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Il Ragazzo e l'Airone

Il Ragazzo e l’Airone, il nuovo meraviglioso sogno di Miyazaki

10 minuti di lettura

A distanza di dieci anni da Si Alza il Vento, Hayao Miyazaki torna a stupire gli spettatori con il suo nuovo film Il Ragazzo e l’Airone, nelle sale italiane dal primo gennaio 2024.

Uno spettacolare viaggio all’interno dell’arte surrealista del maestro dell’animazione giapponese, un’opera tanto meravigliosa quanto complessa che rappresenta (apparentemente) una romantica e perfetta chiusura di una carriera che ha cambiato per sempre la storia della settima arte.

Il Ragazzo e l’Airone, un viaggio incredibile

Il Ragazzo e l'Airone Mahito

Il Ragazzo e l’Airone racconta la storia del giovane Mahito che, dopo aver perso tragicamente la madre a causa di un incendio all’interno dell’ospedale di Tokyo, si trasferisce con il padre nelle campagne giapponesi per iniziare una nuova vita in compagnia della zia Natsuko, divenuta sua matrigna.

Giunto alla tenuta di Natsuko, Mahito inizia pian piano a notare alcuni strani elementi che circondano il paesaggio. Tra questi una misteriosa torre, costruita molti anni prima da un prozio scomparso misteriosamente, e un grande airone grigio che, volando attorno al giovane, sembra voler richiamare la sua attenzione.

Le cose si complicano quando un giorno, in cerca della matrigna dispersa nel bosco, Mahito fa il suo ingresso all’interno della torre, accompagnato dall’anziana Kiriko. Là, dopo aver appreso nuove verità sulla natura della torre e dello stesso airone, avrà inizio il lungo viaggio di Mahito in un nuovo mondo, alla ricerca di Natsuko.

Il Ragazzo e l’Airone è un’esperienza visiva unica

airone in Il ragazzo e l'airone


Immerso in atmosfere oniriche e surreali, Il Ragazzo e l’Airone è un’opera tecnicamente impeccabile. Il lavoro di Miyazaki è, ancora una volta, stupefacente: basti pensare alla meravigliosa sequenza di apertura in cui, durante l’incendio dell’ospedale, i piccoli frammenti di carta in fiamme galleggiano nel cielo di Tokyo, illuminando il buio della notte.

Le animazioni, in tecnica tradizionale, si mescolano alla perfezione a una regia dinamica e sapiente che riesce a scortare lo spettatore in un mondo diverso, lontano dalla logica e dalla razionalità. Sebbene l’incipit de Il Ragazzo e l’Airone abbia infatti una matrice piuttosto realistica, accostabile a film come Si Alza il Vento, lo spirito surrealista della pellicola si espande gradualmente attorno al protagonista, inondando ogni elemento dell’ambientazione circostante.

Esattamente come il prozio – che si scopre non scomparso nel nulla, ma nascosto all’interno della torre, che cela un regno del quale lui è il sovrano e l’artefice-, Miyazaki costruisce un universo totalmente nuovo, articolato e complesso, in cui l’estetica simbolica e la filosofia si fondono in un connubio perfetto che rappresenta il motore trainante di tutto Il Ragazzo e l’Airone.

Come Mahito, anche noi ci muoviamo con curiosità in questo mondo, studiandone i dettagli, cercando di cogliere ciò che si nasconde dietro di esso. E, in questo senso, ne avvertiamo sia i pericoli inquietanti (come ad esempio di fronte all’oscura tomba nascosta dietro al cancello dorato), sia gli aspetti più spettacolari.

E voi come vivrete? Mondi lontani e significati profondi

mahito all'aperto in il ragazzo e l'airone

Ma qual è il vero significato dietro Il Ragazzo e l’Airone? La risposta a questa domanda sembra essere tutt’altro che semplice.
Lo stesso Miyazaki, al termine della proiezione di anteprima ha lasciato un messaggio che recitava pressapoco: “Forse non lo avete capito. Nemmeno io lo capisco.”
Le chiavi di lettura per interpretare Il Ragazzo e l’Airone sono molteplici e, indubbiamente, occorrono più  visioni per poter comprendere al meglio alcuni degli aspetti racchiusi al suo interno.

Già a una prima visione, emerge un approccio autobiografico: l’incubo della guerra, l’azienda di famiglia che costruisce componenti per aerei, il rapporto con la figura paterna, persino la visione di un incendio di un ospedale, sono tutti elementi appartenenti all’infanzia del regista. Il titolo originale del film E voi come vivrete?è proprio il titolo del libro che Miyazaki, come fa il piccolo Mahito nel film, lesse da bambino durante l’assenza della madre, costretta in ospedale per ben otto anni a causa di una grave tubercolosi.

Facendosi carico di questa dimensione personale, l’animatore giapponese sembra volersi identificare con il protagonista e con il suo viaggio che, non a caso, inizia dopo un atto di autolesionismo. La pietra con cui Mahito si ferisce alla testa rappresenta sotto quest’ottica l’atto di Miyazaki di riaprirsi ancora una volta alla creatività e alla produzione di nuova arte nonostante i suoi ripetuti tentativi di ritirarsi. Un atto per lui doloroso ma, in fin dei conti, inevitabile e necessario.

Immergendosi nei suoi ricordi, il regista cerca di fare i conti con il proprio passato e con la sua interiorità, arrivando ad analizzare varie tematiche a lui care e traendo ispirazione da molte opere legate alla tradizione classica e non solo.

Il viaggio per recuperare la zia/madre riporta alla memoria la discesa di Orfeo negli inferi alla ricerca di Euridice e, contemporaneamente, quella di Dante che si addentra nelle profondità infernali (riferimento reso esplicito persino dalla scritta “Fecemi la Divina Potestate” incisa sia sulla porta della torre sia sulla porta dell’inferno dantesco). L’airone , che nella cultura giapponese simboleggia il passaggio verso l’aldilà, rappresenterebbe il personale Virgilio designato per scortare il protagonista lungo il suo percorso.

Un percorso districato tra varie dimensioni temporali e simboliche in cui si mescolano morte e vita e che porta infine alla scoperta della creazione, rappresentata dalla figura misteriosa del prozio di Mahito, il demiurgo al quale è affidato l’equilibrio dell’universo descritto ne Il Ragazzo e l’Airone.
L’uomo, stanco e affaticato e ormai costretto a costruire continuamente nuove forme (definite da lui tredici elementi semplici) sulle quali fondare il proprio mondo, vuole vedere in Mahito un nuovo erede, il sostituto degno di prendere il suo posto.

E così ci troviamo inaspettatamente di fronte a un bipolarismo interiore racchiuso nell’anima di Miyazaki stesso. Entrambe le figure, sia il vecchio che il bambino, rappresentano la personalità del regista giapponese, divisa in un dualismo in costante conflitto. Se da un lato l’anziano vuole che il mondo si mantenga e che la costruzione resti in equilibrio, il bambino desidera invece fuggire e vivere in libertà, lontano dal peso che quel mondo sembra comportare.

La fuga finale nel mondo vero sembra apparentemente dar forza alla componente più infantile del ragazzo, ma la realtà è forse ben più complessa di quanto sembri. Mahito ha infatti afferrato istintivamente uno dei tredici elementi per portarlo con sé, nel suo mondo. Una mancata rinuncia, sottolineata inoltre dalla cicatrice indelebile sulla sua tempia, simbolo dell’atto creativo violento ma necessario al quale sembra impossibile sottrarsi.

Il Ragazzo e l’Airone, la magia di perdersi

wara wara in il ragazzo e l'airone

De Il Ragazzo e l’Airone si potrebbe discutere e scrivere molto, essendo questa un’opera stratificata su vari livelli e che cela dentro di sé molti significati nascosti, molti dei quali forse troppo difficili da spiegare.
Questo è forse uno degli aspetti più meravigliosi del lavoro di Miyazaki e della sua magia. Quella particolare magia che non si può né spiegare né raccontare, ma solamente imparare a vivere.


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Nato nel 1993 , giusto in tempo per vedere Pulp Fiction l’anno dopo. 
Sono un musicista che ha una passione patologica per il cinema. Adoro la sala e sono fermamente convinto che debba esistere un girone infernale per quelli che parlano a voce alta durante il film. Scrivo, vivo, faccio cose, vedo gente.

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