Direttamente da TikTok arriva l’ultima tendenza dell’estate, la cosiddetta Sophia Loren Summer, a lanciarla è l’influencer americana Sarah Jordan Arcuri, The sweet paisana, che si definisce mob wife aestethic ceo; italo americana del New Jersey si era già fatta promotrice della tendenza mob wife, prende ispirazione, cioè, dallo stile delle mogli dei mafiosi, quello, per intenderci, di Carmela Soprano (Edie Falco) della serie culto I soprano o delle donne di Quei bravi ragazzi di Scorsese, quindi capelli cotonati, vestiti neri, pelle, lurex, pellicce, occhiali scuri, orecchini grandi e in generale molti gioielli e molto trucco.
A essere promossa, ora, è la cultura italiana anni ’50 filtrata, certo, attraverso lo sguardo americano colmo di stereotipi, una visione della penisola che rimanda a tutta una serie di cliché e di luoghi comuni, ma che anche per questo è immediatamente riconoscibile.
Sophia Loren Summer! La tendenza dell’estate
Sophia Loren è riconosciuta come una delle più grandi attrici di tutti i tempi, non serviva certo il nuovo trend di TikTok della Sophia Loren Summer per scoprirlo. Nella sua carriera ha recitato in alcuni tra i film più importanti del cinema italiano, basti solo nominare La ciociara del 1960 e Ieri, oggi e domani del 1963 entrambi diretti da Vittorio De Sica, ma oltre a questo è indubbio che sia considerata icona di stile, rappresentativa della cosiddetta dolcevita italiana degli anni ’50 e ’60.
Un immaginario creato anche da quei film realizzati immediatamente dopo l’ondata del Neorealismo, commedie in cui al centro c’era una certa spensieratezza, una leggerezza d’animo, in cui i temi affrontati erano più frivoli, film che ritraggono uno spaccato dell’Italia di quel tempo, ancora arroccata a certi ideali, a certe convenzioni, ma in cui cominciavano a farsi strada nuove esigenze, nuove mode, nuove rivendicazioni. Sophia Loren è una delle grandi star del momento e spesso interpreta ruoli di donne che scardinano in un certo senso lo stereotipo della donna dedita alla casa e alla famiglia, sottomessa al volere del marito o del padre, custode della moralità e delle buone maniere.
Sophia Loren interpreta al contrario donne emancipate, determinate, lavoratrici, appartenenti alla classe popolare, estremamente belle e seducenti, consce del proprio fascino che usano come arma con e contro gli uomini. Lei stessa ha contribuito a lanciare l’ideale della donna anni ’50, formosa, con vita stretta e fianchi e seno pronunciato, che indossa abiti eleganti e femminili con gonne a ruota o a tubino, strette in vita, evidenziate spesso da cinture, scollature a cuore o all’americana, abiti che in generale risaltano le forme del corpo, con fantasie floreali o a pois.
La Sophia Loren Summer è l’occasione per ricordare o scoprire i film dell’attrice italiana degli anni ’50 che l’hanno resa, oltre che famosa, un’icona in tutto il mondo. In aggiunta a Pane, amore e, che è forse il film più famoso e rappresentativo di questo immaginario, proponiamo film magari non così conosciuti ma comunque importanti per il cinema italiano.
Pane, amore e
Terzo capitolo della trilogia iniziata nel 1953 da Luigi Comencini con Pane, amore e fantasia e proseguita nel 1954 con Pane, amore e gelosia, con questo film cambia il regista che diventa Dino Risi e cambia la protagonista, al posto di Gina Lollobrigida arriva Sophia Loren. Troviamo sempre Vittorio de Sica che interpreta Antonio Carotenuto questa volta rimandato nel suo paese natio a Salerno e troviamo ripetuto ancora lo stesso schema dei film precedenti, con Carotenuto che si innamora della ragazza più giovane che poi aiuta a far fidanzare con il suo pretendente, e lui che si volge all’altra donna innamorata di lui.
Sophia Loren interpreta Sofia Cocozza, la smargiassa, la pescivendola appena rimasta vedova ma molto avvenente. Il film è del 1955 e segna già l’approdo a quella che è stata definita commedia all’italiana di cui Risi sarà uno dei maggiori esponenti ed è probabilmente il film a cui la tendenza della Sophia Loren Summer è maggiormente ispirata regalando un ritratto dell’Italia che è entrato direttamente nella mente degli spettatori oltreoceano, restando sostanzialmente immutato; l’emblema dell’Italia è infatti una città marittima del sud come Sorrento in cui le donne sono tutte belle, formose e vestite in maniera vistosa.
Sono diverse le scene di Pane, amore e che sono diventate iconiche, ma la più famosa è sicuramente la scena in cui Loren e De Sica ballano il mambo e Loren indossa il famoso abito rosso scollato con una gonna a balze, sensuale e provocante, l’abito rappresenta perfettamente la passione e la vitalità del personaggio.
Oltre a questo, tutti gli altri vestiti indossati da Sophia Loren entrano direttamente nell’immaginario italiano anni ’50, abiti che esaltano la figura, popolari ma eleganti al tempo stesso, ricordiamo il primo completo indossato da Sofia con una gonna azzurra a tubo, una maglietta con maniche sbuffo bianca e zoccoli con tacco o l’abito con gonna a ruota e spalline sottili nero a fiori abbinato a uno scialle nero, tipico abito da donna del sud ma rivisitato in maniera più sensuale.
Peccato che sia una canaglia
Il film del 1954 è tratto da un racconto di Alberto Moravia, Fanatico, ed è diretto da Alessandro Blasetti, regista italiano controverso per il suo rapporto con il regime fascista ma a cui è riconosciuto un posto importante nel cinema italiano, è, per esempio, il regista del primo film sonoro italiano, Resurrectio del 1930. Peccato che sia una canaglia lancia la coppia simbolo di quegli anni Loren-Mastroianni che ritroveremo anche in altri film successivi come Ieri, oggi e domani di Vittorio de Sica del 1963, Matrimonio all’italiana, sempre di De Sica del 1964 e Una giornata particolare di Ettore Scola del 1977.
È il primo film in cui Sophia Loren recita nel ruolo di protagonista, è Lina una giovane ladra, figlia del professor Stroppani di Vittorio de Sica, ladro professionista; di Lina si innamora Paolo, Marcello Mastroianni, combattuto per tutto il film tra l’idea di denunciare Lina e suo padre e l’amore che prova per lei, fino a lasciarsi andare e a far prevalere questo sentimento. Il film è una commedia romantica che è possibile inserire nella categoria del neorealismo rosa che comprende i film degli anni ’50 caratterizzati da toni più leggeri rispetto al neorealismo classico, come una maggior attenzione alle storie d’amore e ai sentimenti a discapito dei problemi sociali.
È caratterizzato da un umorismo e un’ironia intelligenti, affidati soprattutto a Vittorio de Sica, imbattibile nel ruolo di ladro intellettuale. Gli abiti indossati da Sophia Loren rappresentano perfettamente la moda del tempo, sono abiti allo stesso tempo eleganti e sensuali che risaltano la silhouette a clessidra di Sophia Loren; forse il look più iconico del film è il completo composto da un top chiaro a righe accollato e una gonna nera a ruota in cui importanti sono anche gli accessori: la cintura che risalta la vita e la pochette nera.
Ci sono anche altri abiti indossati da Sophia Loren degni di attenzione: il costume da bagno intero senza spalline a fiori indossato nella scena iniziale, quando i due complici di Lina stanno cercando di rubare la macchina a Paolo mentre i due sono sulla spiaggia, o il completo con giacchetta aderente con scollo a v e gonna a tubino indossato per il furto sull’autobus.
La scelta degli abiti riesce a evidenziare il personaggio di Lina che da un lato è una donna libera che vive senza regole al di fuori delle convenzioni sociali, una donna a cui interessa solo sé stessa e sfrutta il suo fascino per manipolare e fregare gli uomini, ma dall’altra parte, dopo l’incontro con Paolo si scopre più vulnerabile di ciò che credeva, una duplicità che rende il personaggio più sfaccettato e reale.
La donna del fiume
Uscito sempre nel 1954, la Donna del fiume è diretto da Mario Soldati, scrittore, giornalista, saggista, regista, sceneggiatore e autore televisivo, prodotto da Carlo Ponti probabilmente per rispondere al successo di qualche anno prima di Riso amaro, diretto da Giuseppe De Santis e prodotto da Dino De Laurentiis, ex socio di Ponti, con protagonista Silvana Mangano. È il primo film in cui Sophia Loren può cimentarsi con una prova drammatica che le permette di dimostrare la sua intensità emotiva e il suo carisma, cosa che la consacra come grande attrice, nonostante la sua straordinaria bellezza che poteva, a volte, essere per lei più un ostacolo che un aiuto.
La donna del fiume è un esempio di melodramma italiano in cui Sophia Loren interpreta Nives, un’operaia di Comacchio sola e autosufficiente che intrattiene una storia d’amore con il contrabbandiere Gino, interpretato da Rik Battaglia, fino al giorno in cui Gino la abbandona e se si trasferisce; Nives, incinta, cambia lavoro, va a vivere sulle rive del Po e comincia a tagliare le canne sul fiume. Il successivo incontro con Gino avrà un esito tragico.
L’elemento principale del film è il realismo a cui però va ad aggiungersi anche la componente drammatica, mostra le condizioni sociali e di vita della popolazione rurale ma punta l’attenzione anche sulla tematica romantica e personale. Il film è quello che più si discosta dagli altri affrontati in questo breve excursus proprio per il suo essere un dramma in mezzo alle commedie, ma Sophia Loren ha dato grandi prove attoriali anche in questo genere ed era doveroso realizzare una panoramica a 360 gradi.
Inoltre se gli altri film hanno mostrato abiti più eleganti e di classe, La donna del fiume offre la possibilità di poter dare un’occhiata anche a costumi più popolari ma sempre di gusto e seducenti, come il vestito indossato da Nives al ritorno a casa dalla fabbrica, bianco con quadri verdi con gonna a ruota, o l’abito giallo indossato per ballare a maniche corte, con colletto e gonna a ruota.
In generale gli abiti di Sophia Loren sono caratterizzati dalla semplicità, realizzati con tessuti semplici come il cotone, colori terrosi e naturali, non particolarmente ricercati o sfarzosi perché riflettono la classe sociale del personaggio e si integrano bene con l’ambientazione rurale; al tempo stesso, però, è anche grazie ai costumi che viene sottolineata la forza e l’autodeterminazione del personaggio, gli abiti sono perfettamente in linea con la sua condizione sociale e ambientale ma al tempo stesso la fanno risaltare in mezzo agli altri personaggi per la sua sensualità e indipendenza.
La fortuna di essere donna
È il film che Alessandro Blasetti realizza nel 1956, subito dopo Peccato che sia una canaglia, mantenendo la coppia di successo Loren-Mastroianni. Sophia Loren è Antonietta una ragazza di modesta famiglia che viene casualmente fotografata in una posa spregiudicata da Corrado, Marcello Mastroianni; invece di infuriarsi decide di approfittare della situazione per cercare di diventare modella, attrice, o moglie di un uomo ricco, insomma cambiare la propria situazione popolare. Tra Antonietta e Marcello nasce il solito amore pieno di equivoci, non detti, tira e molla, fino a che i due coroneranno il loro amore.
La fortuna di essere donna può essere letto come una satira leggera sul ruolo della donna nella società italiana degli anni ’50 e sui rischi del fenomeno dell’arrivismo e dell’ambizione alla fama. Antonietta è una donna che è disposta a tutto pur di cambiare la propria condizione sociale e la sua massima aspirazione è di essere una modella o una moglie di un uomo ricco, attratta dalla bella vita e dai grandi abiti, ma sul finale si rende conto di quanto futili siano questi interessi e che ciò che conta non riguarda i beni materiali.
Gli abiti sottolineano soprattutto la fisicità e la bellezza di Sophia Loren, fin dal primo completo indossato composto da un semplice maglioncino e una gonna midi a sirena aderente che, pur non essendo all’altezza dei grandi abiti eleganti e raffinati indossati poi, riesce comunque a definire il personaggio, la sua sicurezza e la propria consapevolezza estetica.
Più il film avanza più gli abiti diventano eleganti e raffinati, a sottolineare l’avanzamento sociale di Antonietta fino ad arrivare al tubino indossato alla festa finale nero, aderente e a spalle scoperte, accompagnato da una pelliccia, esempio massimo di agiatezza. Gli abiti di La fortuna di essere donna rappresentano quindi l’eleganza e il glamour degli anni ’50, ma in questo film più che mai vengono utilizzati per esaltare la bellezza di Sophia Loren, il suo personaggio è spesso trattato come puro oggetto del desiderio e dello sguardo maschile e lo stile e i capi scelti contribuiscono ad aumentare questo ruolo.
Rappresentazione dei personaggi femminili
In tutti i film presi qui in considerazione Sophia Loren è rappresentata sempre come una donna bellissima, che fa innamorare di lei tutti gli uomini, è scelta per questa connotazione che diventa, in definitiva, la principale caratterizzazione dei suoi personaggi. Non sorprende se si pensa alla cultura anni ’50 non solo italiana ma internazionale, ciò che però è degno di nota è come Sophia Loren riesca in ogni caso a uscire dalla gabbia imposta e che ancora oggi i personaggi siano ricordati per aver rappresentato un modello di donna che cercava in ogni modo di divincolarsi dallo stereotipo e dalle convenzioni sociali.
I personaggi interpretati da Sophia Loren sono spesso l’oggetto del desiderio e dello sguardo maschile da parte di uomini che raramente riescono ad andare oltre il suo aspetto, solo col tempo e la determinazione questi personaggi riescono a dimostrare e imporre la loro indipendenza, emancipazione e caparbietà.
In un’epoca in cui i ruoli di genere erano ancora rigidamente definiti e la lotta per l’emancipazione femminile non era ancora agli inizi la donna era spesso rappresentata solo attraverso lo sguardo voyeuristico maschilista, durante la visione bisogna certo fare un’operazione di sospensione del tempo e ricordarsi sempre che si tratta di film girati nei primi anni ’50, ma vale comunque la pena recuperarli e rendersi conto di quanto anche gli stereotipi più stretti possano essere scardinati dall’interno.
Seguici su Instagram, Tik Tok, Facebook e Telegram per sapere sempre cosa guardare!
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!