fbpx
Napoleon

Napoleon, il potere e la paura di sentirsi piccoli

10 minuti di lettura

A distanza di due anni dal suo ultimo film House of Gucci , Ridley Scott torna sul grande schermo con la sua nuova fatica Napoleon, nelle sale dal 23 novembre.

Opera basata principalmente sul personaggio di Napoleone Bonaparte, Napoleon è un film che tratta il tema del potere e di quanto questo possa plasmare la volontà di un individuo, fino a causarne la propria rovina.

Napoleon, lo sguardo determinato di chi segue il suo destino

Napoleone in egitto ridley scott

È con una fine che Napoleon inizia. La fine è quella della monarchia francese, distrutta dalla rivoluzione scoppiata nel 1789, che portò a ridisegnare totalmente gli equilibri politici del paese. Tra le urla e gli insulti, osserviamo così Maria Antonietta, in lacrime ma con la schiena ben dritta, avviarsi verso il patibolo, prima di affidarsi al boia. Nel suo sguardo c’è paura ma anche una strana consapevolezza, una sorta di orgoglio che l’accompagna sin quando la lama della ghigliottina non cala sulla sua testa, raccolta dal boia e mostrata poi al pubblico in festa. Tra l’entusiasmo generale, scorgiamo così il volto di un uomo in divisa militare che non sorride, ma osserva serio la scena.

Conosciamo così Napoleone Bonaparte (Joaquin Phoenix), ufficiale di artiglieria della rivoluzione distintosi per il suo impegno e per la sue capacità strategiche. Accompagnato dal fratello, l’ufficiale inizia passo dopo passo la sua scalata verso il potere, conducendo varie battaglie di successo e ottenendo sempre più consensi popolari. Un percorso che si intreccerà ben presto con quello di Giuseppina di Beauharnais (Vanessa Kirby), donna della quale si innamorerà follemente e che cambierà per sempre la vita del condottiero.

Napoleon, l’ascesa e la caduta di un uomo e del suo impero

Giuseppina in Napoleon

Per far chiarezza, è necessario affermare sin da subito che Napoleon non ha l’intento di essere un film storico. Come affermato dallo stesso Ridley Scott, la pellicola si appoggia principalmente sulla volontà del regista di scegliere un approccio più emotivo e riflessivo, attento all’umanità dei personaggi che abitano la narrazione. In questo senso, si può definire fondamentale infatti il lavoro di scrittura mirato a caratterizzare i due protagonisti principali, ovvero Napoleone e Giuseppina.

Un’analisi, quella di Ridley Scott, che viene compiuta in due direzioni: la prima su un fronte più personale e individualistico, la seconda più basata sul rapporto tra i due personaggi e la loro relazione travagliata, ricca di intensità e di contraddizioni.

Il personaggio di Phoenix è un uomo imperfetto. Lo si nota subito nella scelta di renderlo spesso goffo, insicuro e, talvolta, deplorevole. Non vengono nascoste le sue paure e le sue debolezze (basti pensare alla scena del primo attacco, in cui il tremore delle mani di Napoleone è protagonista nello sguardo dello spettatore) né tantomeno i suoi slanci passionali.
Il Napoleone dipinto da Ridley Scott è un uomo che ha il terrore di essere “piccolo“. Lo si vede nei suoi atteggiamenti, nel suo volersi affermare a tutti i costi, persino obbligando la moglie (dopo aver scoperto i suoi tradimenti) a dire che lui rappresenta l’uomo più importante del pianeta e che, senza la sua presenza, lei non ha alcun valore.

Ma bastano poche scene a ribaltare i ruoli e a smascherare ancor di più la condizione umana del protagonista e il gioco di potere emotivo nel quale è avvolto il rapporto con la moglie. Guardandolo negli occhi lei stessa gli ricorda che la verità risiede nell’opposto di ciò che lui afferma e che, senza di lei, “lui non è niente”.

Una consapevolezza intinta di verità ma che, pur venendo ammessa da lui stesso, non verrà mai completamente accettata da Napoleone, il quale tenterà di sublimare la propria affermazione tramite i successi militari e politici.
Una volontà di potere che trascenderà qualsiasi cosa, evolvendosi in un’ambizione di immortalità e di grandezza che ammalerà lo spirito dell’uomo e che porterà alla separazione dei due amati (a causa dell’imposibilità della moglie di concepire un erede), giustificata nel nome dell’interesse del paese.

Sarà solo nello splendido finale, dipinto egregiamente da Scott con delicate pennellate di malinconia, che il protagonista si ritroverà a fare i conti con i propri errori, nati dalla sua stessa superbia e con il profondo rammarico causato da ciò che ha perso.
Il rimpianto di non aver compreso l’amore come un sentimento da vivere con gioia e semplicità ma da conquistare, come fosse, in fin dei conti, nient’altro che una delle sue tante battaglie.

Napoleon, una storia di ferro e sangue

La prima cosa di cui ci si rende conto guardando Napoleon è l’incredibile lavoro di Ridley Scott nel curare la messa in scena. Arthur Max, scenografo e fidato collaboratore del regista da più di vent’anni, mette in piedi un lavoro di ricostruzione ambientale decisamente convincente e che, grazie all’ottima fotografia cupa e dai toni freddi di Dariusz Wolski, riesce a far immergere perfettamente lo spettatore nella narrazione. L’eleganza degli interni, spesso ripresi in penombra o a lume di candela, si contrappone agli ambienti esterni ruvidi e spietati dei campi di battaglia.

Ed è proprio in queste battaglie che la mano di Scott porta a casa un lavoro egregio. Nel raffigurare la violenza, il regista stavolta non si risparmia e decide di adottare un approccio più realistico e crudo.
L’ascesa al potere di Napoleone viene rappresentata così come una scala macchiata di sangue, interiora e lacrime. Le morti dei soldati (o dei civili in alcuni casi) non sono mai sterili, bensì sempre mostrate tramite una materiale corporalità del dolore, che viene fisicizzato nella carne macellata e recisa da lame affilate, palle di cannone e pallottole di piombo.

Anche l’epica, ben dosata e calibrata, riesce a risultare funzionante nello svolgimento delle varie battaglie. La più significativa e riuscita è sicuramente la battaglia di Austerlitz, raffigurata dal regista con una messa in scena notevole e una costruzione della tensione improntata su un climax emotivo. Meravigliose inoltre le scene in cui i soldati cadono all’interno del lago ghiacciato, spinti alla fuga dalla violenza del condottiero francese.

Sete di potere e lettere d’amore

Napoleone e Giuseppina

Al di là delle plausibili inesattezze storiche, si può considerare Napoleon un film più che riuscito. L’interpretazione di Phoenix è (come suo solito) eccellente e riesce a donare un’ottima espressività al suo personaggio, mescolando i turbamenti e le fragilità alla rabbia e al fuoco interiore dell’ambizione. Lo stesso si può dire della Kirby, che dipinge un personaggio memorabile, fatto anch’esso di piccole contraddizioni ma caratterizzato da una particolare delicatezza che risulta subito convincente.

Un difetto del film si può ritrovare forse nel suo essere, di tanto in tanto, eccessivamente geografico nel voler raccontare gli eventi storici, cosa che crea in alcuni casi una sorta di narrazione obbligata che sgancia lo spettatore dalla dimensione più emotiva, che è poi la vera natura della pellicola.

Al di là di ciò, si può tranquillamente affermare di essere di fronte a un ottimo prodotto che è riuscito a sfruttare un personaggio storico importantissimo per raccontare l’essere umano nelle sue paure e nelle sue insicurezze, nel dolore causato dalla superbia e dalla volontà di affermarsi a ogni costo, nell’ubriacatura di potere e nella dimenticanza di ciò che alla fine è il vero motore della nostra vita.

Quell’amore che, al di là delle conquiste e dei successi personali, ci porta a sperimentare lati più profondi e importanti della nostra essenza, che ci spinge a vivere e scrivere lettere piene di passione in cui finalmente, ci smascheriamo e ammettiamo che, senza questo sentimento, noi non siamo altro che niente.


Seguici su Instagram, Tik Tok, Twitch e Telegram per sapere sempre cosa guardare!

Nato nel 1993 , giusto in tempo per vedere Pulp Fiction l’anno dopo. 
Sono un musicista che ha una passione patologica per il cinema. Adoro la sala e sono fermamente convinto che debba esistere un girone infernale per quelli che parlano a voce alta durante il film. Scrivo, vivo, faccio cose, vedo gente.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.