fbpx
Po in Kung Fu Panda 4

Kung Fu Panda 4, Po ci prova, ma non basta

7 minuti di lettura

Kung Fu Panda è uno dei franchise più redditizi di casa Dreamworks ed è ancora amatissimo dal grande pubblico, a ormai sedici anni dal primo film. Dopo Kung Fu Panda 3 del 2016, il nostro Guerriero Dragone pasticcione affronta ora una nuova minaccia e un inaspettato cambiamento. Kung Fu Panda 4 sarà all’altezza delle aspettative?

Kung Fu Panda 4, cambiamenti in arrivo nella Valle della Pace

Po e Zhen in una scena di Kung Fu Panda 4

Po è ormai da anni l’adorato Guerriero Dragone e difensore della Valle della Pace, mentre i suoi due padri Ping e Lee mandano avanti il ristorante di famiglia. Un giorno, però, il maestro Shifu lo mette davanti ad una nuova responsabilità: dalla morte di maestro Oogway, la Valle è senza una Guida Spirituale e sta a Po dover prendere il suo posto, avviando perciò al contempo la ricerca di un nuovo Guerriero Dragone.
Po è però piuttosto restio alla novità e, nel mentre, con l’aiuto dell’astuta ladra Zhen, dovrà anche affrontare un nuovo pericolo: la maga Camaleonte, che può trasformarsi in chiunque e che riporta indietro alcune vecchie conoscenze della saga, tra cui Tai Lung.

Kung Fu Panda 4, è un nuovo inizio?

Po e il maestro Shifu in una scena di Kung Fu Panda 4

Vociferato immediatamente dopo l’uscita di Kung Fu Panda 3, questo quarto capitolo non vede più Jennifer Yuh Nelson alla regia ma Mike Mitchell (Z la Formica, Mostri Contro Alieni, The Lego Movie 2 e gli Shrek successivi al primo) e stando ad alcune dichiarazioni del CEO di Dreamworks Jeffrey Katzenberg si pone non come chiusura (seppur con la volontà di portare sempre film autoconclusivi), bensì come punto di partenza per il futuro della saga.

Effettivamente, qui cambiano le carte in tavola. Non compaiono i Cinque Cicloni (la scelta è giustificata narrativamente, ma è probabilmente finalizzata a risparmiare sugli ingombranti cachet di doppiatori come Angelina Jolie e Jackie Chan) e ciò dà vita a una storia molto più Po-centrica: lo sbadato panda si ritrova di fronte ad un cambiamento che non vuole inizialmente accettare e s’incammina lungo un arco che vedrà la sua naturale evoluzione da allievo, a maestro e a mentore. Cambiare spaventa, ma è una condizione necessaria nella vita di tutti: Kung Fu Panda 4 è anche il tentativo della Dreamworks di non cercare di vivacchiare sul nome del franchise ma di inserire attivamente novità e qualche ventata d’aria fresca.

Col suo dinamismo, la new entry Zhen (Awkwafina) forma insieme al Guerriero Dragone una coppia affiatata, bilanciata tra la sua vena di antieroe e la profonda bontà di Po, anche se a conti fatti la volpe è un personaggio dagli sviluppi piuttosto prevedibili. Anche i padri adottivo (James Hong) e naturale (Bryan Cranston) di Po trovano ancora inaspettatamente spazio, in una sottotrama sì divertente ma abbastanza inutile per il quadro generale (per quanto sia ben gestita la loro nuova dinamica di genitori), occupando spazio in una pellicola che invece va velocissima nel raccontare la storia principale.

Kung Fu Panda 4, se è così, ne vale la pena?

La Camaleonte di Viola Davis in Kung Fu Panda 4

Il rovescio della medaglia è proprio l’assenza dei Cinque Cicloni: per quanto progressivamente avessero perso un po’ di spazio, i fan vi sono comunque molto affezionati e restano personaggi importanti per Po, sia per la sua crescita che nella lotta alle minacce; stesso discorso per il maestro Shifu (Dustin Hoffman), che qui ha ben poco da fare.

Il vero tasto dolente sta però nel villain. Kung Fu Panda si è sempre contraddistinto per la qualità dei suoi antagonisti (basti pensare anche al pavone Shen), ma la Camaleonte di Viola Davis è un cattivo dalle motivazioni abbastanza blande e che non incute minimamente il timore dei suoi predecessori, venendo rapidamente oscurata dal carisma di Tai Lung (un ritorno con una sfumatura chiaramente di fanservice, ma dosato il giusto, mentre per gli altri siamo in una situazione un po’ stile Spider – Man: No Way Home) e liquidata piuttosto in fretta.

Ecco, la fretta: Kung Fu Panda 4 corre troppo, soprattutto all’inizio, catapultando praticamente subito i personaggi nella storia ma allo stesso tempo perdendosi spesso in troppe gag che non hanno la brillantezza dei primi capitoli, dimenticando quel mix con la maturità che l’aveva reso fruibile sia dagli adulti che dai bambini, e in alcune scelte e forzature che fanno decisamente storcere il naso, soprattutto alla fine.

Kung Fu Panda 4 non si applica

Una scena di Kung Fu Panda 4

Kung Fu Panda è una delle poche saghe che, ad una tale longevità, possano vantare di non avere un capitolo effettivamente brutto. Dopo i primi due magnifici film, il terzo è stato un lieve passo indietro ma comunque su buoni livelli, mentre questo Kung Fu Panda 4 è peggiore: è anonimo e dimenticabile. Parte con spunti interessanti e la volontà di dare nuova linfa alla serie, limitandosi però a fare il compitino, senza quella scintilla e quel carisma che furono fulcro del suo successo.

Kung Fu Panda 4 non può essere definito un vero passo falso, ad essere fiscali, considerando gli ottimi incassi in corso (a fronte di un budget di “soli” 85 milioni di dollari – grazie anche al già citato risparmio sulle voci principali) e il fatto che indubbiamente intrattenga e che sicuramente piacerà ai più piccoli. Per gli standard a cui ci aveva abituato Kung Fu Panda, però, era certamente lecito aspettarsi di più.


Seguici su InstagramTik TokTwitch e Telegram per sapere sempre cosa guardare!

Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club

Classe 2000, marchigiano ma studio Comunicazione all'Università di Padova. Mi piacciono la pallacanestro, i cani e tanto tanto cinema. Oh, e casomai non ci rivedessimo, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.