Uscito nelle sale giovedì 22 novembre 2024, Modì – Tre giorni sulle ali della follia è il secondo film d’autore di Johnny Depp, il quale esordì nel 1997 con Il coraggioso. Ambientato nel 1906, l’anno del breve soggiorno a Parigi di Amedeo Modigliani, il regista affida l’interpretazione dell’artista a Riccardo Scamarcio (di recente protagonista in Race for glory e Sei fratelli). Quest’ultimo riesce a mettersi nei panni di un individuo segnato dal vizio dell’alcol, che presto lo portò ad ammalarsi di tubercolosi e morire a soli trentacinque anni, oltre che a una perenne insoddisfazione.
Insieme all’attore italiano, nel cast figurano, tra gli altri: il celebre Al Pacino nel ruolo del collezionista Maurice Gangnat; Luisa Ranieri che interpreta Rosalie Tobia; e Bruno Gouery, al quale è stata affidata la parte di Maurice Utrillo, un pittore francese specializzato prettamente in raffigurazioni di paesaggi urbani.
I frenetici giorni di Modì
Il film concentra tutto l’arco narrativo sul breve soggiorno parigino di Amedeo Modigliani, mostrando, con uno stile decisamente frenetico, l’esuberante personalità del pittore italiano, il quale, come è noto, aveva il vizio dell’alcol e cercava di guadagnare vendendo i suoi dipinti. Questi ultimi non sono mai stati apprezzati veramente, ma, ciononostante, egli continuava a vivere come una sorta di individuo bohémien, assuefatto dalla bellezza di Parigi e dall’amore per Beatrice Hastings (Antonia Desplat), una scrittrice che cerca di incoraggiare l’artista a non sprofondare nella frustrazione.
Seppur sia diventato molto famoso e apprezzato solo dopo la sua morte, Modì occupa un posto importante nella storia dell’arte italiana, poiché le sue opere presentano una particolare ed interessante concezione anatomica del corpo umano. Modigliani si distinse per il suo lavoro rapido, al punto tale che si diceva che completasse un ritratto in una o due sedute. Una volta terminati, i suoi dipinti non venivano mai ritoccati. Eppure, coloro che posarono per Modì dissero che era come “farsi spogliare l’anima“. Tuttavia, l’artista abbandonerà presto la pittura per dedicarsi totalmente alla scultura, al punto tale da definire così la sua notorietà.
Modì, un’eccentricità eccessiva
Amedeo Modigliani è sempre stato un artista fuori dal comune, esule da ogni prospettiva teorica del movimento cubista, che a quell’epoca era un movimento molto diffuso. Nonostante questo, il mancato apprezzamento delle sue opere derivava, forse, dall’atteggiamento abbastanza indifferente della nobiltà francese, troppo abituata a osannare opere di artisti di spessore, senza dare la possibilità ad altri di emergere. Certamente, Modì non aveva un carattere facile e, nel film, Johnny Depp tenta di rappresentare il temperamento di un uomo che viveva anche di tormenti interiori.
Tuttavia, nonostante l’ottima interpretazione di Scamarcio e degli altri attori, su certi aspetti il film risulta poco fluido e troppo confusionario, quasi come se questo fosse l’unico modo per rappresentare la figura di Modigliani. Lodevole è il tributo al celebre personaggio di Depp, Jack Sparrow, nella scena iniziale, in cui Modì salta da un tavolo all’altro per sfuggire dalle guardie, così come è apprezzabile la dedica finale al cantante Jeff Beck, scomparso nel 2023, però probabilmente c’è stato un leggero tocco di esagerazione.
Cosa resta del genio di Modì
La scelta di rappresentare con toni confusi e dinamici un artista è efficace in parte. Probabilmente, il regista avrebbe potuto rispecchiare più fedelmente le origini toscane di Modì e, dunque, dare la possibilità a Scamarcio di usare qualche inflessione dialettale, che sicuramente avrebbe reso giustizia alla sua identità culturale, limando qualche turpiloquio di troppo. Tuttavia, con questo film, Johnny Depp ha omaggiato la figura dello scultore livornese alla sua maniera, quella di un attore che ha sempre preferito distinguersi sia in termini di stile, sia in termini di attitudine, e forse non è così tanto velata l’ispirazione presa da Modigliani.
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