Le premesse di Maria Antonietta, ultima produzione Sky, non erano delle migliori. Il giudizio dopo la visione dei primi due episodi aveva in parte confermato le basse aspettative, ma si era fermato a un interrogativo: promessa o delusione? Il problema di Maria Antonietta è che appariva come l’ennesima trasposizione di un argomento fin troppo trattato. Dunque, a Serie tv conclusa non si può dire che il giudizio sia cambiato. Maria Antonietta si conferma una serie banale, senza niente da dire.
Cosa non funziona di Maria Antonietta
Maria Antonietta è una Serie tv che dal punto di vista tecnico è molto ben realizzata, la fotografia è ottima e le performance degli attori molto buone, ma questo purtroppo non basta. O meglio non basta più, visto che questi sono i requisiti minimi di un qualsiasi prodotto seriale contemporaneo. Ciò che manca a Maria Antonietta è la motivazione, l’obbiettivo. Viene, insomma, da chiedersi cosa abbia spinto Deborah Davis a realizzare un prodotto incentrato sulla regina più controversa di Francia e che cosa volesse davvero esprimere.
Deborah Davis, insieme a Tony McNamara, aveva curato la sceneggiatura de La favorita di Yorgos Lanthimos, si presentava quindi con un biglietto da visita di tutto rispetto che faceva ben sperare per la riuscita della sua prima Serie tv. Ma nulla in Maria Antonietta sembra all’altezza del film che l’ha preceduta.
Viene davvero da chiedersi quale sia la strada che volevano percorrere con questo racconto: Maria Antonietta non è la nuova icona femminista, ne tantomeno la ribelle che sconvolge gli animi; non è una donna del ‘700 che scopre di avere attrazioni per il suo stesso sesso, non è una libertina, e non si può nemmeno dire che la serie si concentri sugli intrighi di corte o sia una fedele ricostruzione storica. Certo, è molto più fedele di altre produzioni ma non è chiaramente quello il suo punto forte. Ma allora chi è questa Maria Antonietta che ci è stata raccontata? Non lo sappiamo, e non ci interessa approfondire oltre per scoprirlo.
La Serie non funziona perché non ci racconta nulla di più di quello sapevamo già. Se si prende una storia scritta e riscritta per raccontarla un’altra volta, bisogna proporre per forza un nuovo punto di vista, che sia inedito, provocatorio, storico, intimista, ironico, qualsiasi. Altrimenti cosa dovrebbe spingere lo spettatore a guardare e affezionarsi al prodotto?
Non si dovrebbero fare confronti, ma nascono spontanei dopo la visione di un prodotto così mediocre. Ne proponiamo due, che nascono in modo naturale con la visione di Maria Antonietta e che purtroppo si confermano più riusciti della serie.
Maria Antonietta di Sofia Coppola
Il confronto inevitabile che la serie deve subire è quello con il film di Sofia Coppola del 2006. Il film aveva spaccato la critica e ancora oggi continua a essere fortemente divisivo, ma è indubbio che proponga un discorso molto più strutturato rispetto alla Serie Sky (oltre che essere arricchito dalla poetica della sua regista).
Se la storia che racconti è nota, allora puoi prenderla e usarla per parlare d’altro, questo è quello che sembra aver pensato Sofia Coppola la quale, per l’appunto, declina la trama trasformandola in una storia generazionale. Maria Antonietta diventa così un’adolescente insicura che deve imparare a sopravvivere in un mondo che le è straniero; un racconto di crescita di una ragazza, rinchiusa nelle mura di Versailles, che scopre il divertimento e l’eccesso dell’adolescenza. Kirsten Dunst, con il suo sorriso ironico e malizioso, fa il resto. Non ce ne voglia Emilia Schüle, la protagonista della Serie tv, ma anche qui non ci sono paragoni.
Il film inoltre si contraddistingue soprattutto per un’estetica pop dissacrante, così attentamente studiata da apparire perfettamente inserita nel contesto settecentesco della storia raccontata. Il continuo cortocircuito creato da Coppola attraverso l’utilizzo di musiche che variano dall’indie rock al post punk fino alla musica classica, o la commistione di stili messa a punto da Milena Canonero nella realizzazione dei costumi, fanno del film un’opera generazionale ma che travalica qualsiasi temporalità.
Coppola sceglie di ignorare completamente il contesto storico in cui si svolge la vicenda della sua protagonista, non accennando minimamente alle vicende che circondano Maria Antonietta. È sua volontà, infatti, concentrarsi unicamente sugli aspetti più intimi e umani di Maria Antonietta, che per l’appunto smette di essere regina per diventare donna. La strada scelta da Sofia Coppola può anche risultare non sempre ben accetta, ma è innegabile che sia singolare, anticonvenzionale e autentica, mossa da un desiderio di racconto personale.
The Great, Maria Antonietta secondo Hulu
Una storia solo occasionalmente vera, come recita il sottotitolo. The great è una serie Hulu del 2020 ideata e scritta da Tony McNamara, il compagno di Davis per La favorita. È normale quindi che le due serie, così vicine anche per contenuto, vengano in qualche modo comparate.
The Great è l’adattamento di un’opera teatrale, scritta sempre da McNamara, ispirata alla vita di Caterina la Grande: Imperatrice di Russia, è famosa per aver preso il potere grazie a un colpo di stato che ha spodestato il marito. La caratteristica principale di The Great è il suo approccio ironico e satirico alla storia che vuole rappresentare. La Serie tv stravolge i fatti e ne inventa di nuovi allontanandosi dalla resa realistica, ma costruendo così un racconto ben narrato.
The Great possiede quello che manca a Maria Antonietta, ovvero un punto di vista preciso e puntuale sulla storia raccontata, una voce forte e tagliente che riesce a garantire alla Serie uno stile irriverente e del tutto originale. A Caterina, interpretata da Elle Fanning, ti affezioni; a Pietro III, interpretato da Nicholas Hoult, non puoi che provare dei sentimenti contrastanti. Ai personaggi della serie di Davis, invece, Maria Antonietta e Luigi XVI in primis, non provi niente. Questo perché non si riesce a empatizzare con loro, a causa di una scrittura superficiale e semplicistica.
Maria Antonietta, la Serie tv, si è rivelata, quindi, un prodotto non degno di nota. Consigliamo piuttosto di recuperare The Great di Tony McNamara, disponibile su STARZPLAY, o il film di Coppola, disponibile invece su Sky o NOW.
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