzioni non sono mai state d’aiuto e hanno, al contrario, spalancato la porta al libero mercato, impedendo così al noleggio di respirare.

Quest’ultime dovrebbero essere un faro e un importante freno alle aziende private che, guardando al profitto, concepiscono la distribuzione cinematografica e televisiva come un mero e semplice prodotto economico, ignorandone, di conseguenza, il valore culturale. Sembra una banalità, ma per il noleggio e il DVD non esiste nessun tipo di garanzia: tutto è lasciato in disparte, sotto un cavernoso e soffocante silenzio.

Videodrome in breve

Il Videodrome di Frusciante è, da questo punto di vista, un grande centro di riferimento della cultura cinematografica intera il che, però, non ha resistito a quella che sembra proprio essere un’inevitabile morte del videonoleggio e di tutte le sue forme.

“Benvenuti o ben ritrovati a Videodrome in Via Magenta 85 a Livorno”

È l’introduzione affezionata che ogni seguace del Frusciante conosce a memoria, sarà difficile accettare un cambiamento da settembre, quando il negozio non ci sarà più e Federico dovrà incominciare a registrare in altre location. È anche vero, però, che Videodrome in realtà non chiuderà mai: nella mente dei fan sarà sempre e comunque Videodrome, il videonoleggio di Federico Frusciante, baluardo del cinema. E dovrebbe essere così per chiunque dica di amare la settima arte.

Immagine in copertina da QuiLivorno.it


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Studente alla Statale di Milano ma cresciuto e formato a Lecco. Il suo luogo preferito è il Monte Resegone anche se non ci è mai andato. Ama i luoghi freddi e odia quelli caldi, ama però le persone calde e odia quelle fredde. Ripete almeno due volte al giorno "questo *inserire film* è la morte del cinema". Studia comunicazione ma in fondo sa che era meglio ingegneria.

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