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Intervista a Eugenia Comunello, la travel designer che ti porta sul set di Bridgerton (e non solo)

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31 minuti di lettura

C’è chi dice che con la cultura non si mangia, eppure il cineturismo è un affare da mezzo miliardo di euro (dato relativo solo all’Italia). Visitare le location della Serie TV del cuore o del film dell’infanzia è un’emozione che sempre più persone rincorrono, in patria o in giro per il mondo. Pensiamo al recente boom turistico di Verona in occasione del tour promozionale della terza stagione di Bridgerton, che ha trasformato la città dell’amore in un temporaneo luna park a cielo aperto dove ballare, mangiare e vestire in stile Bridgerton.

personaggi bridgerton che camminano per strada

Quando non c’è Netflix a organizzare l’esperienza (o la si vuole estremamente personalizzata e immersiva), però, come si fa? Arriva in soccorso una travel designer professionista come Eugenia Comunello di Agape Viaggi, che organizza viaggi su misura per singoli, coppie, gruppi. Noi di NPC l’abbiamo intervistata in occasione del lancio del suo viaggio di gruppo a tema Bridgerton con destinazione Bath, nel Regno Unito.

Da studentessa di cinema a travel designer

eugenia comunello agape viaggi al mare con un mappamondo

Parlaci un po’ di te: chi sei, come sei arrivata qua, di che cosa ti occupi oggi?

Sono Eugenia Comunello, travel designer e Founder di Agape Viaggi. Come travel designer realizzo dei viaggi su misura, quindi a partire dalle esigenze dei clienti. Se a un cliente piace il trekking, andrò a cercare un viaggio che includa queste cose; faccio lo stesso se una persona ama l’arte, oppure il cibo, o entrambi!  Ho deciso di specializzarmi in viaggi in Europa perché è il luogo che conosco meglio. E data la passione per il cinema e le Serie TV di fare viaggi in Europa e cineturismo.

Come hai deciso di diventare travel designer?

Ho sempre viaggiato tanto, sin da bambina ho avuto questa fortuna e ho potuto viaggiare sia bene sia male. Fin da piccola adoravo fare gli itinerari – conta che andavo al bagno con le guide Mondadori, che erano piene di figure e dicevo “quando ci vado voglio vedere questo”. Mi facevo nella mente tutti i miei itinerari, poi quando c’era la possibilità di farli per davvero, li facevo volentieri.

Però, come ho accennato, ho viaggiato anche male perché purtroppo ho fatto anche parecchi viaggi di gruppo in cui ero completamente fuori target, quei viaggi molto standard con il pullman, in cui fai una foto e poi ti rifanno partire. È così che ho capito bene la differenza fra il viaggiare seguendo le tue passioni, i tuoi ritmi, le cose che ti interessano, e il viaggiare proprio “standard” senza cogliere effettivamente lo spirito di un luogo.

Quando hai realizzato che questa esperienza potesse trasformarsi in un mestiere come quello della travel designer?

Non ho mai pensato che il turismo e i viaggi potessero essere il mio lavoro, tanto che terminate le superiori ho deciso di provare a fare l’attrice. Mi hanno preso all’Accademia teatrale a Venezia. Non è andata come pensavo, alla fine non era quella la mia strada, allora ho ripreso l’università e mi sono laureata in DAMS perché ho sempre comunque avuto una passione per le storie, una passione per il mondo del cinema, per il mondo delle Serie TV, quindi il DAMS è stato un po’ la prosecuzione naturale.

Nel mentre, con un esame all’università e con dei corsi, ho scoperto il mondo dei social media e ho iniziato a lavorare come social media manager. Ho lavorato per associazioni culturali, in un’agenzia che si occupava di eventi culturali e di festival. Però c’era sempre qualcosa che mancava. Questo lavoro non era ancora il mio e dopo un periodo di crisi ho deciso di ascoltare questa vocina che mi diceva “a te piacciono i viaggi, ma perché non provi ad organizzare dei viaggi?”. Cercando un pochino ho trovato la figura del travel designer e quindi ho fatto un corso professionale alla Travel Designer Academy [NDR L’Academy in questione è Professione Travel Designer] che mi ha permesso di imparare questa professione e anche di certificarmi.

Consigli a chi vuole intraprendere questa carriera di fare un corso simile e ottenere una certificazione ufficiale?

Assolutamente. Tante persone sono effettivamente brave a fare degli itinerari, sono dei blogger o altro, però fare un corso professionale ti permette anche di conoscere dei lati legislativi, dei lati tecnici e teorici, che sono fondamentali, perché se non si conoscono si rischia che le cose non vadano benissimo.

Dopo essermi specializzata, cercando di capire che cosa mi piaceva e che cosa non mi piaceva, – qui ritorniamo al punto di partenza – ho deciso di concentrarmi sulla destinazione Europa. Un po’ tutti i travel designer, a seconda del proprio background e dei propri interessi, trovano una nicchia di specializzazione, anche per fornire dei servizi particolari per le persone. C’è chi si specializza in Sudest asiatico, chi in viaggi di nozze, chi in solo travel, proprio per fornire un servizio accurato. Io ho scelto l’Europa e il cineturismo.

In pratica, un percorso accademico è utile da quali punti vista?

Legale e anche proprio teorico. Io l’ho fatto con la Travel Designer Academy e mi sono trovata veramente molto bene, tutt’ora continuo a collaborare con loro, con le mie competenze sui social. Puoi imparare solo così a creare un itinerario, perché magari tu sei molto bravo a crearne uno per te stesso, però devi metterti a lavorare pensando a chi lo riceve, pensando a captare le esigenze delle persone. Poi dal punto di vista legale, ci sono delle lezioni di legislatura, ma anche proprio su come creare un itinerario, come contattare i fornitori, come fare come fare un preventivo effettivo.

Sì, ci sono un sacco di di tasselli che differenziano il creare un viaggio per sé e per gli amici e il farlo effettivamente come professione. Una formazione specifica come quella che ho ricevuto io ti fa fare questo passo in più.

Mi interessa molto il tuo background da attrice, la passione per il cinema, per il mondo della recitazione addirittura. A vederti oggi, sei il perfetto esempio di una persona che parte da un punto A, solo dopo – e grazie a – un giro molto ampio, arriva a un punto B, che sarà un arrivo, o una partenza?

Sono aperta a vedere come si evolve!

Che cosa significa fare cineturismo (consapevole) oggi

Per quanto riguarda il tema del cineturismo, invece, hai avuto un’infarinatura all’interno dell’Academy oppure è una passione che hai sviluppato completamente in autonomia?

Allora, c’è sempre stato. All’interno dell’Academy c’era un modulo sulle tendenze turistiche, però era già una cosa che inconsciamente frullava nella mia testa. Sicuramente avere una validazione e il fatto che sia riconosciuto come un trend turistico mi ha fatto dire “Ah, quindi non è solo una cosa che si può fare per hobby”… piano piano questa cosa ha iniziato a maturare. E vedendo anche il riscontro che c’è rispetto al cineturismo si è rafforzata.

Credo però che il cineturismo non sia un trend per tutti gli aspiranti travel designer, nel senso che devi ovviamente avere una passione e una conoscenza dal lato cinematografico. Quindi a me ha risuonato per questo motivo qui. Come invece non ha risuonato il turismo delle radici o magari un turismo sul retreat, sul silenzio, insomma, capirai che tanto silenzio non lo faccio [scoppia a ridere]. Diciamo che vedevo che poteva unire le strade che avevo intrapreso fino a quel momento e questa strada nuova che stavo intraprendendo. [Il cineturismo] non è uscito subitissimo. Però poi piano piano ha trovato la sua strada per emergere.

Il cineturismo comunque è un mezzo per riscoprire dei luoghi che non hanno, almeno apparentemente, un’attrattiva turistica forte.

Assolutamente.

Penso ad esempio a quando si visita Matera, che è una città ricca di storia, ricca di cultura. Però lì hanno girato film famosi e c’è sempre la possibilità di fare un itinerario per farsi raccontare quei luoghi da cineturista.

Assolutissimamente, sì, sì! Addirittura, certi enti del turismo come Visit Britain, che ovviamente è un ente del turismo in una terra che di film ne gira molti, che ha molte locations – lo sappiamo che il Regno Unito è prolifico da questo punto di vista – ha deciso di investire insieme alla British Film Commission per puntare proprio sul cineturismo anche in aree meno conosciute per svilupparle turisticamente, oltre alle solite Londra o altre regioni comunque già molto conosciute. Questo permette di stimolare le zone meno turistiche, ecco.

Anche perché l’overtourism oggi rappresenta un problema in alcune località, spostare e distribuire meglio i turisti può essere un sollievo per chi abita nei luoghi più colpiti. La stessa Monument Valley, che ha subito un fortissimo cineturismo a causa dei tanti western che sono stati girati là, ha dovuto a un certo punto mettere dei freni.

Assolutamente, certo. È successo anche a Dubrovnik per Game of Thrones: è stata presa d’assalto. Va fatto tutto, ovviamente, in un’ottica di consapevolezza, ad esempio cercando le stagioni dove non c’è il picco di turisti.

Indagine statistica. Sono più donne o più uomini quelli interessati al cineturismo? Che età hanno i tuoi cineturisti?

Guarda, secondo me dipende un po’ dalla Serie, dal film che si va a scegliere. Sicuramente la fascia dei millenial è molto reattiva, secondo me siamo i più influenzati. Per una questione di target a cui mi rivolgo io, diciamo che ho avuto più interesse dal lato millennial, avendo sviluppato per il momento un prodotto come Bridgerton [NDR Eugenia ha già pianificato e lanciato un primo viaggio a tema Bridgerton per settembre 2024, di cui si parla più avanti nel corso di questa intervista] l’interesse è principalmente dal lato femminile, quindi proprio per il tipo di Serie TV.

Però penso che magari un prodotto tipo Game of Thrones possa essere scelto molto più da ambo i sessi, magari anche da coppie che decidono di fare un’esperienza del genere. Però per il momento Bridgerton, insomma, sappiamo che cade nel lato femminile.

Perché affidarsi a una travel designer (continua a leggere per scoprire l’itinerario Bridgerton!)

Domanda insidiosa: quale differenza c’è tra organizzare in autonomia, essere un appassionato che organizza in autonomia un viaggio da cineturista a tema, e invece affidarsi a una travel designer come te, un’esperta che propone un itinerario o che addirittura organizza e pianifica l’itinerario insieme a te, comunque basandolo sulle tue esigenze?

Allora principalmente – e questo è il motivo per cui le persone scelgono di affidarsi a un travel designer per un viaggio qualunque, senza necessariamente la tematica del cineturismo – si parla proprio una questione di tempo e di semplificazione del processo.

Perché per creare un itinerario, soprattutto appunto lato cineturismo, che sia molto mirato e includa delle esperienze che possano arricchire, ci vuole tanto tempo e tanto studio, quindi facendo altri lavori è difficile che una persona trovi il tempo. O è estremamente appassionata, quindi quella persona comunque se lo farà in autonomia… ma normalmente è complesso, devi cercare le cose giuste, devi cercare il periodo giusto, perché ad esempio la mia proposta a tema Bridgerton coinciderà con il Jane Austen Festival.

Però magari se tu decidi di andare a Bath non è detto che guardi proprio che sia in quel periodo, dovresti andarti a cercare anche questa cosa. È proprio una questione di comodità, di affidarsi a una persona che sai che strutturerà un’esperienza anche attraverso la conoscenza della Serie TV e di principi tecnici.

È anche un farlo in gruppo o farlo con qualcuno, perché così puoi trovare altre persone che condividono con te questa passione perché non è detto che hai il gruppo di amiche che effettivamente guardano Bridgerton e che verrebbero con te (oppure il compagno), invece qui sai che trovi delle persone, nel caso appunto del viaggio di gruppo, che verranno con te e che se scelgono questo viaggio hanno già questa passione.

Immagino che siano nate anche delle amicizie, magari all’interno dei viaggi di gruppo che hai organizzato.

Per ora è il primo e spero che questa cosa scatti fra le persone che verranno in viaggio, insomma.

Con Agape Viaggi, organizzi viaggi sia di gruppo sia per coppie o single che vogliono partire da soli?

Assolutamente, anche famiglie. Per chi vuole, poi c’è la possibilità appunto di farne uno in gruppo. Ho iniziato con il primo viaggio a settembre, quello a tema Bridgerton. Andremo insieme sui luoghi di Bridgerton!

Sono sicura che avrai un bel riscontro. Che cosa prevede l’itinerario?

L’itinerario prevede quattro giorni e tre notti a Bath, questa cittadina in Inghilterra che ha ancora delle architetture molto molto di epoca Regency e quindi mantiene il fascino dell’epoca. È stata utilizzata per parecchi esterni di Bridgerton, oltre che per le location di alcuni luoghi di personaggi: c’è la casa di Lady Danbury, c’è la casa dei Featherington, c’è la boutique della Modiste, quindi ci sono diversi luoghi che sono stati proprio set.

Capiteremo a Bath non in un periodo usuale, ma nel periodo del Jane Austen Festival, perché Jane Austen visse a Bath diversi anni e quindi ogni anno a settembre per due settimane c’è questo Festival in cui ci sono moltissimi eventi in costume dedicati a Jane Austen: sarà proprio come entrare nel set di Bridgeton, vedendo così tante persone in costume, così tanti eventi legati a questo.

Ci incontreremo il primo giorno, ceneremo tutti insieme, inizieremo a prendere confidenza con Bath e con l’atmosfera del Festival, che inizia proprio il giorno in cui arriviamo. Il giorno dopo faremo una passeggiata in cui andremo proprio a vedere le location e racconterò aneddoti sulla Serie e ovviamente sulla storia della città. Quindi faremo questa passeggiata proprio Bridgerton, molto, molto tranquilla e in cui vedremo queste cose. E poi vedremo la parata in costume che dà ufficialmente inizio al Festival di Jane Austen e che parte proprio da casa di Lady Danbury. Quindi il punto di partenza della parata è proprio l’edificio utilizzato per casa sua.

Poi prenderemo un tè del pomeriggio, come tutti i Ton sono abituati a fare! Il giorno dopo ci sarà del tempo libero, comunque Bath è piccolina per cui si presta a essere scoperta a piedi, in autonomia, così come ci si potrà immergere negli eventi del Festival. Avremo del tempo libero la mattina, anche per vedere magari dei musei, come il Jane Austen Center. Al pomeriggio faremo una lezione di danza Regency, sappiamo quanto sono importanti i balli in Bridgerton, per cui una lezione di danza Regency era necessaria proprio.

Pochi giorni però belli intensi, mi sembra di capire.

Sì, e le atmosfere del festival impreziosiranno sicuramente molto.

Quindi partirai anche tu insieme al gruppo designato per il viaggio, farai da guida quando sarai là, in modo da poter dare anche informazioni su Bridgerton. Avrai anche dovuto studiare non solo itinerario, ma anche tutto il background della produzione.

Ho un arsenale di libri, ho il librone Inside Bridgerton… aspetta ti lo faccio vedere perché ho un po’ di cartucce! [si volta per cercare i libri]

Ti sei dovuta studiare anche dei libroni!

Ovviamente i romanzi [NDR la Serie TV Bridgerton è tratta dall’omonima serie di otto romanzi scritti da Julia Quinn]. Poi c’è questo qui, La vera storia di Bridgerton [Catherine Curzon, 2023], che racconta della società dell’epoca, com’era composta effettivamente, cosa si vede di questa società in Bridgerton e che cosa invece differisce un po’ dal vero, e poi Inside Bridgerton, che è proprio il libro con tutte le foto, scritto da Shonda Rhimes, contiene il suo parere di produttrice e il perché di certe scelte. A me piacciono molto questi libri in cui i produttori o i registi parlano, perché si vedono le scelte che stanno dietro.

L’utilizzo di tante fonti per preparare l’itinerario risponde alla domanda che ti facevo prima, cioè, ha senso preparare l’itinerario da soli e fare tutto in autonomia o è meglio affidarsi a una travel designer?

Oltre a una questione di tempo, è questo: se vai da solo/da sola non è detto che trovi lì delle esperienze e qualcuno che ti racconta queste cose, che vada dentro la storia. Per esempio, uno dei miei film preferiti è La pianista di Haneke, che è basato sul romanzo di Elfriede Jelinek. A Vienna, sono andata a vedere i luoghi de La pianista.

Però senza un’esperienza, senza qualcuno che magari ti racconti qualcosa, senza un contesto, sì, boh, ho visto i luoghi, ho visto l’entrata del Conservatorio, ho visto la sala concerti. Però non ho provato quell’emozione, non ho provato quell’incontro come può succedere quando c’è qualcuno che ti racconta o c’è un’immersione più profonda. Banalmente, anche solo andare a King Cross al binario 9 ¾, con il fatto che ti fanno fare la foto, che ti diano la sciarpa della tua casa, la bacchetta, il negozio di fianco… ti immerge nel mondo di Harry Potter, anche se è un po’ una “turisticata” hai comunque quel richiamo diretto.

Quindi anche tu hai fatto diverse esperienze da cineturista!

Sì. Cerco sempre, se c’è la possibilità, di andare a vedere i luoghi dove hanno girato i film, perché sì, è una cosa che parte anche da me in primis.

Di solito le persone hanno un po’ paura dei viaggi di gruppo. Hanno paura da un lato di non fare amicizie, dall’altro di non essere abbastanza libere e autonome. Cosa diresti su questo argomento? È obbligatorio fare tutte le tappe?

Prima di lanciare questo viaggio, ho fatto un po’ di indagini, di questionari, un po’ di indagini di mercato, diciamo. E proprio per questo motivo, anche perché sarebbe un timore anche mio, ho deciso comunque di lasciare diversi momenti liberi, in modo che ci siano delle attività molto legate alla Serie TV – come ti dicevo, la passeggiata, il tè del pomeriggio, la lezione di danza – però ci sono anche dei momenti in cui io sono a disposizione se si vuole organizzare qualcosa insieme ma se una persona decide di girare in autonomia, di stare per conto proprio, ha la possibilità di farlo.

Idem per i pasti, perché si segue un’alimentazione particolare, si vuole saltare un pasto, si può essere liberi di avere sia una parte che ti immerge nelle esperienze, che ti fa stare insieme, che ti fa vivere tutto quello che abbiamo detto prima, ma anche una parte che ti fa esplorare in autonomia il luogo che ti fa selezionare e immergerti nella vibe, che vuoi tu. Quindi ho proprio cercato di bilanciare questi due aspetti.

Essendo una realtà piccola la tua, puoi gestire personalmente le richieste.

Esatto. L’idea è proprio di essere molto attenti e personalizzati, è quello appunto il valore aggiunto.

I prossimi viaggi che hai pianificato quali saranno? Hai già delle idee per le prossime tappe?

Qualcosina sì, adesso vedremo, vedremo un po’ la fase di programmazione. Viene tendenzialmente con le fiere dell’autunno in cui si raccolgono idee. Però ci sono delle idee magari più sul lato Game of Thrones e Irlanda, adesso uscirà anche Emily in Paris, insomma. L’idea di di avere una programmazione più ricca per il prossimo anno c’è.

Se una persona desidera un viaggio specifico su una serie TV specifica, tu potresti pensare di organizzarlo.

Assolutamente sì, ho proprio una parte di viaggi di gruppo, però c’è anche la parte di viaggi tailor-made, quindi fatti su misura per le persone, con tre formule: consulenza di destinazione, disegno itinerario day-by-day in cui le prenotazioni sono lasciate alle persone, oppure un pacchetto in cui ti creo completamente il viaggio su misura. Sono sempre attive sia per viaggi più standard, sia per viaggi sulle Serie TV. È molto libero l’accesso ai servizi di Agape Viaggi.

Lavori molto sui social, hai fatto anche la social media manager. Ti chiedono mai tramite DM su Instagram ”Ah, potresti organizzare un viaggio su questo?”

Proprio in questi giorni ho avuto un paio di persone che mi hanno parlato di Outlander, che però mi manca al momento, vedendo che c’è un po’ di interesse magari potrebbe essere un’altra delle idee, sicuramente lo recupero.

Ascoltare il feedback delle persone che ti seguono e utilizzare i social ti è utile per differenziarti dagli altri perché sei vicina ai clienti.

Sì. Ascoltare le persone è fondamentale. Non è semplice, però ci sono anche dei feedback che ti dicono “non sono d’accordo con questa cosa che stai facendo”, bisogna cercare di capire perché. È oggettivamente interessante per migliorare, per rendere il tuo servizio sempre più puntuale, oppure per delle ispirazioni. È fondamentale infatti alla fine anche di ogni viaggio, sia privato sia di gruppo, dare sempre un questionario ai clienti in modo da capire che cosa è piaciuto, che cosa invece si potrebbe migliorare, perché insomma, se si resta chiusi così, le possibilità di miglioramento vengono a mancare.

Dà molta soddisfazione creare dei viaggi attorno agli interessi delle persone, è un po’ un realizzare un loro sogno rispetto a una destinazione, a una città. Un po’ di responsabilità, te la senti ovviamente. Quello che cerco di fare è sempre mettermi in ascolto attivo e cercare, con tutti i limiti umani, di capire, di accontentare anche in base a esigenze, budget, periodo dell’anno. È bello quando tornano e sono contenti e magari addirittura ritornano per un altro viaggio, è proprio è wow, sono veramente felice perché vuol dire che è andata bene, che ci siamo capite che ho trovato le cose belle e giuste per loro.

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Classe 1998, con una laurea in DAMS. Attualmente studio Cinema, Televisione e Produzione Multimediale a Bologna e mi interesso di comunicazione e marketing. Sempre a corsa tra mille impegni, il cinema resta il vizio a cui non so rinunciare.

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