Major Grom: il medico della peste è il nuovo film presente sulla piattaforma streaming Netflix, pubblicato il 7 luglio. Major Grom è una pellicola russa, diretta dal regista Oleg Trofim ed è basato sull’omonima serie di fumetti russi, creata da Artyom Gabrelyanov. Con questo film ci troviamo dinanzi alla prima produzione cinematografica russa con protagonista un eroe, il quale, con metodi poco convenzionali, cerca di combattere il crimine e il cattivo di turno.
Nel settembre del 2017 è stato proiettato un primo teaser trailer del film all’IgroMir Comicon Russia, anche se, stando alle varie notizie, la produzione si è dovuta interrompere, rigettando del tutto il prodotto. Solo nel 2020, al seguito della pubblicazione di un nuovo teaser trailer sempre al Comicon Russia 2020, è stato ufficializzato Major Grom: il medico della peste.
Nel complesso, sembra che il prodotto abbia ottenuto delle considerazione discretamente positive da parte della critica. La qualità è stata premiata, a scapito, però, di una trama molto banale e per niente originale. Molti, tra l’altro, hanno notato come il film non sia altro che una stoccata alla polizia russa, la quale è stata, specie negli ultimi anni, oggetto di aspre critiche. Teorie, tuttavia, smontate dagli stessi sviluppatori che hanno negato un qualunque riferimento politico.
C’è da dire, inoltre, che Major Grom, complice forse questa asetticità della storia, ha avuto uno scarso successo al botteghino. Il numero di rubli guadagnati è nettamente inferiore a quelli spesi per l’intera produzione. Ma nonostante ciò, sembra che Major Grom mantenga una certa notorietà in streaming.
Major Grom trama
Major Grom è ambientato in Russia, nello specifico a San Pietroburgo. Il protagonista è il maggiore Grom (Tikhon Zhiznevsky), un poliziotto con un altissimo senso di giustizia e del dovere. Il film, infatti, si apre con il maggiore che rincorre, da solo e nel suo giorno libero, tre rapinatori al bordo di un blindato, reduci di una rapina terminata nel migliore dei modi. Questo prima che sulle loro tracce non si mettesse proprio Grom, il quale riesce a fermarli sfruttando la sua forza, la sua abilità e la sua inesauribile intelligenza.
Nel frattempo, il giovane plurimiliardario Kirill Grechkin (Yuri Nasonov) viene assolto dall’accusa di omicidio stradale. Appresa la notizia, in Grom cresce una profonda indignazione, giacché la giustizia sembra oramai assente all’interno della città. Stessa indignazione è avvertita dal milionario informatico Sergei Razumovsky (Sergei Goroshko) e dal suo amico Oleg Volkov (Dmitry Chebotaryov), costretti a osservare la città cadere in preda alla costante illegalità. Entrambi sono creatori di un social network chiamato Vmeste, un fratello gemello di piattaforme come Facebook.
Tuttavia, ben presto, si scopre che l’utilizzo del social non si limita alla sola connessione e condivisione dei dati, bensì a vedere e trasmettere alcuni video nei quali è ripreso uno strano individuo. Egli si presenta come il Medico della Peste, il cui scopo è quello di ripulire la città dai mali che l’affliggono, in particolare da tutti quei criminali assolti grazie alla corruzione o al rango sociale. E come in passato si era solito bruciare i malati di peste, questo giustiziere mascherato sputa fuoco dai lanciafiamme impiantati sugli avambracci. La prima vittima è proprio Kirill, il quale viene arso vivo all’interno della Lamborghini.
In tutto ciò, Grom non condivide i suoi metodi. E insieme al suo aiutante, il giovane Dima Dubin (Aleksandr Seteykin), cerca di rintracciare il famigerato Medico, il quale, nel mentre, continua a mietere vittime e guadagnare un briciolo di notorietà all’interno della città. Non tutti gli abitanti di San Pietroburgo sono contenti del suo operato, sicché alcuni lo ritengono un semplice pazzo psicopatico con uno esagerato senso di giustizia. Ma come lo stesso Medico della Peste cerca di far capire, laddove la giustizia non arriva, arrivano i suoi lanciafiamme.
Major Grom è qualcosa di già visto
Intendiamoci: il messaggio che Major Grom vuole trasmettere è sin da subito chiaro. La pellicola cavalca l’onda di tematiche legate alla precarietà della giustizia, della moralità, dell’onestà, della legalità. E da contrapeso vi è proprio Grom, ovvero il protagonista per eccellenza che crede ancora in questi ideali, tanto che si batte per essi. Il problema, tuttavia, presente nel film di Oleg risiede proprio nella costruzione dell’intero prodotto, così anche nelle tematiche annesse.
Per chi possiede una cultura sui cinema comic, non rimarrebbe sorpreso nell’ossevare un chiaro rimando a prodotti che hanno, nel corso di un ventennio, riempito le sale cinamatografiche. Vi sono, infatti, espliciti richiami a Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno di Christopher Nolan, dal momento che la San Pietroburgo ricorda a grandi linee Gotham City, così come il Medico della Peste lo stesso Bane. Entrambi sembrano lottare per le medesime convizioni, al che persino il Medico della Peste assomiglia, specie nelle movenze, al Bane di Tom Hardy.
Dicasi, proseguendo, per uno dei personaggi principali, vale a dire l’informatico Sergej (il quale vestirà, nel corso della pellicola, i panni dello stesso Medico), costruito a immagine e somiglianza del Lex Luthor interpretato da Jesse Einsenberg in Batman v Superman: Dawn of Justice. L’unica variante è che Sergej è il classico buono divenuto cattivo, poiché appoggia il senso di giustizia del Medico della Peste.
Major Grom cerca, oltre alle varie tematiche descritte sopra, di affrontare l’eterno dilemma su chi sia un eroe. E il tutto viene fatto senza alcunché di originalità. Il dualismo Grom-Medico è il tentativo di richiamare all’attenzione un aspetto, già presente e discusso in altre pellicole, come, ad esempio, Watchmen di Zack Snyder. Da un lato abbiamo un poliziotto che cerca, nei limiti della legalità, di sfidare il male, dal momento che crede fermamente nella giustizia; dall’altro lato, abbiamo un tizio mascherato che usa metodi poco convenzionali per affrontare lo stesso male.
Chi ha ragione? Major Grom o il Medico della Peste? A tali domande, nel giro di qualche minuto, l’ago della bilancia ricade sulle ragioni del primo, sicché si (ri)presenta la morale della giustizia, la quale, seppur precaria, deve essere rispettata e aiutata giorno dopo giorno. Saremmo degli eretici a paragonare Major Grom a Batman o a Captain America, ma il senso che vuole trasmettere la pellicola è proprio questo.
Un film che merita?
L’ardua sentenza spetta ai posteri e a chi ha visto il film. Major Grom sembra non comunicare nulla di che, ed è paragonabile al tizio fuori forma che concorre per una gara di pesi massimi con gente allenata. Il film sembra volersi unire agli altri cinecomics, ma il risultato è piuttosto deludente. Anche sotto un livello estetico l’opera di Trofim non brilla, ed è un solo prendere spunto da altri film perché hanno fatto successo. Per dirne una, la scena degli interrogatori di Grom è una ripresa alle scene presenti in Sherlock Holmes di Guy Ritchie.
Possiamo supporre che, magari, l’intento del regista fosse quello di creare un prodotto del tutto innovativo, così da comunicare che la Russia ha il suo supereroe personale. Tuttavia l’obiettivo è insufficiente, e non basta solo attingere ad altri film per provare a creare una pellicola degna di nota. Non sappiamo se è previsto un seguito di Major Grom. Qualora lo fosse, speriamo che sia migliore di questo. Anche se, diciamocelo, non sarà un’impresa difficile.
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