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West Side Story Spielberg

West Side Story di Steven Spielberg è un piacere per gli occhi

7 minuti di lettura

Quest’anno Hollywood ha deciso di darsi ai musical. Di fatto, ne sono usciti molti nel 2021 tra cui scegliere, ognuno con i propri punti di forza e le proprie debolezze. L’ultimo – ma non per ordine di importanza – è West Side Story, dalla regia di Steven Spielberg, che chiude l’anno in bellezza.

Proprio in bellezza, vedendo anche l’acclamazione che gli è stata riservata dalla critica e dagli spettatori, che tanto attendevano questo film dopo gli innumerevoli rinvii. Ora si può trovare in tutte le sale dal 23 dicembre.

Il film è candidato agli Oscar 2022 in ben sette categorie: Miglior regia, Miglior film, Migliori costumi, Miglior attrice non protagonista, Miglior fotografia e Miglior sonoro. Vince però Ariana DeBose nella serata degli Oscar 2022 nella categoria di miglior attrice non protagonista.

Il riadattamento di West Side Story

Durante il 2021 abbiamo visto che i riadattamenti dei musical possono percorrere due strade diverse: da una parte si hanno musical come In the Heights, che rispecchia a pieno il sentimento dell’opera originale, mentre dall’altra si può posizionare Caro Evan Hansen, che non riesce nell’impresa di conquistare il pubblico.

Dove si pone West Side Story? Per fortuna, Steven Spielberg ci regala a Natale un adattamento degno di nota, che ridona allo spettatore gran parte delle emozioni date dal musical originale.

Il Romeo e Giulietta riadattato nel soggetto di Leonard Bernstein, Arthur Laurents e Stephen Sondheim, viene riportato su schermo con passione ed estrema bravura. Tutto ci riporta in quella New York di metà anni Cinquanta dove le due gang rivali si contendono i propri distretti e le vite di Maria e Tony vengono calate in un contesto vivo e frenetico.

Gli anni Cinquanta in West Side Story

La regia di Steven Spielberg è impeccabile e rievocativa, grazie anche ad un ritorno ad inquadrature che ci riportano ai film dell’epoca. Questo tipo di regia “classica” viene usata per immergere lo spettatore in modo sempre più coinvolgente nella narrazione della storia.

Viene accompagnata, oltretutto, da un uso dei costumi spettacolare. Gli abiti sono storicamente accurati ed i colori vengono usati in modo simbolico, così che raccontino qualcosa dei personaggi e si sfidino come le due gang rivali. I Jets, i ragazzotti americani, indossano solitamente il blu o il bianco in quasi tutte le loro scene, mentre gli Sharks, gli immigrati portoricani, si vestono di un caldo rosso o di un gioioso giallo.

I colori usati sono complementari, suggerendo che ogni cosa delle due gang è in netto contrasto. In mezzo a tutti questi opposti ci sono Tony e Maria: il primo indossa principalmente colori neutri – sebbene tenga la camicia azzurra che riporta ai Jets – mentre Maria indossa il bianco, puro e giovanile.

Un ritorno al passato è dato anche dalla musica e dalle coreografie. A parte i tipici numeri cantanti, West Side story ripropone quei numeri ballati che tanto avevano caratterizzato il musical originale. La musica che accompagna i ballerini fa ritorno a quelle melodie dei film d’epoca, aiutando lo spettatore ad entrare nel giusto stato d’animo dei protagonisti.

I cambiamenti rispetto all’originale

La sceneggiatura firmata da Tony Kushner rimane molto legata al musical originale, riprendendo in modo dettagliato la maggior parte delle scene. Ovviamente, però, ogni riadattamento ha le sue differenze e peculiarità, e questo film non è l’eccezione.

La storia di Tony e i motivi per cui si è allontanato dai Jets sono stati approfonditi maggiormente, sebbene questo abbia portato alla cancellazione di qualche battuta che mostrava il grande rapporto che lo legava a Riff.

Il personaggio di Doc è stato qui sostituito. In West Side story è scomparso e la sua drogheria è ora tenuta dalla moglie Valentina, portoricana. Come a creare una correlazione tra loro e Tony e Maria, Valentina porta la sua versione dei fatti: essersi sposata con un americano e aver abbandonato la sua “fazione”. Un cambiamento interessante e coraggioso, data l’importanza di Doc.

Dall’altra parte, la sceneggiatura di Kushner è riuscita a portare su schermo una più approfondita visione della società trattata nella storia. Il razzismo, la xenofobia, il potere degli uomini bianchi su donne ed estranei è molto più forte e crea maggiore empatia nel pubblico. Le scene di violenza colpiscono lo spettatore, la paura che tutto possa arrivare allo spargimento di sangue è nell’aria, in un climax crescente che lascia incollati allo schermo.

Un apprezzamento previsto, nonostante un box office tiepido

L’accoglienza di West Side Story è stata, appunto, positiva fin dalla prima americana, avvenuta il 10 dicembre 2021. Inoltre, il film sta cominciando a raccogliere grandi candidature, sia ai Critic’s Choice Awards (11 candidature) e ai Golden Globe (4 candidature).

Come ci si aspettava, le performance di Rachel Zegler (Maria) e Ariana DeBose (Anita) hanno riscosso enorme successo, dato il loro talento nel riportare su pellicola due personaggi iconici. Di nota – anche se senza candidature – è stata anche la performance di Mike Faist nel ruolo di Riff. Meno d’impatto, invece, è rimasto il Tony di Ansel Elgort, che rimane anonimo e visibilmente sottotono rispetto agli altri.


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Classe 1995, laureata in Filologia moderna. Mi nutro di libri, teatro, serie TV e musical. Datemi un film con una grande colonna sonora e sarò felice

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