Ninjababy è un film della regista norvegese Yngvild Sve Flikke, uscito nel 2021 e presente sulla piattaforma di streaming MUBI. A metà tra Juno e The Worst Person in the World, il film di Flikke è un coming of age spregiudicato e divertente sul tema della maternità e dell’autoaffermazione che conquista con la sua sincerità lo spettatore.
La giovane Rakel ha lasciato l’università e vive sognando nella sua cameretta e nel suo mondo fatto di disegni. La sorprendente notizia di essere incinta la fa piombare nello sconforto e in quell’età adulta che cerca sempre di sfuggire.
Ninjababy tra dramma e comicità
Rakel (Kristine Kujath Thorp) prende la pillola ma rimane comunque incinta, decide di voler abortire e si mette in contatto con il buffo allenatore di aikido Mos (Nader Khademi) con cui è stata un mese prima. In ospedale la povera ragazza scopre che è incinta da più di sei mesi e quindi non può più interrompere la gravidanza. A peggiorare il tutto c’è la scoperta di chi è il padre del bambino, una sua vecchia conoscenza per niente gradita.
Siamo introdotti al personaggio vero e proprio di Ninjababy, il bambino che Rakel porta in grembo, e che diventa parte del mondo immaginifico della ragazza. Il bambino è rappresentato come un ninja che ha passato mesi nascosto nel suo corpo, una presenza fastidiosa che preferirebbe avere come madre Angelina Jolie e che disturba continuamente Rakel.
Così il ritmo di Ninjababy intercorre tra comicità e dramma e superficialmente appare come un Juno più sconsiderato, anche se nasconde una natura più drammatica. Rakel giustamente non accetta la sua condizione e si scontra col padre del bambino, inoltre la gravidanza le fa mettere in discussione la sua vita e il modo in cui si approccia al mondo e agli altri.
Ninjababy, definibile come un coming of age, non prosegue nella direzione dei moralismi e non cerca mai di limare i modi e la personalità dei personaggi. Rakel rimane impetuosa fino alla fine, legata alle sue convinzioni, che nessun uomo con la propria idea di famiglia tradizionale può cambiare. La famiglia felice che tanto desidera il padre del bambino non la smuove, segnando una nuova idea di genitorialità e famiglia.
Il personaggio di Rakel rifiuta completamente gli schemi affettivi presenti, con impetuosità e assertività. Le sue indecisioni, alla maniera della protagonista di The Worst Person in the World, diventano una forza e non una debolezza, caratteristiche strutturali della giovinezza contemporanea che non vanno più represse.
Ninjababy, il diritto di non essere madre
Nel 2021 La scelta di Anne, film tratto da un libro di Annie Ernaux, vince il Leone d’Oro alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film racconta la storia di Anne che abortisce in segreto nella Francia degli Anni 60’ e l’opera di Audrey Diwan non è l’unico film degli ultimi tempi a trattare questi argomenti. Tra il film americano di Eliza Hittman Never Rarely Sometimes Always e Plan B di Natalie Morales sono molteplici le storie contemporanee che creano un nuovissimo paradigma genitoriale e familiare.
Tra questi anche Ninjababy sottolinea una narrazione che si sta insinuando nel cinema: la possibilità di non essere e di non sentirsi madre. Tra l’animazione, l’irriverenza e il racconto sincero di una gioventù in cui tutti ci possiamo rivedere, la storia di Rakel racconta come la maternità e la genitorialità non siano doti innate e di come essere senza direzioni e incasinati a vent’anni sia lecito e completamente normale. Così Rakel impara ad avere più fiducia, nelle sue amicizie e in un amore appena sbocciato, e riesce a gestire questa situazione così drammatica con un aiuto inaspettato.
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