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Arcane 2, Vi di spalle pronta a combattere contro Warwick.

Arcane 2 è il trionfo dell’animazione

9 minuti di lettura

Dopo ben tre anni dalla prima stagione, è tornata finalmente Arcane, l’acclamatissima serie animata ambientata nel mondo del popolare videogioco League of Legends, con un secondo e conclusivo atto distribuito in tre blocchi settimanali da tre episodi ciascuno. L’attesa è valsa decisamente la pena, dimostrando ancora una volta come l’animazione si presti perfettamente anche a storie molto più adulte e non sia limitata all’intrattenimento per bambini.
La serie è disponibile solo su Netflix, dall’11 novembre 2024.

Arcane 2, la guerra non cambia

Immagine tratta da Arcane 2. Vi e Jinx combattono.

La prima stagione si era conclusa con un cliffhanger molto importante, e Arcane 2 ci riporta subito alle sue conseguenze. Violet “Vi”, con gli altri volti che avevamo imparato ad amare, deve raccogliere le macerie causate dalle azioni di sua sorella Jinx, mentre le tensioni tra la splendente città di superficie Piltover e la sua controparte sotterranea Zaun sono ai massimi storici. Con l’ombra della guerra sempre più incombente, una minaccia ancora più grande si affaccia all’orizzonte: la magia dell’Arcane, attraverso la tecnologia dell’Hexcore, rischia di cadere nelle mani sbagliate.

In questa seconda stagione, se possibile, Arcane alza ancora di più il livello. La prima aveva il compito di introdurre un universo estremamente vasto in maniera accattivante e che fosse fruibile anche da chi fosse assolutamente estraneo al mondo di League of Legends (riuscendoci in modo eccelso): privo di questo dovere, l’atto finale ci può catapultare subito nell’azione. Arcane 2 è ancora più politica della precedente stagione, elemento che si mostra attraverso le macchinazioni di chi fomenta e sfrutta a proprio vantaggio i dissapori tra sopra e sottosuolo.

La guerra, inevitabile, assume un ruolo centrale, e Arcane 2 segue la scia di un altro grande prodotto di animazione, L’Attacco dei Giganti, nel raccontare la prospettiva di entrambi gli schieramenti a 360°. Ogni personaggio ha le proprie motivazioni, a Piltover e Zaun c’è bene e male, che non sono distinti nettamente ma con ampie sfumature di grigio: non esistono buoni e cattivi nei conflitti, ma solo vittime.
Vittime tra i ceti alti del Gran Consiglio e soprattutto vittime del popolo, come furono i genitori di Vi e Jinx e molti altri abitanti di quel sottosuolo che viene esplorato con tanto dettaglio in episodi che alzano il livello uno dopo l’altro.

Le due facce di Arcane: il blu e il viola

Arcane 2: primo piano di Jinx.

Il vero cuore di Arcane restano loro, le due sorelle: Jinx e Vi, Vi e Jinx. Il loro rapporto di amore/odio è il motore ed entrambe si evolvono più volte nel corso della storia, rendendo impossibile non affezionarsi ad entrambe, grazie anche ad una grande prova delle due voci, Ella Purnell (Fallout) per Jinx ed Hailee Steinfeld (Hawkeye, Spider-Man: Into the Spider-verse) per Vi.

Jinx è puro caos e cerca di lasciarsi indietro la vecchia Powder, ma i suoi demoni resistono e diventa involontariamente un simbolo della ribellione di Zaun; Vi continua a lottare, senza spezzarsi, sotto i continui bombardamenti della vita, contesa tra l’affetto per sua sorella e la consapevolezza che forse quella sorella non esista più.

I personaggi di Arcane sono molteplici, ed il nucleo storico rimane lo stesso, con poche, mirate aggiunte: oltre alle protagoniste, seguiamo Jayce, Viktor, Caitlyn, Ekko – protagonista di un’agrodolce puntata what if?-, Heimerdinger e Mel. Le loro storyline si sviluppano ancora in maniera sovrapposta, per poi collidere nel gran finale, tutti accomunati da una scrittura curata nei minimi dettagli che ne esplora l’evoluzione con luci ed ombre. Sono storie di figure in lotta tra eventi che spesso non possono neanche comprendere – ha molto più spazio la magia, esplorando il vero potere dell’Arcane – ma che fanno di tutto per guadagnarsi una vita migliore, godendosi ancora di più i pochi momenti di gioia che gli sono concessi.

Uno dei percorsi più interessanti è quello di Viktor, che da giovane e ambizioso scienziato con la speranza di sfruttare il potere della magia per il bene del mondo, diventa qualcosa di totalmente altro. Conquista un ruolo preminente anche Ambessa, la crudele madre di Mel e sovrana di Noxus, che, lavorando dietro le quinte, arriva a diventare il vero villain di questo finale.

Se si vuole trovare un difetto a questa stagione, è sicuramente lo svolgimento frettoloso di alcuni passaggi, compreso il salto temporale tra terzo e quarto episodio: ciò si deve al fatto che in origine Arcane fosse stata pensata per tre stagioni, ma gli alti costi di produzione e tempi di lavorazione hanno imposto di comprimere il tutto in due.

Una gioia per gli occhi e le orecchie: la nuova frontiera dell’animazione

Arcane 2: scena di combattimento.

Arcane 2 è, soprattutto, un’esplosione di colori e di musica, che riempie occhi ed orecchie e meriterebbe la sala cinematografica. Ogni frame è un quadro che lascia a bocca aperta e se tre anni di lavoro di Riot Games hanno portato a questo risultato, ben venga l’attesa. Il pensiero va inevitabilmente alla data di uscita incerta di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, con cui proprio Hailee Steinfeld è filo conduttore. Ai film di Miles Morales, Arcane deve molto, ma segue la propria strada: l’animazione è di livello altissimo, tra cui citiamo momenti ibridi di 2D e 3D, una sequenza estremamente emozionante di flashback disegnata in pennello e un ballo animato a quattro frame per secondo.

Da tempo ormai l’animazione non è più dedicata solo ad un pubblico infantile, ma può essere anzi estremamente adulta ed al pari (o superiore) di qualunque live action. Le musiche si attestano sulla qualità della prima stagione, spaziando dal rock, al punk, al pop, ma senza mai sbagliarne una: la scelta di ogni canzone è perfetta per il contesto in cui viene inserita e contribuisce a creare uno spettacolo unico. Ricordiamo, in particolare, To Ashes and Blood, Remember Me e Paint the Town Blue, oltre alla storica sigla Enemy degli Imagine Dragons.

Arcane 2: Jinx ed Ekko seduti vicini, sullo sfondo la città di notte.

Negli ultimi anni, l’animazione mainstream occidentale è entrata in una fase estremamente florida, che ha sfornato perle di grande valore anche al di fuori dei colossi come Disney e Pixar. Pioniere fu proprio Spider-Man: Into the Spider-Verse (2017), che, con un’animazione assolutamente spettacolare ed innovativa, ha ricordato al mondo le possibilità infinite che questa tecnica offre. Dopo il periodo dell’estremo realismo tridimensionale delle produzioni delle grandi major, infatti, l’animazione sta tornando ad essere il campo della sperimentazione, dello spettacolo e della meraviglia, non puntando a riprodurre il live action, ma esplorando a dismisura tutto ciò che il realismo impedisce.

Prodotti come Arcane, Love Death & Robots, Il Gatto con gli Stivali 2 e Spider-Man: Across the Spider-Verse, solo per citarne alcuni, hanno sfruttato appieno queste potenzialità, regalandoci perle artistiche di valore assoluto. Il comparto tecnico, però, da solo sarebbe solamente un involucro: al netto di alcune parti un po’ accelerate, Arcane 2 è a mani basse tra le migliori serie dell’anno, grazie al profondo amore che la serie dimostra di provare per i propri personaggi e ad un pathos unico ed emozionante nel raccontare le loro storie.


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Classe 2000, marchigiano ma studio Comunicazione all'Università di Padova. Mi piacciono la pallacanestro, i cani e tanto tanto cinema. Oh, e casomai non ci rivedessimo, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!

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