Nimona, adattamento della graphic novel fantasy di ND Stevenson distribuito da Netflix, sta raccogliendo plausi e riconoscimenti dalla critica e dal pubblico in tutto il mondo. Nonostante la travagliata storia produttiva del progetto, il film di Nick Bruno e Troy Quane è una rocambolesca e tenera storia di un’amicizia sopra le righe, in un mondo di palazzi futuristici, circondati da luci al neon e ologrammi, fondato sulle regole del codice cavalleresco e su una società di stampo medievale.
La sceneggiatura di Robert L. Baird e il suo team – autore di classici come Rapunzel, Big Hero 6 e Monster&Co – è un racconto d’azione e redenzione ma soprattutto di accettazione verso il diverso o ciò che consideriamo inusuale o mostruoso. In un mondo futuristico, seppur aperto a tutte le razze umane e ad ogni tipo di relazione, aleggia lo spettro della paura verso il mostro o l’incompreso: in questo caso verso Nimona, una mutaforma che ama il metal e il caos, e Ballister Cuoreardito, cavaliere ingiustamente condannato per regicidio che vuol scoprire a tutti i costi chi l’abbia incastrato.
Nimona, tra cavalieri e mostri
Ballister è l’unico cavaliere che non abbia una discendenza nobile che si è allenato strenuamente per acquisire il titolo. Egli è amante e amico dell’unico discendente del fondatore dell’Ente, Ambrosius Goldenloin: ma la sua carriera sfuma a causa di un fatale incidente che lo costringe a darsi alla macchia.
L’incontro con la mutaforma Nimona che vuole sovvertire l’ordine costituito e diventare sua spalla sarà lo strappo al velo di una realtà a cui ha sempre creduto: seppur ci siano contrasti e gag a condire il loro rapporto, Ballister scoprirà che non serve sempre seguire un sistema di regole e appartenere a un club esclusivo per essere dei cavalieri ma è più importante essere sé stessi e guardare più in là delle mura e delle profezie e leggende sui mostri.
Nimona è proprio il mostro delle leggende che apparentemente terrorizza gli ignari cittadini ma per sua sfortuna ha conosciuto anche il lato ignobile e ipocrita dei cittadini, che rifuggono ogni cosa diversa poiché impauriti dall’ignoto e dal cambiamento. Il suo potere la rende una macchina comica e una combattente eccellente ma è anche la sua vulnerabilità perché è il motivo per cui viene isolata o scacciata dalla comunità.
Il desiderio di Nimona di integrarsi e avere una relazione cozza con la rabbia e l’insoddisfazione verso le persone che non accettano la sua natura: Ballister sarà colui che la farà sentire accettata e amata per quello che è, diventando un complice per smascherare alcune storture della società.
Il film è ricco di spirito anticonformista e queer a partire dai protagonisti e dagli interpreti di essi: gran parte del cast appartiene alla comunità LGBTQI+ o è sostenitore per le pari opportunità e diritti civili. Chloe Grace Moretz si diverte ed esagera facendo un personaggio estroverso che fa da spalla ad un Riz Ahmed più tenebroso e timido. Altre personalità note nel cast di voci originale sono Frances Conroy, celebre per American Horror Story, e RuPaul, conduttore del talent show per drag queen famoso in tutto il mondo.
Nimona, uno stile d’animazione tra il classico anni ’90 e il fumetto
Una storia d’amicizia fuori dal comune non poteva che aver uno stile totalmente unico ed estroso: lo stile di Nimona, infatti, è molto vicino a quello dei film d’animazione anni ’90 ma viene arricchito da più tecniche e da linee e toni di colore disegnati a mano, quasi a imitare il fumetto.
Questo stile è molto in voga e visivamente molto apprezzato portato avanti da capolavori come Spiderman: Across The Spiderverse e Arcane e ultimamente anche da serie televisive come One Piece. Per la tematica e lo stile potrebbe richiamare anche classici come La Bella e la Bestia o Il Gobbo di Notre Dame ma in questo caso i mostri contrattaccano senza pietà e possono assumere più di una forma, oltra a quella animalesca.
C’è anche una demarcazione nell’ambientazione stessa in cui la città del futuro è divisa tra roccaforti bianche e oro cubiche a vicoli e covi scuri illuminati da toni caldi, spesso a richiamare il rosso e il rosa, colori dominanti della protagonista del titolo. La protagonista sfoggia un look da punk rocker ed è scorretta e sboccata verso chiunque. Come d’obbligo nei film d’animazione di ultima generazione c’è una strizzatina d’occhio nella parte finale, agli anime giapponesi, considerando anche che il film tratta di mostri giganteschi che assediano città circondate da mura. La lista delle citazioni è lunga e lasciamo a voi il piacere di scoprirle.
Il film è un trionfo queer e giocoso sull’amicizia e sullo scoprire sempre chi è il vero mostro o la vera minaccia per la società: c’è una lezione sul conoscere altri tipi di relazione e affetti il significato stesso di mostro, che non è un termine necessariamente dispregiativo ma può essere declinato in un’accezione positiva. Una perla d’animazione come Nimona può portare sia grandi riflessioni sia del sano divertimento e, perché no, anche ad apprezzare un pò di caos e metal nella nostra vita.
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