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10 film ambientati in una sola location

10 minuti di lettura

Il cielo in una stanza, ma anche il set. Abbiamo raccolto una lista di 10 film ambientati in una sola location, dove l’intera sceneggiatura è raccolta in un unico ambiente, che sia una casa, un bar o una stanza. Sono film che ricordano il teatro, dove a contare sono l’azione, il dialogo e l’intensità della recitazione. Cominciamo!

«Carnage» di Roman Polanski (2011)

Film ambientati in una sola location

Il film di Roman Polanski è ambientato nell’appartamento borghese di una famiglia di New York, composta dalla nevrotica e ansiosa Jodi Foster e dal marito bonaccione e apparentemente ottuso, interpretato da John C. Reilly. La coppia deve affrontare i genitori del compagno di classe che ha picchiato il figlio, rompendogli due denti.La seconda coppia, diametralmente opposta per carattere e impostazione, è magistralmente interpretata da Kate Winslet e Christoph Waltz.

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Lo scontro tra le due famiglie è un crescendo di reazioni, attacchi e difese: una lotta che sembra una danza, interamente ambientata nel salotto di una casa newyorkese che sembra intrappolare i duellanti, impossibilitati a uscirne.

«The Place» di Paolo Genovese (2017)

Film ambientati in una sola location

Diretto da Paolo Genovese, il film (ispirato alla serie TV The Booth at the End) ha come unica location il tavolino di un bar, dove un misterioso personaggio con il volto di Valerio Mastandrea riceve una serie di “clienti” dalle caratteristiche più disparate, ognuno con una richiesta: c’è chi vuole diventare più bella, chi ritrovare la fede e chi salvare il figlio malato. Le richieste vengono puntualmente esaudite dall’uomo al tavolino, a patto di un’azione del richiedente, a volte una banalità a volte crimini terribili, come piazzare una bomba in un ristorante.

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L’azione, anche se totalmente statica, è trascinante; i visitatori dell’uomo misterioso si alternano al tavolo del bar, raccontando ansie, dubbi e paure. Lo spettatore non vede le loro scelte e le loro azioni: le ascolta, sussultando ogni volta che un personaggio ritorna al tavolino.

«Room» di Lenny Abrahamson (2015)

Film ambientati in una sola location

Si capisce già dal titolo quale sia l’ambientazione di questo film, candidato a quattro premi Oscar, di cui uno vinto da Brie Larson come Miglior attrice protagonista.

La vicenda, ispirata a un agghiacciante fatto di cronaca nera scoperto in Austria nel 2008, racconta la vita di una madre e suo figlio, intrappolati in una stanza isolata, che per il bambino rappresenta il suo intero mondo. Il piccolo Jack crede che “il fuori” non sia reale, che alberi, piante e animali siano storie inventate da sua madre. Ma la donna ha un piano: ingannare il suo aguzzino e fuggire, mostrando a suo figlio che i racconti della buonanotte sono reali.

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«La parola ai giurati» di Sidney Lumet (1957)

Film ambientati in una sola location

Un cult del cinema, ambientato per tutta la sua durata (tranne due brevi scene all’inizio e alla fine del film) in una sola stanza, dove 12 uomini devono decidere il destino di un giovane imputato, accusato di aver ucciso il padre.

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La regia di Sidney Lumet mostra l’evolversi drammatico della consulta, tra liti e crolli emotivi. I personaggi sono senza nome, le loro storie svelate poco a poco dalla narrazione.

«Cena tra amici» di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte (2012)

Film ambientati in una sola location

Una divertente commedia francese sulle divergenze politiche. Un gruppo di amici si riunisce a cena, e tra un bicchiere di vino e un consiglio letterario scatta il feroce dibattito sul nome discutibile che una delle coppie vuole dare al figlio in arrivo. Le battute sono lame taglienti, divertenti senza l’intento di divertire, come le frasi spontanee dette a una cena tra amici.

«Perfetti sconosciuti» di Paolo Genovese (2016)

Vincitore del Guinness dei Primati come film con più remake internazionali, il film di Paolo Genovese ruota intorno a un tavolo, svelando le debolezze e la fragilità delle relazioni umane.

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Un gruppo di amici decide di mettere sul tavolo i propri telefoni, con l’obbligo di condividere con gli altri messaggi e telefonate in arrivo. Tradimenti, pugnalate alle spalle e segreti saranno diffusi nel peggiore dei modi, mostrando l’ipocrisia che si nasconde dietro le amicizie del gruppo.

«The Hateful Eight» di Quentin Tarantino (2015)

La regia inconfondibile di Quentin Tarantino in un western senza praterie e senza campi lunghi.

Quasi del tutto ambientato nell’emporio di Minnie, il film mostra una serie di figure iconiche dei western (dal cacciatore di taglie al messicano, dalla criminale al boia) bloccati tra quattro mura mentre infuria una tempesta di neve.Non ci vorrà molto perché i sospetti inizino a serpeggiare e la violenza si scateni, in pieno stile tarantiniano.

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«La finestra sul cortile» da Alfred Hitchcock (1954)

Uno dei classici firmati da Alfred Hitchcock, con due indimenticabili James Stewart e Grace Kelly.

L. B. Jeffries, detto “Jeff” è un fotografo, costretto in casa da una frattura alla gamba. Gli unici contatti col mondo sono una finestra affacciata sul giardino interno del suo condominio newyorkese e la compagnia di Lisa, la sua fidanzata, che va a fargli visita in diverse occasioni. Annoiato dalle lunghe giornate estive, Jeff punta l’obiettivo della sua macchina verso le finestre di fronte, assistendo a quello che sembra un omicidio. L’uomo deciderà di indagare, dando il via a una sequenza di momenti carichi di quella tensione che ha reso Hitchcock il re del brivido.

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«Shining» di Stanley Kubrick (1980)

Un uomo costretto in un luogo in compagnia della sua famiglia e isolato dal resto del mondo. In questo periodo la situazione può sortire un effetto di deja-vù, ma soprattutto rimanda al film per eccellenza in cui la location gioca un ruolo fondamentale: parliamo di Shining, pietra miliare firmata Stanley Kubrick e ambientata nel celebre Overlook Hotel; un grande albergo reso soffocante dalla solitudine e dall’influenza maligna che trasuda in ogni corridoio uguale all’altro. L’isolamento avrà pessimi effetti su Jack Torrance, scrittore e custode dell’hotel, e sulla sua famiglia.

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«Una pura formalità» di Giuseppe Tornatore (1994)

Giuseppe Tornatore costruisce un dramma dal respiro teatrale, molto vicino allo stile claustrofobico di Dino Buzzati.

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Un uomo (Gerard Depardieu) viene catturato dalla polizia durante un temporale e portato in caserma. La centrale, una dimessa costruzione nel mezzo del bosco, sarà l’unico ambiente in cui avrà luogo l’intera storia. L’imputato, un celebre scrittore, è torchiato dal capo della polizia (Roman Polanski) riguardo il misterioso omicidio di una donna. Gli avvenimenti si snodano con ritmo serrato, fino alla sconvolgente conclusione.


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