Il 1 gennaio è uscito nelle sale italiane Il Signore degli Anelli – La guerra dei Rohirrim, lungometraggio anime dedicato ad una storia inedita nell’universo de Il Signore degli Anelli sullo schermo: la guerra che sconvolse il regno di Rohan, ben prima delle avventure di Frodo Baggins. Nonostante le premesse interessanti, però, si confermano le difficoltà degli adattamenti di Tolkien dopo la prima trilogia di Peter Jackson.
Il Signore degli Anelli – La guerra dei Rohirrim: si torna a Rohan
La voce narrante di Eowyn – torna la sua interprete Miranda Otto – ci accompagna a quasi duecento anni prima che l’Anello si imbattesse in Bilbo Baggins: Héra, ribelle figlia di Helm Mandimartello, re di Rohan, è promessa sposa ad un lord di Gondor. Helm ed Héra dovranno però fronteggiare l’opposizione di Freca, signore del Dunland, e soprattutto la furia vendicativa del figlio di lui Wulf, amico d’infanzia di Héra, che scatenerà la guerra a Rohan: il conflitto si consuma nella roccaforte di Borgocorvo, che diverrà poi celebre col nome di Fosso di Helm.
La guerra dei Rohirrim è il secondo film animato tratto da Il Signore degli Anelli, dopo l’adattamento de La Compagnia dell’Anello nel 1978, e il primo a essere realizzato con animazione giapponese: firma la regia infatti Kenji Kamiyama, già disegnatore, tra gli altri, di Akira e Kiki – Consegne a domicilio, oltre che regista di Ghost in the Shell: S.A.C. . La base produttiva aveva grandi potenzialità, ma purtroppo si è rivelato essere più un espediente della Warner per mantenere i diritti su Tolkien prima che scadessero. Inoltre lo stesso Kamiyama ha rivelato che la sceneggiatura è stata finita durante le riprese a causa dei tempi ristretti.
Le animazioni fuori tempo massimo de La guerra dei Rohirrim
Quello che poteva essere il primo punto di forza de La guerra dei Rohirrim, a maggior ragione con un nome come Kamiyama, è invece il primo problema. Le animazioni, infatti, sono legnose e per nulla fluide, sia nelle scene di movimento che in quelle di dialogo; non va meglio quando si combina con alcuni elementi tridimensionali in CGI, in particolare il fuoco. Tutto ciò porta La guerra dei Rohirrim a sembrare un anime vecchio di almeno una ventina d’anni, e non un prodotto di fine 2024.
Ci si aspettava decisamente di più a livello visivo da un film costato circa 40 milioni di dollari, firmato da una major importante come la Warner Bros, non una piccola casa indipendente, soprattutto se si pensa alla qualità dei prodotti di animazione degli ultimi anni: per restare nell’ambito nipponico, basti pensare a Cyberpunk Edgerunners, L’attacco dei giganti o Jujutsu Kaisen. In tal senso, le vicissitudini produttive hanno sicuramente influito, portando a un risultato frettoloso e approssimativo.
La guerra dei Rohirrim è un’occasione mancata
La guerra dei Rohirrim è tratto da alcune pagine delle Appendici di Tolkien, la scarsità di materiale di partenza non è compensata da idee efficaci. Spunti interessanti come il rendere Héra la protagonista – il suo nome negli scritti non era neanche menzionato – o il non dover fronteggiare una minaccia ultraterrena, bensì un rivale umano, si perdono in una storia che è fin troppo simile a Le due torri e sa di già visto. Helm Mandimartello – doppiato in originale da Brian Cox – fa scelte insensate e Wulf è un antagonista piuttosto banale.
In più, il film tenta costantemente di ricordare allo spettatore di stare guardando qualcosa di legato al Signore degli Anelli, inserendo quelle che dopo un po’ non sono più citazioni ma fanservice eccessivo (come gli orchi), che non aggiunge niente alla storia. È lo stesso errore che, a suo tempo, fece la saga di Star Wars, non riuscendo a staccarsi dal filone principale: non è un caso, infatti, che i due migliori prodotti del nuovo corso siano Rogue One e Andor, ovvero gli unici che hanno avuto il coraggio di “sganciarsi”.
La trilogia de Lo Hobbit divise critica e pubblico, e Gli anelli del potere, alla seconda stagione, non ha ancora fatto breccia negli spettatori. Dopo i primi tre film di Peter Jackson, inarrivabili, continuano le difficoltà per le nuove storie nella Terra di Mezzo: La guerra dei Rohirrim è, a conti fatti, un’opportunità sprecata, che avrebbe potuto rappresentare una ventata d’aria fresca e si limita invece al compitino, da popcorn movie della domenica pomeriggio.
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