Il catalogo Netflix cresce sempre di più. E questa volta con una produzione quasi interamente olandese. La battaglia dimenticata è il nuovo film (in streaming dal 15 ottobre) che racconta una vicenda realmente accaduta durante il secondo conflitto mondiale. Una battaglia appunto, combattuta durante una delle fasi più cruciali della guerra.
La battaglia dimenticata è diretto dal regista Matthijs van Heijningen Jr., famoso per aver girato il remake de La Cosa di John Carpenter. Il cast è ricco di attori giovani, molti dei quali giovani: Susan Radder, Gijs Bloom, Jamie Flatters, Marthe Schneider, Mark van Eeuwen, e persino Tom Felton, che lo troviamo vestire i panni di un soldato britannico. Caso insolito, giacché siamo abituati a vederlo con il camice dei Serpeverde nella celebre saga di Harry Potter. E sebbene la sua apparizione ne La battaglia dimenticata sia limitata, dà prova di essere un bravo attore.
C’è da specificare, comunque, che gli olandesi non sono nuovi a film del genere. Sempre su Netflix, infatti, è possibile trovare Il banchiere della resistenza, un buon prodotto che racconta le vicende di un banchiere, Walraven van Hall, che durante gli anni della Seconda Guerra mondiale finanziò, insieme al fratello, la Resistenza. È interessante notare come il cinema delle Fiandre si stia cimentando e arricchendo di prodotti che raccontano la propria storia e, in particolare, un momento per loro davvero importante.
La battaglia dimenticata è una pellicola che ha ottenuto interessanti riconoscimenti. È stato premiato al Film Festival dei Paesi Bassi 2021 con cinque riconoscimenti: miglior montaggio, direzione delle fotografia, costumi, sound design e scenografia.
La battaglia dimenticata: tre vite intrecciate da un unico destino
L’opera di van Heijningen Jr. si apre in maniera piuttosto originale rispetto ai film di guerra degli ultimi tempi. Notiamo, infatti, la cartina dell’Europa con una grande svastica al centro, così da simboleggiare il terribile dominio nazista. In seguito, al nord della Francia scorgiamo la data 1944 e, grazie agli avvenimenti descritti, comprendiamo come le sorti della guerra si svolgono a favore degli Alleati. Lo sbarco in Normandia prima e la conquista di Parigi dopo (giugno-agosto dello stesso anno), fanno intuire come la sorte del Terzo Reich è agli sgoccioli.
Peccato, però, che l’entusiasmo verrà interrotto da ciò che sarà denominata come La Campagna della Linea Sigfrido, una delle fasi più lunghe, aspre e sanguinose dell’intero conflitto. Ci troviamo in Olanda, per la precisione nel mese di settembre. Gli Alleati sono convinti di poter liberare il paese e di tornare a casa per Natale. E in questo ci spera la giovane Teuntje Visser, la quale, insieme al fratello Dirk e al padre, apprende la notizia della liberazione di Anversa. I nazisti, dopo tanto tempo di dominio, finalmente si ritirano e aspettano l’arrivo degli Alleati.
Se non fosse che sullo sfondo vi è l’Operazione Market-Garden, ovvero il tentativo da parte degli Alleati di rendere sicura la liberazione dell’Olanda, in modo da assicurarsi i principali ponti presso il fiume Reno. L’operazione, come si sa, fu un fallimento, e i nazisti tornarono ad occupare le zone precedentemente perse. E con loro vi è Marinus van Staveren, un giovane olandese arruolatosi con l’esercito tedesco all’inizio della guerra. Egli ha visto qualunque forma di orrore e morire, davanti ai propri occhi, i suoi amici e compagni. È stanco della guerra e spera di poter tornare a casa al più presto.
Ferito, durante una scontro con i sovietici, viene mandato in un campo militare a riprendersi. E, per un grande scherzo del destino, una volta guarito dalle ferite viene trasferito in Olanda. Partito come conquistatore, adesso torna come occupante del proprio paese Natale, pronto a combattere in quella che fu La Battaglia della Schelda. Ed è qui che si intreccia il destino del terzo protagonista, l’aviatore arruolato con gli inglesi, William Sinclair.
Lo scopo di quest’ultimo è di condurre le truppe aviotrasportate presso la provincia della Zelanda, quindi permettere a queste di poter sbarcare. Ma un colpo di contraerea colpisce il mezzo e l’aereo precipita riuscendo, però, a salvarsi. Caduto tra le linee nemiche, insieme ad alcuni compagni e al proprio ufficiale ferito, cerca di ritrovare il proprio esercito. Dopo varie difficoltà riesce a ricongiungersi e a partire per combattere a Schelda, dove si imbatte nel connazionale Marinus, tuttavia d’altra parte della linea nemica.
La guerra vista in tutto il suo dolore
Da molto che siamo abituati alle produzioni hollywoodiani che affrontano la Seconda Guerra Mondiale con un’impronta tendenzialmente “eroica”. Fatta eccezione per La sottile linea rossa di Terrence Malick, che cerca di focalizzare l’attenzione sul perché della guerra, buona parte delle pellicole partorite a Los Angeles si strutturano cercando di cogliere l’epicità all’interno di un conflitto che, in verità, ha devastato un intero continente. Per giunta, vi è sempre il solito dualismo buono-cattivo che si articola nella classica dicotomia gli Alleati da un lato e i nazisti dall’altro.
Tuttavia, vi è da un po’ di tempo una fase di svestizione dagli stilemi “canonici”. Il film di guerra, infatti, cerca di concentrarsi sulla guerra, analizzandola in tutte le sue terribili forme. Un primo risultato lo si è avuto con la serie TV della HBO Band of Brothers – Fratelli al fronte, la quale, malgrado la persistenza del sostrato eroico, include momenti che portano lo spettatore a riflettere sul perché del conflitto. Spostandoci in tempi più recenti, 1917 di Sam Mendes ha, invece, cercato di portare l’attenzione sulla caducità della guerra, tramite scenari devastati, protagonisti che vivono con il costante pericolo di morire e clip alquanto toccanti come quella della ragazza che dichiara di aver trovato un bambino senza sapere di chi fosse.
La battaglia dimenticata ha il merito di unirsi a questo filone costruttivo, portando degli interessanti spunti di novità. E tutto ciò non è un caso, se pensiamo che la produzione sia di un paese europeo che ha visto da vicino gli orrori del conflitto mondiale. La battaglia dimenticata parla della guerra con semplice neutralità, distaccandosi proprio da quel rapporto buono-cattivo. E lo fa includendo un soldato tedesco, il quale, sebbene vesta un’uniforme nazista, è pur sempre un essere umano che ha compreso l’errore di fondo. È consapevole che sarà condannato in eterno e non avrà possibilità di redimersi; e il momento finale è piuttosto eloquente. Il regista, infatti, non cerca di creare empatia con Marinus ma una sensazione di pura pietà, ricordandoci che in guerra, quasi sempre, non esistono assoluti.
Ma non è tutto. Le ambientazioni de La battaglia dimenticata sono coerenti con la poetica del regista. Case distrutte, città abbandonate, scenari di scontro girate con la macchina da presa in spalla, non sono solamente i classici cliché da film di guerra, bensì l’elemento fondamentale che dà essenza alla pellicola. La guerra è solo dolore e van Heijningen Jr. rende giustizia a questa verità.
La battaglia dimentica merita attenzione
Nel complesso La battaglia dimenticata merita di essere visto. I risvolti di trama, i dialoghi, la costruzione dei protagonisti e i vari scenari rendono questo prodotto davvero godibile. Così come risulta interessante conoscere un fatto storico realmente accaduto, dal momento che La battaglia della Schelda è un avvenimento che non tutti ricordano.
Al contempo, però, è giusto specificare che La Battaglia dimenticata presenta delle problematiche che fortunatamente non inficiano sull’intero prodotto. Basti pensare agli intrecci di Teuntje, la giovane olandese che scopre di avere un fratello nella Resistenza e che cercherà di vendicare non appena questo sarà giustiziato dai nazisti. È un tema già visto e che serve solo per ricordare come la Resistenza olandese fu una delle più attive nel combattere il nazismo.
Ad ogni modo, La battaglia dimenticata riesce a unire molti elementi, da quelli visivi alle sequenze di azioni, dalle storie di uomini e donne che hanno dato la propria vita per liberare il proprio paese dal giogo nazista.
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il giovane inglese citato tra i protagonisti del film, Wlliam Sinclair, Will, non è un olandese: è assolutamente inglese e suo padre è un alto militare o politico inglese. Tra i suoi 4 compagni sull’aliante da lui pilotato, c’è in effetti un olandese arruolato tra gli inglesi, ma non è un personaggio importate, solo un’altra vittima della guerra.
Ciao Guido, grazie per la segnalazione!