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Cosa aspettarsi da Lightyear – la vera storia di Buzz: parola ai doppiatori italiani

Lightyear, nei cinema dal 15 giugno 2022, racconterà la vera storia che ha ispirato il giocattolo di Buzz. Ecco cosa ne pensano i doppiatori italiani e perché sarà un film importante per la Pixar

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11 minuti di lettura

Lightyear – La vera storia di Buzz è il primo spin off dedicato a un personaggio di Toy Story. Dopo i quattro capitoli incentrati sulle avventure dei giocattoli di Andy, Pixar rivolge l’attenzione del pubblico verso uno dei personaggi più amati del cinema d’animazione: Buzz Lightyear. Il film uscirà nelle sale mercoledì 15 giugno 2022 e racconterà le gesta dell’astronauta che ispirò il giocattolo di Andy.

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Alla regia troviamo Angus MacLane, co-regista di Alla Ricerca di Dory (2016) e animatore Pixar dal 1998. Quella di Buzz è una storia ancora inedita e perciò avvolta nella curiosità di ogni fan. La sinossi sci-fi promette un’avventura differente dai quattro film di Toy Story, celebrati con amorevoli easter eggs.

A segnare una cesura con il Buzz di provenienza è dunque anche la voce, per l’occasione riassegnata a Chris Evans per quanto concerne la versione originale, lì dove un tempo era Tim Allen a pronunciare l’ormai storico “To Infinity and Beyond, mentre in Italiano è Alberto Boubakar Malanchino a prendere il posto di Massimo Dapporto.

Il cast vocale è perlopiù nuovo, come nuovi sono i protagonisti di Lightyear. Ad affiancare Buzz troveremo il gatto-robot Sox, in italiano Ludovico Tersigni (Summertime) e l’amica Alisha, Esther Elisha. La scientificità del film è infine celebrata con il cammeo vocale di Linda Raimondo, divulgatrice nota sui social come Astro Linda. Vi lasciamo scoprire in sala a quale personaggio ha prestato la voce, nel frattempo però ecco cosa ci hanno raccontato i doppiatori di Lightyear in occasione dell’anteprima stampa.

La sinossi di Lightyear

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Lightyear – La vera storia di Buzz racconta le origini dell’eroe che ha ispirato il giocattolo di Toy Story. Il leggendario Space Ranger, dopo essere rimasto bloccato su un pianeta ostile a 4,2 milioni di anni luce dalla Terra insieme al suo comandante e al loro equipaggio, tenta ogni disperato tentativo per tornare a casa. La natura degli esperimenti, che lo conducono a viaggiare tra tempo e spazio, rallentano la percezione e l’invecchiamento dello Space Ranger, mentre sul pianeta gli anni continuano a scorrere senza differenze. Quelli che per Buzz erano quattro minuti sulla navicella, sono stati in realtà 4 anni sulla terra. Mentre Lightyear colleziona fallimenti, gli amici e i colleghi invecchiano senza di lui. L’arrivo di Zurg, una presenza imponente con un esercito di robot spietati, complica le cose e mette a rischio la missione, obbligando a Buzz a fidarsi i un gruppo di ambiziose reclute e il suo irresistibile gatto robot da compagnia, Sox.

Chi sono i doppiatori di Lightyear – La vera storia di Buzz

Lightyear è una storia nuova. Un film sci-fi rigoroso e creativo, capace di inventare situazioni inedite come di pescare dai migliori cassetti del genere. Alberto Malanchino racconta la sfida lanciata da Disney-Pixar.

Sia l’attore italiano che Chris Evans hanno ereditato doppiaggi importanti, da rivedere e riadattare al nuovo contesto narrativo. Malanchino ha lavorato al fianco di un vocal coach per “scurire la voce e regalare dei bassi a Buzz”. Si dice contento del “nuovo timbro” che infine ha regalato al personaggio, derivato anche dalla “caratterizzazione importante” costruita da Chris Evans in lingua originale.

Malanchino ci riporta lo stato dell’arte di Casa Pixar, dove ormai vengono prodotti “piccoli gioielli” fatti di centinaia di mimiche facciali, cambi di umore e movimenti da riportare in doppiaggio con fedeltà e rigore. “Devi stare appresso al personaggio, regalare sia momenti comici che drammatici in un solo istante”. La Pixar chiede più di un semplice doppiaggio e dei suoi personaggi in 3d fa veri e propri esseri viventi abitati da sfumature di voce e timbri.

La frase ‘un sogno che diventa realtà’ viene usata spesso, ma non aveva mai significato così tanto nella mia vita”, afferma Evans. “Chi mi conosce sa quanto io ami profondamente i film d’animazione. Non posso credere di poter far parte della famiglia Pixar e di lavorare con questi artisti davvero brillanti che raccontano storie come nessun altro. Vederli lavorare è a dir poco magico. Ogni giorno mi do un pizzicotto.

Chris Evans, voce originale di Buzz Lightyear

Malanchino prende il posto di Massimo Dapporto, che ha sempre doppiato Buzz Lightyear cucendosi a vita nelle memorie di ogni bambino ora cresciuto e invitato ad accogliere una nuova voce. Malanchino ha incontrato Dapporto, il quale ha dato la propria benedizione alle nuove scelte di doppiaggio. “Abbiamo una pasta vocale del tutto diversa – racconta – anche perché in Toy Story lui aveva 50 anni e io ora ne ho 30. Il suo doppiaggio mi è servito tanto per lo studio e così abbiamo creato un Buzz originale, che si è staccato dalla forma giocattolo”.

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Alberto Malanchino, voce italiana di Buzz Lightyear

Per Ludovico Tersigni è stata invece la prima esperienza con il doppiaggio, che giudica “molto formativa”. Per un attore, ci racconta, significa “fare a meno del volto, togliere”. Il protagonista di Summertime e conduttore di Xfactor è stato seguito da Christian Murgia e Maria Grazia Napoletano, “professionisti di alto livello che rendono il lavoro pregiato”. Tersigni dona voce a Sox, un robot-gatto che richiedeva toni “infantili ma non da bambino”. Una spensieratezza che il personaggio incarna e che Tersigni restituisce lavorando sulle “emozioni sincere e originali”.

L’Arabia Saudita non distribuirà Lightyear: troppo LGBT

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Doppiare per Pixar significa cercare nella voce l’arco trasformativo di un personaggio. Ne è testimone Alisha, l’amica di Buzz che invecchia mentre lo Space Ranger viaggia nel tempo, immune al suo scorrere. Queste le parole di Ester Elisha: “Dare ad Alisha un percorso di invecchiamento significa rendere la voce profonda senza diventare artificiali”, un lavoro che rispecchia la “nostalgia” del personaggio, capace anche di rappresentare però una nuova speranza. È però proprio Alisha il personaggio al centro delle ultime furibonde polemiche.

In Arabia Saudita, Lightyear non potrà infatti essere proiettato per via della presenza di un bacio tra due donne. La decisione è stata annunciata via twitter dall’Ufficio di regolamentazione dei media del ministero della Gioventù e della Cultura degli Emirati.

Non è stato autorizzato per la proiezione pubblica in tutti i cinema degli Emirati Arabi Uniti a causa della sua violazione degli standard di contenuto dei media del paese

 Ministero della Gioventù e della Cultura degli Emirati

Esther Elisha si è invece detta orgogliosa di prestare voce a una “nuova mamma, speranza verso il futuro”. La doppiatrice ha esposto la propria posizione prima che la decisione degli Emirati Arabi Uniti venisse promulgata, eppure le sue parole suonano da perfetto controcampo alla vicenda.

“Io penso che i bambini vedano la realtà – ha dichiarato Elisha – vedo giovani estremamente consapevoli e forti, alla ricerca della propria identità”. La rappresentazione è dunque più importante che mai, e le notizie che ci giungono dagli Emirati Arabi Uniti ne sono tesimonianza: La rappresentazione è importante: perché vedere che esisti e mostrare agli altri che si esiste, ti fa sentire accolto e ti permette di affrontare la vita in maniera più morbida. Sono orgogliosa di essere la voce di Alisha”.

Cosa aspettarsi da Lightyear

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Lightyear introduce un’atmosfera mai vista in un film Pixar. I temi e gli insegnamenti sono però ancora una volta universali ed essenziali: “cooperazione e amicizia”, fa notare Malanchino. Anche se il contorno che induce a tale morale è forse adattato alle nuove sensibilità moderne: “Vediamo il percorso personale di Buzz, che parte in modo Buzz-centrico e si accolla questa responsabilità, scoprendo che lo spirito di cooperazione in un mondo sempre più divisivo ci salva”.

Malanchino lo definisce un film “balsamico”, perché ci concede l’opportunità di sentirci fallibili. “Stiamo iniziando a fare film non testosteronici e solitari: impariamo che il gruppo salva”. Per Ester Elisha è “l’errore” la chiave della libertà, e se non lo si impara “si resta bloccati, come Zurg”. Proprio lo storico villain riserverà una grande sorpresa per gli appassionati delle avventure Pixar.


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Studente di Media e Giornalismo presso La Sapienza. Innamorato del Cinema, di Bologna (ma sto provando a dare il cuore anche a Roma)e di qualunque cosa ben narrata. Infiammato da passioni passeggere e idee irrealizzabili. Mai passatista, ma sempre malinconico al pensiero di Venezia75. Perché il primo Festival non si scorda mai.

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