L’ 11 luglio 2024, è morta a 75 anni, compiuti da pochi giorni, l’attrice Shelley Duvall, ricordata – tra i tanti film – per il ruolo di Wendy in The Shining, diretto da Stanley Kubrick. L’attrice si è spenta nel sonno nella sua casa a Blanco, in Texas, a causa di complicanze dovute al diabete. A darne la notizia il suo compagno da oltre 30 anni Dan Gilroy, regista e sceneggiatore. Nel commovente messaggio a Hollywood Reporter il compagno dice: “La mia cara, dolce, meravigliosa compagna di vita e amica ci ha lasciato. Troppe sofferenze ultimamente, ora è libera. Vola via, bellissima Shelley“.
Nata in Texas nel 1949, ha esordito nel cinema a 21 anni, dopo essere stata scoperta quasi per caso dal regista Robert Altman, che ne rimase subito colpito e con il quale collaborò per ben 7 film nel corso di un decennio; tra i questi ricordiamo: Popeye – Braccio di ferro – insieme a Robin Williams -, Nashville, Thieves Like Us e Buffalo Bill e gli indiani.
Grazie alle sue scelte eccentriche circa i personaggi da interpretare, si è distinta per versatilità, energia, capacità di emozionare. Non ultimi, i suoi occhi, grandi, espressivi, che l’hanno resa un’icona.
Sky Cinema omaggerà Shelley Duvall trasmettendo questa sera, venerdì 12 luglio, alle 23:20 sul canale Sky Cinema Due proprio Shining, la sua performance più iconica, in cui è affiancata da Jack Nicholson, nei panni del marito impazzito.
La carriera di Shelley Duvall
Il sodalizio artistico con il regista Robert Altman accompagna Shelley Duvall sin dai primi passi della sua carriera, con Anche gli uccelli uccidono (Brewster McCloud) nel 1970, fino al successo. Difatti grazie a una delle loro collaborazioni vince nel 1977 il Prix d’interprétation féminine, ovvero il premio assegnato dal Festival di Cannes alla miglior attrice per il film Tre donne – diretto proprio da Altman – per il quale fu candidata anche ai BAFTA.
Lavora con grandi registi come Woody Allen, nel film Io e Annie, e Tim Burton, partecipando al cortometraggio Frankenweenie. Va ricordato anche I Banditi del tempo del 1981 diretto dal Terry Gilliam. Collabora inoltre con Steven Soderbergh nel film Torbide ossessioni (Underneath, 1995) e con la regista neozelandese Jane Campion nel 1996, in Ritratto di signora. Inoltre, è stata produttrice di diverse serie televisive.
Il trauma di Shining
L’esperienza delle riprese di Shining, durate oltre un anno, segna profondamente Shelley Duvall, sia dal punto di vista della carriera, poiché la consacra al successo, sia da quello personale dal momento che le lascia numerosi danni emotivi. Lei stessa aveva raccontato in una ormai famosa intervista con il magazine People di aver dovuto ripetere la scena in cui Nicholson minaccia la moglie Wendy con una mazza da baseball ben 127 volte. Inoltre ogni giorno sul set ascoltava musica cupa e angosciante in modo da entrare meglio nella parte e Kubrick la faceva “piangere 12 ore al giorno”. L’attrice aveva dichiarato: “Non darò mai più così tanto. Se ti va di soffrire e chiamarla arte, fai pure ma non con me“.
L’ultimo lavoro di Shelley Duvall
Shelley Duvall si ritira dalle scene dopo un film indipendente, Manna from Heaven del 2002, colpevoli forse anche i problemi riguardanti la “mental health” di cui aveva parlato apertamente nel 2016 nel talk show Dr. Phil, durante il quale era apparsa piuttosto confusa.
Tuttavia, nel 2023 decide di partecipare a un film horror/thriller dal titolo The Forest Hills diretto e scritto da Scott Goldberg, ed è proprio questa a essere stata l’ultima performance dell’attrice. Duvall ne era entusiasta, tanto da dichiarare a People: “Recitare di nuovo è davvero divertente, ti arricchisce la vita“.
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