Il 2020 è stato un anno da dimenticare da molti punti di vista. Tra pandemie mondiali, incendi, quarantene e chiusure sistematiche dei luoghi della cultura c’è un’altra piaga che si è abbattuta su tutti noi: i film brutti. Quest’anno la piaga dei flop ha assunto vesti se possibile ancora più minacciose: se tra i pochi film usciti al cinema siamo incappati in una pellicola dimenticabile la delusione è ancora più cocente rispetto agli anni scorsi.
Scopriamo insieme quali sono stati i peggiori film che hanno funestato il 2020!
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NOTA: All’appello manca Vacanze su Marte, il peggiore cinepanettone di sempre. Preferiamo fingere che non sia mai uscito.
«Cats»
Che il 2020 fosse un anno difficile lo si poteva capire già dal dicembre 2019 (in Italia è arrivato nel gennaio 2020), all’uscita nelle sale di Cats, versione cinematografica dell’omonimo musical di Broadway. Un cast stellare (Judi Dench, Idris Elba, Jennifer Hudson e Ian McKellen giusto per dine alcuni) e il regista Tom Hooper, premio Oscar per Il discorso del re, hanno dato vita a un incubo su pellicola.
Computer grafica inquietante e mal realizzata, recitazione stanca e regia inutilmente pomposa. Cats ha trionfato ai Razzie Award 2020, vincendo sei Lamponi su sette nomination. Da citare la vittoria per la peggior coppia, in cui il film compare con la dicitura «Qualsiasi palla di pelo mezza felina e mezza umana».
«Mulan»
L’ondata dei live action dei classici Disney ha colpito anche uno dei lungometraggi più amati dalla generazione dei Millenials: Mulan. Distribuito con una soluzione che chiamare fallimentare è fare un complimento, Mulan è passato come un bulldozer sulla poesia di un film d’animazione ispiratissimo, lasciandone le macerie fumanti dalle quali è sorto questo wuxia da bancarella. Personaggi piatti, sceneggiatura imbarazzante e storia noiosa hanno eletto Mulan tra i peggiori film del 2020.
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«Lockdown all’italiana»
Quando si pensava che la commedia italiana avesse toccato il fondo, ecco che Enrico Vanzina si arrotola le maniche, prende una pala e comincia a scavare. Lockdown all’italiana è un film sbagliato, inopportuno e presuntuoso negli intenti, che secondo regista e cast si avvicinano a quelli di film come Il grande dittatore di Chaplin o La grande guerra di Monicelli.
La realtà è che questo film ricalca gli stilemi ammuffiti di tutte le commedie italiane da quattro soldi: mariti fedifraghi, mogli annoiate dalla vita, ragazzette poco vestite, giochi di parole volgari ed equivoci a non finire. Qui il problema mastodontico sta nell’ambientare il film durante il lockdown di marzo, creando siparietti ridicoli in uno dei momenti più tragici della storia recente e facendolo uscire in sala in piena emergenza sanitaria.
«365 giorni»
Fortunatamente questo film non ha avuto il privilegio di vedere il buio della sala, uscendo a giugno direttamente su Netflix. Film erotico polacco, 365 giorni è la storia di una donna che viene rapita da un mafioso siciliano (sigh), interpretato dal modello Michele Morrone. La ragazza ha un anno per innamorarsi di lui; in caso contrario verrà liberata senza condizioni. Indovinate come finisce? Esatto. Il tutto però viene condito da dialoghi pesantemente offensivi, in cui stupro e violenza vengono dipinti come intriganti e sexy, insieme a scene di sesso meno erotiche di una briscola al bar di paese. Un film trash che non diverte per niente, meritandosi un posto speciale tra i peggiori film del 2020.
«Dolittle»
Dopo essere diventato Iron Man, Robert Downey Jr. ha scelto di calarsi di nuovo in un mare di CGI per interpretare il famoso Dottor Dolittle, veterinario in grado di parlare con gli animali e unica speranza per curare la Regina, vittima di un male misterioso.
Il film è prevedibile, noioso e banale persino per un pubblico di bambini. La computer grafica usata è tantissima e fatta davvero male, con gli attori spaesati a guardare nel vuoto. Il punto peggiore si raggiunge nella scena nella grotta con il drago, tra i momenti più esteticamente brutti del 2020.
«Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn»
Tra gli ultimi film ad approdare in sala prima del lockdown, questo colorato tentativo di recuperare il personaggio di Harley Quinn dopo il disastro di Suicide Squad, è stato (di nuovo) un buco nell’acqua. Harley e Joker si sono lasciati, rendendo la spalla del clown di Gotham libera di ritagliarsi il suo ruolo da protagonista.
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Il problema è che Harley e il suo gruppetto di amiche sembrano più bullette adolescenti di quartiere che delle vere villain, non facendo la minima presa sul pubblico. A completare il quadretto di un film pensato per essere niente di più che colorato ci pensa l’ossessiva voce fuori campo di Harley, atta a spiegare tutto ciò che vediamo, dalla sua storia a quella di tutte le sue amiche. Birds of Prey è un film che tenta di essere “girl power”, ottenendo solo l’effetto di essere stupido.
«Artemis Fowl»
Film atteso da molti anni dai fan della saga fantasy di Eoin Colfer. Artemis è un giovane e ricco genio del crimine, intenzionato a rubare al Popolo L’Aculos, un prezioso manufatto che lo aiuterà a liberare suo padre rapito. A dargli del filo da torcere sarà l’intrepido elfo Spinella Tappo, interpretata da Judi Dench.
Il film, con la regia di Kenneth Branagh è un disastro su tutti i fronti: dalla sceneggiatura pigra alla mancata empatia con i personaggi, appiattiti all’inverosimile anche da una scelta del cast poco ragionata. La distribuzione direttamente su Disney+ ha permesso al film di limitare i danni del flop già annunciato dal trailer, accolto con delusione e diffidenza.
«Elegia Americana»
La critica statunitense lo ha definito «il film più brutto del 2020»; Elegia Americana è il tentativo di Ron Howard di dipingere un affresco delle comunità rurali degli Stati Uniti, viste con l’occhio di un ragazzo ormai affrancato da quello stile di vita che torna per assistere la madre.
Il film è pesante, pretenzioso e a tratti (perdonerete il termine) “cringe”. Amy Adams e Glenn Close toccano picchi di eccesso recitativo che mettono a disagio lo spettatore anziché rapirlo. Un film che vuole a tutti i costi essere da Oscar è finito per diventare la parodia della tipica pellicola da statuetta.
«Il talento del calabrone»
Il film di Giacomo Cimini è un tentativo di fare qualcosa di diverso in Italia rispetto alla commedia facilona o al dramma sociale. Un thriller in due ambienti (lo studio radiofonico di RADIO 105, come urlano tutti gli oggetti del set, e un’auto che viaggia per Milano su cui è caricata una bomba) che nonostante la ferrea volontà di Castellito di reggere tutto il film sulle sue spalle, frana rovinosamente.
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La sceneggiatura è ridicola, finta all’inverosimile, con i personaggi che parlano con dizione perfetta e linguaggio da carta stampata. La recitazione non aiuta, con una Anna Foglietta rigida e meccanica e un Lorenzo Richelmy impostatissimo. Il talento del calabrone delude per l’occasione mancata e fa scattare risate involontarie per l’assurdità dei dialoghi nonostante un importante messaggio di fondo, totalmente sprecato.
«New Mutants»
Tra i peggiori film del 2020 troviamo New Mutants, uno spin-off della saga di X-Men, in cui cinque giovani mutanti sono rinchiusi all’interno di un centro di recupero, sorvegliato 24 ore su 24 e recintato da barriere d’energia. I ragazzi dovranno lottare con tutte le loro forze per liberarsi dalle grinfie della dottoressa Reyes.
Molti hanno dato una possibilità al film grazie alla presenza di Anya Taylor-Joy, diventata celeberrima grazie alla fortunata serie La regina degli scacchi, ma le sue doti recitative non sono bastate per tenere a galla un prodotto nato già morto. New Mutants è un film noioso, prevedibile e confusionario, con un montaggio fatto con l’accetta e tantissimi tagli, che lo hanno reso un moncherino mal digeribile per i fan dei mutanti.
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