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Alex C. Lo

Venezia 81 – Intervista ad Alex C. Lo, fondatrice della casa di produzione Cinema Inutile

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5 minuti di lettura

Entriamo nello spirito di Venezia 81 con un’intervista speciale a una voce emergente e preponderante di questa edizione. Alex C. Lo, produttrice cinematografica based in New York, ha fondato Cinema Inutile cinque anni fa, e ha già prodotto diversi film presentati ai più importanti festival cinematografici del mondo. A Venezia si presenta con Happyend del giapponese Neo Sora, presentato nella sezione Orizzonti, dedicata alle opere esordienti, e Stranger eyes di Yeo Siew Hua (già Pardo d’oro alla 71esima edizione del Locarno Film Festival con A Land Imagined), che compete nel concorso ufficiale della mostra. Abbiamo chiesto ad Alex C. Lo del suo rapporto col cinema e con l’Italia.

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Alex C. Lo, tra New York, Tokyo e l’Italia

Come e quando sei entrata nel mondo del cinema, e cosa significa produrre nel 2024 rispetto a ieri?

Ho fondato la mia società cinematografica alla fine del 2019, con l’obiettivo di dare voce ai registi impegnati a raccontare storie universalmente critiche e avvincenti. Il 2024 è stato un anno straordinario per la società: due dei nostri film saranno presto presentati in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia, tra cui Stranger Eyes (2024) nella selezione ufficiale. Inoltre, tre nostri film sono stati premiati a Cannes e uno a Berlino. Produrre film indipendenti oggi significa trovare il pubblico giusto per i propri film in modo strategico in un mondo dominato dagli algoritmi. Le menti innovative e creative sono importanti come sempre nel mondo di oggi, in rapida evoluzione.

Hai prodotto in passato film che hanno affrontato tematiche generazionali. Perché pensi che sia importante? Credi che a volte queste tematiche siano sovrarappresentate o sfruttate nel genere?

Credo che ci sia una differenza tra la nozione di sfruttamento e quella di sovrarappresentazione sullo schermo. Direi che le questioni urgenti difficilmente possono essere sovrarappresentate in qualsiasi forma d’arte, e credo che il cinema possa fornire prospettive sulla condizione umana e sul mondo in cui viviamo. Noi di Cinema Inutile produciamo e sosteniamo costantemente film che offrono una visione unica di una varietà di questioni sociali attraverso le esperienze delle giovani generazioni di tutto il mondo, come Girls Will Be Girls (2024). La nostra missione è quella di promuovere quelle storie che altrimenti non sarebbero state viste.

Qual è il tuo rapporto con l’Italia e il cinema italiano? Il tuo autore italiano preferito?

L’Italia è stata a lungo la mia destinazione preferita, anche prima che iniziasse la mia carriera di regista. Ammiro l’eleganza duratura che permea la sua cultura – dall’arte, al design, alla cucina (dove la semplicità è elevata a raffinatezza, come esemplificato dal mio amore per i porcini). I nostri antenati di Italo Calvino e l’intera filmografia di Vittorio De Sica sono stati tra i capolavori che hanno acceso la mia passione per la narrazione. Sono anche una fan di Alice Rohrwacher da quando ho visto per la prima volta Le meraviglie.

Oggi visito l’Italia più volte all’anno per festival e fiere, tra cui la Biennale. Con l’entrata in vigore del nuovo trattato di coproduzione Italia-Giappone, sono molto entusiasta di scoprire i talenti italiani e fare esperienza con le produzioni del paese. L’anno scorso la mia società ha imbarcato il nostro primo progetto italiano, che inizierà la produzione in autunno.

A tal proposito, che progetti dobbiamo aspettarci nel futuro?

Attualmente abbiamo più di una dozzina di progetti in fase di sviluppo, pre-produzione o post-produzione. Un film che mi entusiasma particolarmente è Testa o Croce? del talentuoso duo di registi italiani Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis (registi di Re granchio ndr). Si tratta di una storia selvaggia, di genere diverso, con una sceneggiatura realizzata ad arte, una delle più originali che abbia letto di recente. È un po’ presto per condividere ulteriori dettagli, ma non vedo l’ora di portare il film al pubblico italiano e mondiale.


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Studente alla Statale di Milano ma cresciuto e formato a Lecco. Il suo luogo preferito è il Monte Resegone anche se non ci è mai andato. Ama i luoghi freddi e odia quelli caldi, ama però le persone calde e odia quelle fredde. Ripete almeno due volte al giorno "questo *inserire film* è la morte del cinema". Studia comunicazione ma in fondo sa che era meglio ingegneria.

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