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Fingernails – Una diagnosi d’amore, dove amare è dovere

10 minuti di lettura

Presentato alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma, Fingernails – Una diagnosi d’amore è il nuovo film del regista greco Christos Nikou. Dal 3 novembre è disponibile su Apple Tv dove, a pochi giorni dall’uscita, si è guadagnato la prima posizione in classifica tra i film più visti sulla piattaforma. È la curiosità il primo fattore a spingere lo spettatore verso un’inusuale commedia romantica che vanta nel suo cast Jessie Buckley (Sto pensando di finirla qui), Jeremy White (The Bear) e Riz Ahmed (The sound of metal).

Si tratta del secondo film per il regista 39enne che, dopo l’esordio con Apples, presentato a Venezia 77 nella Sezione Orizzonti, si è accattivato l’attenzione della critica come papabile erede di Yorgos Lanthimos. E non sfugge in Nikou la similarità stilistica, la sottile ironia e la distopia sull’amore che affascinano anche Lanthimos, premiato a Venezia 80 per Poor Things come miglior film. Con Fingernails – Una diagnosi d’amore, Christos Nikou porta sullo schermo una storia d’amore, o meglio, sulla ricerca dell’amore in un mondo sempre più spaventato dalla solitudine. Come per Apples, scappa anche il nome di Cate Blanchett nella coda di produttori e la curiosità si infittisce.

Fingernails – Una diagnosi d’amore, una distopia dei sentimenti

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Ci troviamo in un tempo sospeso, affine a un futuro possibile, ma permeato dalle hit anni ’80 e figlio di quell’epoca per lo stile che veste gli ambienti e i personaggi. Anna (Jessie Buckley) è una giovane donna in cerca di lavoro, fidanzata da diversi anni con Ryan (Jeremy White). Cinque anni prima dell’inizio della nostra storia, Anna e Ryan si sono sottoposti a un test sperimentale per verificare la loro affinità come coppia. Il test è risultato positivo e i due hanno sposato una routine di gesti e situazioni, convinti scientificamente del loro amore. A cinque anni di distanza, però, Anna non è così convinta del successo della sua relazione.

Di nascosto da Ryan fa domanda per un lavoro come insegnante all’Istituto dell’Amore, sede del rivoluzionario esperimento sull’affinità romantica a cui lei e Ryan si sono sottoposti. Qui Jessie spera di trovare soluzioni su come migliorare la sua vita di coppia, confermando Ryan come suo unico partner scientificamente accertato.

Viene però affiancata a un altro insegnante, Amir (Riz Ahmed), con cui segue le coppie che scelgono di intraprendere un percorso di esercizi prima di effettuare il test. Amir fa rinascere in lei un sentimento che sembrava essersi plagiato sul dovere sociale di esistere come coppia. Anna si confronta così con la concreta possibilità di amare due persone nello stesso momento.

Un segreto nascosto nelle unghie delle dita

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Fingernails – Una diagnosi d’amore si apre con la citazione di uno scienziato sconosciuto per cui i primi segnali dei problemi di cuore si manifesterebbero con macchie, fragilità e decolorazione delle unghie. Non si tratta di un presupposto scientifico, se non per il fatto che eventuali macchie blu o viola sulle unghie possano effettivamente accertare una scarsa circolazione sanguigna e diventare premonitori di problemi cardiaci.

Tuttavia il disclaimer pseudo-scientifico in apertura instilla un dubbio nello spettatore e offre una prima panoramica del meccanismo che regola il film. Il controverso esperimento che sancisce l’affinità di coppia si basa infatti sullo sradicamento di un’unghia della mano per ciascun partner.

Le unghie vengono sottoposte ad analisi in un macchinario dal gusto anni ’80 che dà solo tre risultati: 100%, 50% e 0%. In due casi il risultato è certo. L’intermedio, invece, è raro e testimonia che solo uno dei due amanti è innamorato. Quello di Fingernails – Una diagnosi d’amore è un mondo in cui il test di affinità non è un obbligo, non è vincolato da conseguenze legali in caso di esito positivo o negativo, ma è incredibilmente popolare.

Quasi tutti sentono il bisogno di testare il proprio amore, anche più di una volta a distanza di anni, per avere una sicurezza. La certezza di essere destinati ad un partner, di avere una propria anima gemella, è quindi la via di fuga a un futuro che potrebbe accogliere tra le sue strade la solitudine.  

L’amore è un algoritmo?

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In Fingernails – Una diagnosi d’amore, Christos Nikou abbraccia un argomento, o forse una paura molto popolare nell’universo narrativo cinematografico. Nel 2009 il regista greco lavorava al fianco di Yorgos Lanthimos come secondo assistente alla regia su Dogtooth, una favola nera dalle tinte surreali. E non è un caso nominare Lanthimos, perché sei anni più tardi avrebbe dato vita a un capolavoro forgiato proprio su una distopia dell’amore: The Lobster. In quest’ultimo, Colin Farrell è un uomo che, in un dittatoriale mondo futuribile, deve trovare entro una certa data la sua anima gemella per poter socialmente esistere in una coppia. In caso di insuccesso, verrà trasformato in un animale a sua scelta.

L’estremizzazione romantica di Lanthimos ritorna anche in chiave tecnologica in un episodio della quarta stagione di Black Mirror: Hang The Dj, dove un algoritmo, The Coach, decide quali coppie siano destinate a funzionare. Lo stesso mondo dell’entertainment, con il popolare reality Are You The One? – Un esperimento d’amore, gioca in questa chiave, partendo dal presupposto per cui le persone non si innamorino più.

A questo spunto si allaccia anche Fingernails – Una diagnosi d’amore, prefigurando la mancanza di innamoramenti come una vera e propria crisi da risolvere con discutibili esperimenti romantici. Ecco quindi che all’Istituto dell’Amore si promuovono ai partner hit romantiche come Only You in francese, per potenziarne l’effetto erotico, oppure giochi di ruolo in cui si testa l’affidabilità, la capacità di riconoscersi solo dall’odore e la disponibilità a guardarsi negli occhi più a lungo. Ma allora, l’amore si riduce a un algoritmo?

La sottile ironia di Christos Nikou in una storia sospesa

Non c’è strumento che possa insegnare a due persone ad amarsi, lo dice Luke Wilson, altro celebre talent, in Fingernails – una diagnosi d’amore. Il titolo stesso del film gioca quindi sulla sottile ironia con cui il regista tratta una tematica complessa, l’amore, servo del cinema, che da sempre lo declina in commedia o dramma, indagandone le sfumature. Per il suo secondo film, Christos Nikou sceglie quindi un linguaggio delicato e ironico, cucito sull’apparente algidità dei personaggi e delle situazioni rappresentate. La storia è sospesa, intelaiata tra lacune drammaturgiche su un mondo che volutamente viene lasciato irrisolto e non viene raccontato nel dettaglio.

In un sistema in cui le coppie sembrano perfette nella loro rappresentazione esterna, si legge tra le righe un desiderio di vivere l’amore senza la necessità sociale di dimostrarlo. Così il riferimento non scritto agli anni Ottanta, attraverso la musica e la scenografia, è quasi un ritaglio nostalgico di una realtà in cui i social non consegnavano agli altri ogni aspetto della nostra vita, compresa quella romantica. In Fingernails – Una diagnosi d’amore, alla freddezza di un mondo dove tutti appaiono impostati e innamorati, ma solo scientificamente, sono i piccoli gesti a scaldare la storia.

Ecco dunque che la scena in cui Amir balla sulle note di The Night di Frankie Valli And The Four Seasons e Anna lo guarda sognante è il momento più intenso di un film che, seppur con i suoi difetti, ci ricorda che spetta solo a noi decifrare i nostri sentimenti.  


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Classe 1996, laureata in Comunicazione e con un Master in Arti del Racconto.
Tra la passione per le serie tv e l'idolatria per Tarantino, mi lascio ispirare dalle storie.
Sogno di poterle scrivere o editare, ma nel frattempo rimango con i piedi a terra, sui miei immancabili tacchi.

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