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Rebel Moon Parte 2: La Sfregiatrice, il flop di Snyder che imita Kurosawa

7 minuti di lettura

Quattro mesi dopo la prima parte, Zack Snyder torna all’attacco con Rebel Moon Parte 2: La Sfregiatrice, secondo tassello della grande saga epica imbastita per Netflix. Anche se, al contrario del primo film, qui la scala è drasticamente ridotta, sia nello spazio che nella storia. Infatti, se nella Parte 1 Snyder voleva gareggiare con George Lucas creando un proprio personale Star Wars, stavolta il regista opta per la citatissima formula ideata da Akira Kurosawa ne I Sette Samurai.

Rebel Moon Parte 2 è un uroboro di citazioni

rebel moon parte 2 la sfregiatrice

Rebel Moon Parte 2: La Sfregiatrice inizia subito dopo la fine di Figlia del Fuoco, con i nostri eroi che tornano sulla luna Veldt e il generale Noble che si risveglia dalla sua resurrezione. Tutto quello che succede dopo è semplicemente un lungo e diluito climax che porterà allo scontro tra gli abitanti contadini della “luna ribelle” e l’esercito dell’Imperium guidato dal vendicativo Noble. In tutto e per tutto, né più né meno la versione Snyderiana de I Sette Samurai, ambientata nello spazio.

Rebel Moon Parte 2 è un film sostanzialmente vuoto, la cui unica forza sta nell’iconografia e nella mitologia, ma non quelle create da Snyder e co., bensì quella delle fonti d’ispirazione originali: l’impero totalitario e tirannico, gli stranieri combattenti che si sacrificano per i più deboli, il popolo inesperto che si ribella ai padroni e si addestra per sconfiggerli. L’ironia di Rebel Moon Parte 2, ma anche della Parte 1, probabilmente è sfuggita a Snyder stesso: il rimando a Kurosawa all’interno di un rimando a Lucas è una tautologia, un uroboro disarmante, poiché Star Wars stesso è stato pesantemente influenzato dai lavori del regista nipponico, primo fra tutti La Fortezza Nascosta.

Si potrebbe disquisire a lungo su ciò che film ambiziosi (ma soprattutto i loro registi) come Rebel Moon portano effettivamente di nuovo sulla scena cinematografica. Ma d’altronde, se si guarda al contesto del film, al distributore e al progetto mediatico pensato per la saga (Netflix sta tentando di lanciare un nuovo franchise di cui detenere i diritti, con tanto di fumetti, spin-off e serie animate), risulta ovvio che non si sta parlando di veri e propri prodotti culturali, ma forse sotto sotto (e questa è la vera tragedia) neanche di semplice intrattenimento.

Salvare il salvabile da Rebel Moon Parte 2

rebel moon parte 2 la sfregiatrice

Finora la saga di Rebel Moon, con i suoi primi due film, non ha dimostrato nulla del suo potenziale: tutto è derivativo, nulla è originale. I personaggi sono piatti, monodimensionali, l’unica evoluzione che possono avere è il passaggio dall’asservire il Male dell’Imperium al ribellarsi per il Bene. Non ci sono vie di mezzo, non esistono zone grigie, come esistono invece nelle opere che vorrebbe emulare. L’universo imbastito è un minestrone poco condito di fantascienza e fantasy, un sword-and-planet-and-sorcery indegno del peggior fumetto di Heavy Metal.

Di Rebel Moon Parte 2, però, non tutto è da buttare, poiché quantomeno le sequenze d’azione sono, fortunatamente, ben eseguite. L’unico punto di forza è il lungo scontro tra i contadini ribelli, addestrati e guidati dai protagonisti, e le truppe dell’Imperium, che occupa bene o male tutta la seconda metà del film. Paradossalmente, sembra che l’integrità della Parte 1, con la sua mitologia inutilmente complessa e la ricchezza di pianeti e personaggi, fosse funzionale a questa battaglia su una piccola luna coloniale. Rebel Moon Parte 2: La Sfregiatrice infatti si discosta molto dalla grandezza di scala di Figlia del Fuoco, il che, di nuovo, sembra uno spreco per il potenziale che Snyder avrebbe potuto raggiungere.

Un intero universo a disposizione, innumerevoli pianeti e personaggi da approfondire, eppure tutto sembra portare alla storia di un singolo minuscolo villaggio campestre, con personaggi che reiterano le proprie origini e il proprio passato traumatico in un’altra tautologia, poiché non viene raccontato nulla di nuovo rispetto al primo film. Anzi, l’intero film sembra ripetere esattamente il percorso del film precedente. Di nuovo, l’ironia di tutto il progetto sorvola l’intento di Snyder, al punto che il villain stesso subisce lo stesso identico fato della Parte 1.

Il vizio di Zack Snyder

rebel moon parte 2 la sfregiatrice

Il tutto condito dagli innumerevoli, lunghissimi slow motion che abbiamo imparato a conoscere nei film e nello stile di Zack Snyder, il quale, inaccontentabile, ha annunciato che prima della fine dell’anno Netflix ridistribuirà entrambe le parti di Rebel Moon, con scene estese e inedite, e con più violenza incensurata. Una nuova director’s cut (per cui il regista ha sempre avuto il vizio, vedasi Sucker Punch, Watchmen, Batman v Superman e l’ormai famigerata Snyder Cut di Justice League).

Essendo un prodotto di Netflix, conosciuto per la libertà concessa agli autori che dirigono film e Serie TV per il servizio streaming, sorge veramente il dubbio che l’intera operazione di Rebel Moon sia solo una scusa per creare un brand sotto l’egida della grande N rossa e risollevare così la visibilità del servizio, vista la crisi incombente dello streaming a pagamento.

In conclusione, Rebel Moon Parte 2: La Sfregiatrice è un prodotto di gran lunga più godibile e divertente rispetto alla Parte 1, grazie ad una trama contenuta e familiare. Il gioco non vale sicuramente la candela di un franchise di almeno 6 film e innumerevoli spin-off, che sono tutti in fase di lavorazione, ma sarà sicuramente pane per i denti dei fan di Snyder e della fantascienza (molto) leggera.


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Nato a Roma, studia attualmente al DAMS di Padova.
Vive in un mondo fatto di film, libri e fumetti, e da sempre assimila tutto quello che riesce da questi meravigliosi media.
Apprezza l'MCU e anche Martin Scorsese.

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