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Il grande Lebowski copertina

Il grande Lebowski, il Drugo torna in sala

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8 minuti di lettura

Difficile raccontare cos’è Il grande Lebowski senza dire qualcosa che non è già stato detto. Il capolavoro dei fratelli Coen uscito nel ’98 è un film, uno stile di vita, un cult, una visione della società, una critica, una messa alla berlina, una banca di citazione e niente di tutto ciò. Il Drugo non si sentirebbe di essere nessuno di questi termini, forse uno stile di vita senza la pretesa di essere da esempio a nessuno.

Dal 6 novembre Il grande Lebowski torna al cinema in versione restaurata, per chi non l’ha mai visto è un’occasione d’oro per vederlo, idem per rivederlo: sicuramente in sala si troverà una persona con la vestaglia. Infatti quando si parla di film di culto pochi esempi sono più calzanti, con le linee di dialogo citate continuamente, situazioni grottesche e i suoi personaggi entrati nella leggenda. Esistono addirittura dei festival a tema fatti in USA, come il Lebowski fest.

Personaggi come il Drugo protagonista, un Jeff Bridges che entra totalmente nel personaggio e lo fa vivere convincendoci che il Drugo è intorno a noi e forse lo conosciamo persino. Anche John Goodman con il veterano Walter, uomo ancora scosso dalla guerra pronto all’azione, qualsiasi sia l’azione. Si continua con Donny, Steve Buscemi, un leggendario John Turturro per Jesus e molti altri.

Personaggi sfaccettati che non si riesce a racchiudere in una definizione perché reali, veri, vivi. I fratelli Coen hanno tante qualità, sono tra i grandi maestri della nostra epoca e il loro cinema è tra i più importanti di quelli nati negli anni ’90, nella loro visione nichilista e grottesca dal gusto ironico. Ma Il grande Lebowski è oltre tutto questo, non si riesce neanche a racchiudere nel film che è: esce e rientra in sé stesso, fa da esempio e contro esempio, deride senza voler cambiare nessuno.

Il grande Lebowski, la semplicità nasconde semplicità

Jeff Bridges in una scena de Il grande Lebowski

Forse uno dei migliori modi per spiegare cos’è Il grande Lebowski si trova in alcune brevi linee di dialogo: nella prima il Drugo si ritrova in macchina bevendo il suo white russian, in un’auto di lusso guidata da un autista elegantemente vestito. I due dialogano amabilmente, hanno fatto amicizia senza che lo spettatore lo vedesse. A un certo punto l’autista racconta scherzoso dei suoi problemi finanziari, minimizzandoli ridendo, così il Drugo esclama: “Ma sì, che si fottano i soldi, la vita va avanti”. Questa è forse una chiave di lettura interessante, la vita va avanti, non importa del resto, neanche il denaro è importante.

Non è una visione nichilista ma liberatoria, si può vivere felici, pensandoci bene. È necessario chiudersi in ciò che più piace fare, come andare al bowling, standoci semplicemente. Tuttavia la vita entra sempre, anche se si cerca di allontanarsi da lei. Come accade al Drugo, incastrato in situazioni esterne a lui, che lo coinvolgono anche se non lo riguardano. Lui vorrebbe solo fare le sue cose e venir lasciato in pace. Di fronte a tutto ciò che si crede importante, necessario, imprescindibile, come anche solo avere un lavoro o delle responsabilità, il Drugo vive all’opposto, nella pacifica esistenza lontana da tutte queste ansie.

La presenza di Lebowski è già astio per Lebowski

Il grande Lebowski dei fratelli Coen

Non è il Drugo che mostra il grottesco della società che lo circonda, ma è l’esistenza del Drugo che denuda la società e la ridicolizza. Il una linea di dialogo il grande Lebowski, uomo benestante dallo stesso cognome del Drugo, deride e denigra il protagonista, concludendo: “Gli sbandati hanno perso, faccia come i suoi genitori e si trovi un lavoro. Gli sbandati perderanno sempre”.

Il Drugo ovviamente non si troverà un lavoro, ma quello che fa imbestialire l’anziano uomo è l’esistenza stessa del Drugo, una persona così contenta di star bene e che non aspira ad altro, che va in giro in pigiama in un giorno feriale e gli va bene così, tanto che non lo nota. Non può accettarla perché gli ricorda che tutti gli obblighi e i doveri sono forse autoimposti e che le regole sociali sono facilmente ignorabili.

Stare bene forse è semplice, nonostante l’assurdità che circonda tutto

Jeff Bridges ne Il grande Lebowski

Dopotutto, Il grande Lebowski racconta sì di questo, ma non è un film a tema e non ci tiene ad esserlo. Come già scritto il Drugo non vuole dare lezioni a nessuno, non si vuole imporre o dettare. Guardarlo serve per trasmettere la sua pace e l’ironia che esterna, lui presta la sua visione del mondo allo spettatore, ricordandogli di guardare il mondo con occhi gentili e distaccati. Vivere totalmente come il Drugo è un sogno, impossibile per chiunque, ma si sa che qualcuno come il Drugo si aggira sempre, esiste e un po’ lo si conosce, come racconta il misterioso cowboy baffuto nel film.

Il film è anche un grande esempio di comicità, dai tempi perfetti e che sorprende sempre. Se lo si apprezza è impossibile non innamorarsi dei personaggi e delle situazioni esilaranti che si ritrovano a vivere. Non ci sono film come Il grande Lebowski, non si trovano personaggi come lui, forse solo alcuni ruoli di John Belushi possono essere similari. Forse Il grande Lebowski sta diventando un film imprescindibile del nostro tempo, forse lo è già: è semplicemente un capolavoro. Anche se non è proprio coerente con le idee del Drugo sulla possibilità che esista qualcosa di imprescindibile. E allora meglio ricordarlo come qualcosa di bello e che fa star bene.


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Del tipo faccio cose, guardo film, ascolto musica, e via così. Potrei elencare tutto ciò ma dico che son di Lodi e per qualche motivo ne vado fiero, forse ironicamente. Similmente orgoglioso di sapere tutte le battute dei Griffin a memoria. Mangio e consumo di tutto ma ho comunque la camera con troppa roba, è che un po' di caos ci vuole. Tutto sommato però non nuoto male, comunque son del 2001.

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